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Cefalee

Il mal di testa non dà tregua? Al Centro Medico Santagostino puoi prenotare una visita mirata con i nostri specialisti

Cos'è la cefalea?

La cefalea è il termine scientifico con il quale si descrive una delle forme di dolore più comuni tra la popolazione: il mal di testa.

Non esiste una sola tipologia di cefalea, ma molteplici. I due grandi gruppi in cui generalmente vengono divise sono le forme primarie e quelle secondarie.

Si dice primaria la cefalea che rappresenta essa stessa la patologia e che è dovuta a predisposizione personale, fattori di natura chimica o ambientale.

Le cefalee secondarie, invece, sono la manifestazione sintomatologica di un’altra malattia o condizione clinica.

Come capire se è cefalea?

La cefalea viene diagnosticata in seguito ad esame obiettivo da parte del medico neurologo, il quale raccoglie tutti i dati clinici del paziente e le informazioni relative al suo stile di vita.

Il medico pone domande specifiche sul mal di testa quali frequenza, localizzazione, durata, severità e ripercussioni sulle normali attività del paziente. Sono quindi raccolte informazioni sulle condizioni di salute, l’uso di farmaci e la storia familiare di cefalee. Un esame neurologico permette quindi di escludere disturbi neurologici sottostanti.

Dopodiché, potrà richiedere ulteriori esami strumentali per approfondire il quadro clinico quali, su tutti, la TAC dell’encefalo, ma anche risonanza magnetica o angio risonanza (che consente di studiare i vasi sanguigni, in particolare quelli arteriosi).

Tutti esami, quest’ultimi, utili ad accertare o escludere forme secondarie di cefalea.

Cosa può causare la cefalea?

Come anticipato, la cefalea può essere primaria e costituire essa stessa la malattia, con cause attribuibili a predisposizioni costituzionali individuali. Oppure, può essere secondaria e, in questa eventualità, le cause vanno cercate in un’altra patologia, disturbo o condizione clinica che, tra le sue manifestazioni, ha il mal di testa.

Ne consegue che i fattori scatenanti possono essere estremamente differenti, ed emergono solo in sede diagnostica. Possono comunque essere indicati fattori di rischio, che possono essere predisposizione genetica, con una storia familiare di cefalea che aumenta significativamente la probabilità di svilupparne
 
Anche l’età ha un suo ruolo, con la maggior parte delle cefalee primarie che inizia in adolescenza o intorno ai 20 anni. Le donne sono più propense degli uomini a soffrire di emicrania, probabilmente a causa delle variazioni ormonali. Altri fattori includono cambiamenti del sonno o pattern di sonno irregolari. Anche la mancanza di esercizio e la disidratazione possono essere fattori di rischio.      

Cosa si fa in un centro cefalee?

L'ambulatorio cefalee del Santagostino diagnostica e cura le forme comuni e rare di mal di testa, come l'emicrania, la cefalea a grappolo e altre. Dopo la diagnosi nel nostro centro cefalee, mirata a stabilire di quale tipologia di cefalea soffra il paziente e quali ne siano le cause, il neurologo prescrive una terapia farmacologica, la cui efficacia viene testata attraverso la compilazione di un diario compilato dal paziente e monitorato dal medico durante i controlli.

Quando rivolgersi al centro cefalee?

La visita al nostro centro cefalee è consigliata se il dolore è insistente e si presenta con una regolarità e un'intensità tale da rendere difficile lo svolgimento delle attività quotidiane, quando cioè il mal di testa incide sulla qualità della vita. Il mal di testa viene trattato anche con prestazioni all'avanguardia come il trattamento dei mal di testa con il botulino.

Tipi di cefalee

Le cefalee sono solitamente divise in: 

  • primarie, quando non sono state causate da alcuna patologia o condizione 
  • secondarie, nei casi in cui sono conseguenza di altre patologie che possono essere localizzate ai denti, ai seni nasali, agli occhi, per fare alcuni esempi.

Cefalee primarie

Questo tipo di cefalee è suddiviso in tre gruppi, con sintomi specifici:   

Emicrania

L’emicrania è la più comune forma di cefalea primaria e viene definita tale quando il paziente abbia avuto almeno cinque attacchi della durata compresa tra le 4 e le 72 ore.

Le persone che soffrono di emicrania possono accusare:

  • dolore severo (o pulsante o da un solo lato del capo)
  • fotofobia
  • fonofobia
  • fastidio per gli odori
  • nausea o vomito

L’emicrania riguarda oltre una persona su 100 (12%) ed ha un’incidenza maggiore tra le giovani donne rispetto alla popolazione di sesso maschile. La prevalenza raggiunge il 18% tra la popolazione di sesso femminile in età fertile. 

Alcune persone sperimentano quella che viene chiamata emicrania con aura, che si manifesta con alcuni sintomi e segni neurologici prima di un attacco vero e proprio  

Cefalea di tipo tensivo

Al secondo posto, tra le cefalee primarie più frequenti, c’è la cefalea tensiva, dovuta a predisposizione genetica. A differenza dell’emicrania, in questo caso il dolore si manifesta in maniera diffusa o localizzato, in particolare nelle zone occipitali e frontali. A questa forma di cefalea può essere associata una contrattura a livello dei muscoli posteriori del collo.

I pazienti lo descrivono generalmente come una sensazione di pressione o costrizione, di solito su entrambi i lati della testa, con intensità da lieve a moderata. Non peggiora con l’attività fisica regolare e non vi sono sintomi significativi come nausea o vomito, ma può esserci sensibilità alla luce o al rumore 

Cefalea a grappolo

Sono, invece, più rare rispetto alle prime due forme le cefalee a grappolo, caratterizzate da un dolore intenso a livello dell’occhio, associato ad arrossamento della congiuntiva e lacrimazione, ma anche produzione di muchi dal naso.

La cefalea a grappolo si manifesta in giornate consecutive, generalmente alla stessa ora e per un periodo di tempo che può arrivare anche fino a due mesi. Questi mal di testa sono estremamente dolorosi, descritti come una sensazione di bruciore o pugnalata spesso dietro o intorno a un occhio. Possono durare da 15 minuti a 3 ore e verificandosi in serie, vengono chiamati a grappoli.

Nella maggior parte dei casi, i periodi più a rischio, in cui è maggiormente probabile insorga questa forma di cefalea sono l’autunno e la primavera. Durante un episodio, potrebbero presentarsi sintomi come arrossamento dell’occhio, naso che cola o chiuso sul lato del dolore e sudorazione facciale. 

Altre forme, rare, di cefalea primaria possono essere:

  • Cefalea da stimolo freddo (quando, ad esempio, si mangia il gelato): si scatena in risposta ad uno stimolo freddo esterno e si risolve nel giro di massimo 30 minuti dall'esposizione allo stimolo
  • Cefalea associata ad attività sessuale (quella che segue il coito): l'intensità del dolore aumenta con l'aumento dell'eccitazione sessuale. Il dolore è esplosivo appena prima o durante l'orgasmo
  • Cefalea da attività fisica: si manifesta solo durante o in seguito ad attività fisica intensa e, generalmente, si risolve in meno di 48 ore
  • Cefalea da tosse: si manifesta solo in concomitanza con la tosse o, in generale, con sforzi fisici. Ha un esordio improvviso e può durare da qualche secondo ad alcune ore
  • Cefalea ipnica (quella che si manifesta nel sonno): insorge generalmente nelle persone che hanno superato i 50 anni, il dolore si presenta lieve o moderato, ma può essere severo in circa un paziente su cinque. La sede del dolore è bilaterale nella maggior parte dei casi (due su tre)

Cefalee secondarie

Le cefalee secondarie sono così definite quando rappresentano una delle manifestazioni sintomatologiche di altri disturbi, malattie o condizioni cliniche che possono causare mal di testa.

Per confermare questa forma di mal di testa, quindi, ci deve essere una diagnosi accertata di patologia che tra i suoi sintomi abbia la cefalea. Bisogna, inoltre, considerare il criterio temporale, ovvero la patologia deve insorgere prima della cefalea. Infine, la cefalea deve migliorare in seguito al trattamento della malattia che l’ha causata. In questi casi, si parla di cefalea secondaria anche se il mal di testa ha le peculiarità tipiche della cefalea primaria.

Cefalea da trauma cranico o cervicale

Le cefalee da trauma cranico insorgono solitamente entro sette giorni dall’evento traumatico, da quando si è recuperato lo stato di coscienza in seguito al trauma o, ancora, dal momento in cui sono stati sospesi i farmaci che non consentono di percepire la cefalea in seguito al trauma.

Tra i requisiti per cui una cefalea possa essere attribuita ad un trauma cranico ci deve essere la sua risoluzione entro i tre mesi successivi all’evento traumatico.

La cefalea può, inoltre, essere la conseguenza di un colpo di frusta ed essere associato o meno ad altri sintomi cervicali o extra-cervicali (comportamentali, cognitivi o sensitivi).

Cefalea da disturbi cranici vascolari

Si parla di cefalea da disturbi vascolari quando il mal di testa si sviluppa in seguito a patologie vascolari acute come l’ictus ischemico o emorragie cerebrali o ha permesso di diagnosticare una patologia vascolare acuta.

Cefalea da disturbi cranici non vascolari

Le cefalee da disturbi cranici non vascolari possono essere causate da molteplici patologie o condizioni cliniche quali, ad esempio:

Cefalea da uso di sostanze

Sono molteplici le sostanze che, se assunte, tra le loro conseguenza possono avere l’insorgenza della cefalea, a causa di vasocostrizione, flogosi o rilascio di sostanze cerebrali attive.

La cefalea, ad esempio, può essere l’effetto indesiderato di un farmaco o la conseguenza dell’abuso di alcol. Anche l’esposizione, accidentale o meno, al monossido di carbonio può causare la cefalea.

Cefalea da ormoni

Esistono diversi fattori ormonali scatenanti che possono portare all’insorgere del mal di testa. Tra questi, possiamo citare:

Per contrastare le cefalee da ormoni, è necessario mantenere un bioritmo sonno veglia bilanciato e regolare, non saltare i pasti e tenere sotto controllo ansia e stress.

Cefalea da infezioni

Le infezioni, che siano localizzate o sistemiche, possono avere tra le loro manifestazioni sintomatologiche la cefalea. Nel primo caso rientrano infezioni che si sviluppano a livello cranico quali, ad esempio, encefaliti o meningiti.

Anche in questi casi, perché la cefalea possa essere definita secondaria da infezione, va sempre valutato il fattore temporale: il mal di testa deve seguire l’infezione e risolversi in concomitanza con il trattamento della stessa.

Cefalea da disturbi oculari

Sono molteplici le patologie che colpiscono le strutture oculari e che, tra le loro manifestazioni sintomatologiche, hanno anche la cefalea.

Anche in questi casi vale il criterio temporale: prima l’insorgenza della malattia oculare e, successivamente, il mal di testa.

Il dolore si sviluppa nelle regioni orbitale e periorbitaria. Tra le patologie in grado di causare questa forma di cefalea possiamo citare:

Nelle malattie oculari di natura infiammatoria, il trattamento consiste nell’applicazione di collirio anestetico.  

Sempre rimanendo nell’ambito delle condizioni patologiche che riguardano gli occhi, può causare cefalea anche l’infiammazione del nervo trocleare, nota come trocleite. La severità del mal di testa peggiora, in questo caso, con il movimento degli occhi e migliora con l’applicazione di anestetici locali o farmaci cortisonici.

La cefalea da malattia oculare è caratterizzata da un dolore solitamente frontale, aggravato, come detto, dall’impegno della vista, in particolare in caso di disturbi della vista che comportino difficoltà nella messa a fuoco o vizi di rifrazione o quando vengono impiegate lenti correttive non idonee.

Cefalea da disturbo psicotico

Il mal di testa può essere, infine, la manifestazione di un disturbo psicotico. Può presentarsi, infatti, nell’ambito di un delirio o appena dopo l’episodio. Come per tutte le cefalee secondarie, anche in questo caso, il mal di testa si risolve con la remissione clinica del disturbo psicotico.

Come si può curare la cefalea?

Il trattamento della cefalea dipende dalla sua classificazione in primaria o secondaria. Le cefalee primarie sono trattate mirando a ridurre frequenza e intensità degli attacchi.

Possono essere assunti farmaci preventivi come beta-bloccanti, antidepressivi o antiepilettici, in combinazione con trattamenti per il dolore acuto come analgesici, triptani o antiinfiammatori non steroidei (FANS). cambiamenti dello stile di vita, tecniche di rilassamento, biofeedback e l’evitamento di fattori scatenanti conosciuti possono essere considerati parte della terapia.

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