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Gli antinfiammatori. Quali sono e quando assumerli?

A cura di
Giuseppe
Ambrosino

L’infiammazione è un meccanismo di difesa del nostro organismo. Spesso però la risposta del nostro corpo è abnorme o si protrae a lungo, e diviene una vera e propria patologia da contrastare.

Quanti tipi di antinfiammatori esistono?

Gli antinfiammatori, farmaci adottati per la riduzione di una infiammazione, processo attraverso cui l’organismo reagisce per prevenire possibili infezioni, si dividono in due macro gruppi:

  • farmaci antinfiammatori steroidei, cortisonici o corticosteroidi
  • farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS.

I cortisonici o corticosteroidi

Interferiscono con l’attività del sistema immunitario e contrastano l’instaurarsi del processo infiammatorio e l’attività dei globuli bianchi nell’eliminazione di virus e batteri. In clinica vengono utilizzati per la loro potenza antinfiammatoria in patologie muscolari o ossee, ma trovano largo impiego anche:

Sono farmaci ad assoluta gestione medico specialistica e non devono mai essere assunti in autonomia da parte dei pazienti.

In che modo vengono assunti?

Le modalità di assunzione sono differenti, si va dalle compresse alle soluzioni iniettabili:

  • nel sangue
  • nelle articolazioni
  • nei muscoli.

È altrettanto possibile l’assunzione attraverso lozioni o gel, creme, spray orali oppure spray nasali.

Quali sono gli effetti collaterali e le controindicazioni dei cortisonici?

Le terapie cortisoniche, tuttavia non sono esenti da possibili effetti collaterali e da controindicazioni. Possono infatti esporre ad aumentato rischio di infezioni. Questo aumentato rischio dipende sostanzialmente da tre variabili, ovvero il tipo di corticosteroide, il dosaggio e la durata del trattamento.

I trattamenti di lunga durata, a loro volta, posso avere diversi effetti collaterali. Come primo aspetto possono influenzare l’appetito e condizionare un aumento di peso. In secondo luogo possono determinare l’insorgenza di lesioni cutanee, lo sviluppo di debolezza muscolare oltre a cambiamenti di umore. Qualora somministrati a bambini, potrebbero determinare un ritardo nella crescita.

Ci sono poi alcune patologie che richiedono estrema accortezza, nella somministrazione, da parte del professionista. Si tratta di patologie quali:

Un’altra variabile da tenere in assoluta considerazione risiede nella interazione con altri farmaci, e con la possibilità che si produca una interferenza con la loro azione. È questo il caso dei farmaci anticoagulanti, antidiabetici, anticonvulsivanti, antiretrovirali, FANS, vaccini vivi e broncodilatatori.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

I FANS sono farmaci di larghissimo impiego clinico e, in alcune formulazioni, sono venduti anche come prodotti da banco con autoprescrizione da parte dei pazienti. Svolgono tre principali azioni:

  • contrastano i processi infiammatori
  • hanno un’azione antipiretica
  • svolgono un controllo del dolore.

Alcuni di loro svolgono anche un’azione antiaggregante sulle piastrine, riducendo il rischio di trombosi. Il loro capostipite è l’acido acetilsalicilico (Aspirina - Felix Hoffmann 1897). Da allora sono stati scoperti numerosissimi principi attivi con attività similari.

Quando e perché è opportuno combattere l’infiammazione?

L’infiammazione è un meccanismo di difesa dell’organismo e viene attivato quando c’è un danno a carico di un tessuto o di un apparato. Il processo infiammatorio serve a contrastare il danno e favorire la riparazione tissutale.

Spesso, però, l’infiammazione perdura a lungo e diventa essa stessa parte del processo patologico. In questo caso è utile ricorrere a questa classe di farmaci per ridurre l’intensità del fenomeno e recuperare la funzionalità del tessuto. 

Come funzionano i FANS?

I FANS inibiscono l’attività del sistema COX-prostaglandine, sostanze prodotte dall’organismo, che sono le vere responsabili dell’attivazione dell’infiammazione, dell’aumento della temperatura corporea e della percezione del dolore.

Queste sostanze, allo stesso tempo, esercitano anche un’importante funzione protettiva sulla mucosa gastro-intestinale. Come conseguenza della loro ridotta attività si ha la possibilità che stomaco e intestino subiscano danni. E questa è proprio la ragione per la quale l’assunzione di FANS può determinare dolore gastrico, oltre che lesioni.

Negli anni si è cercato di limitare questi effetti indesiderati dei FANS, ma a tutt’oggi nessuna nuova molecola si è dimostrata in grado di assolvere adeguatamente all’azione antinfiammatoria, senza interferire con la produzione di prostaglandine e provocare danno gastrico.

Quali sono le molecole FANS di uso più comune?

Di seguito, un elenco delle molecole FANS di uso più comune e, accanto ad esse, i nomi commerciali dei farmaci da banco che le contengono come principio attivo:

  • acido acetilsalicilico, Aspirina
  • naprossene, Synflex, Momendol
  • ibuprofene, Brufen, Nurofen
  • diclofenac, Voltaren 
  • nimesulide, Aulin
  • ketoprofene, Orudis, Artrosilene, Oki
  • indometacina, Indoxen, Difmetre
  • ketorolac, Toradol, Lixidol
  • piroxicam, Feldene
  • meloxicam, Mobic
  • dexketoprofene, Enantyum
  • celecoxib, Celebrex
  • etoricoxib, Arcoxia 
  • firocoxib, Fibrodyl
  • mavacoxib, Trocoxil
  • robenacoxib, Onsior.

Quale è il FANS più potente?

La risposta clinica ai FANS è del tutto individuale. Per questa ragione non è possibile stilare una categoria di potenza farmacologica.

La scelta della specifica molecole viene svolta, dal professionista, sulla base della propria esperienza e sulla storia clinica del paziente.

In quali circostanze non vanno assunti i FANS?

Ci sono alcune condizioni, o patologie, che impediscono l’assunzione di FANS, ed è bene che il paziente le indichi già in sede di anamnesi al medico. Così da aiutarlo a trovare strategie terapeutiche più consone.

Tra le condizioni o patologie che non permettono l’assunzione di FANS si possono indicare:

Il paracetamolo (Tachipirina) è un FANS?

Il paracetamolo, principio attivo presente nella Tachipirina, non è ricompreso in questa categoria di farmaci. La sua azione infatti non interviene a livello del sistema COX-prostaglandine e nei processi infiammatori, ma agisce direttamente sul sistema nervoso centrale ed ha un’azione antipiretica e di antalgico puro.

Non presenta effetti gastro-lesivi e non influenza l’aggregabilità piastrinica.