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Pubblicato inPrincipi attivi e farmaci

Ceftazidima: cos’è, a cosa serve e come funziona

Scopri cos’è la Ceftazidima, meccanismo d’azione, indicazioni terapeutiche, dosaggi ed effetti collaterali di questo potente antibiotico

ceftazidima

La Ceftazidima è un antibiotico appartenente alla classe delle cefalosporine di terza generazione, ampiamente utilizzato nel trattamento di infezioni batteriche gravi.

Sviluppata negli anni ’80, questa molecola ha rivoluzionato il trattamento di diverse patologie infettive grazie alla sua efficacia contro un ampio spettro di batteri, in particolare i Gram-negativi, inclusa la Pseudomonas aeruginosa.

In questo articolo esploreremo cos’è la Ceftazidima, il suo meccanismo d’azione, le principali indicazioni terapeutiche, i dosaggi consigliati, gli effetti collaterali e le controindicazioni.

Cos’è la Ceftazidima e a cosa serve

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La Ceftazidima è un antibiotico beta-lattamico semi-sintetico appartenente alla famiglia delle cefalosporine di terza generazione. Dal punto di vista chimico, è il pentaidrato dell’acido (6R,7R)-7-[[(Z)-2-(2-aminotiazol-4-il)-2-(2-carbossi-2-ossoetilidene)acetamido]]-8-osso-3-(piridinio-1-ilmetil)-5-tia-1-azabiciclo[4.2.0]ott-2-ene-2-carbossilico.

È disponibile esclusivamente come preparazione parenterale (fiale per somministrazione endovenosa o intramuscolare) e il suo utilizzo è generalmente riservato all’ambito ospedaliero e a infezioni di particolare gravità.

Le principali indicazioni terapeutiche della Ceftazidima includono:

1. Infezioni respiratorie gravi

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2. Infezioni del tratto urinario complicate

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  • Pielonefrite acuta severa
  • Infezioni urinarie nosocomiali
  • Infezioni urinarie in pazienti cateterizzati
  • Urosepsi

3. Infezioni intra-addominali

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4. Infezioni della cute e dei tessuti molli complicate

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  • Ulcere infette in pazienti diabetici
  • Infezioni di ferite chirurgiche
  • Fascite necrotizzante
  • Gangrena

5. Infezioni del sistema nervoso centrale

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  • Meningite batterica, particolarmente quelle causate da Gram-negativi
  • Ascessi cerebrali
  • Ventriculite in pazienti con derivazioni ventricolari

6. Altre infezioni gravi

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7. Profilassi chirurgica

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In alcuni casi selezionati, la Ceftazidima può essere utilizzata come profilassi antibiotica preoperatoria, specialmente in interventi con alto rischio di infezioni da batteri Gram-negativi.

La Ceftazidima è particolarmente preziosa nel trattamento di infezioni causate da batteri Gram-negativi multiresistenti, inclusa la Pseudomonas aeruginosa, un patogeno opportunista intrinsecamente resistente a molti antibiotici. La sua attività contro questo microrganismo la rende un farmaco di riferimento in contesti clinici specifici, come le infezioni polmonari nei pazienti con fibrosi cistica.

Meccanismo d’azione

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Per comprendere come agisce la Ceftazidima è necessario conoscere i principi fondamentali degli antibiotici beta-lattamici e le caratteristiche specifiche che determinano l’efficacia di questa cefalosporina di terza generazione.

Azione sulla parete cellulare batterica

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Come tutte le cefalosporine, la Ceftazidima appartiene alla famiglia degli antibiotici beta-lattamici, che agiscono interferendo con la sintesi della parete cellulare batterica. In particolare:

  1. Legame alle PBP (Penicillin-Binding Proteins): La Ceftazidima si lega a specifiche proteine (PBP) presenti nella membrana citoplasmatica batterica, che sono enzimi essenziali per la sintesi del peptidoglicano, componente strutturale fondamentale della parete cellulare.
  2. Inibizione della transpeptidazione: Il legame alle PBP impedisce la formazione dei legami crociati (cross-linking) tra le catene di peptidoglicano, compromettendo l’integrità strutturale della parete cellulare.
  3. Attivazione di autolisine: Viene innescata l’attivazione di enzimi autolitici endogeni che contribuiscono alla distruzione della parete cellulare.
  4. Lisi cellulare: In ambiente isotonico, la pressione osmotica interna non bilanciata provoca la lisi della cellula batterica, determinando l’effetto battericida.

Caratteristiche farmacologiche distintive

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La Ceftazidima si distingue dalle cefalosporine di prima e seconda generazione, e anche da altre cefalosporine di terza generazione, per alcune caratteristiche specifiche:

  • Elevata stabilità alle beta-lattamasi: Grazie alla sua struttura molecolare, la Ceftazidima è relativamente resistente all’idrolisi da parte di molte beta-lattamasi prodotte dai batteri Gram-negativi, sebbene non sia immune alle beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL).
  • Eccellente penetrazione attraverso la membrana esterna dei Gram-negativi: La presenza di un gruppo carico negativamente (acido propionico) nella sua struttura facilita il passaggio attraverso le porine della membrana esterna dei batteri Gram-negativi.
  • Alta affinità per le PBP di Pseudomonas aeruginosa: A differenza di molte altre cefalosporine, la Ceftazidima ha un’elevata affinità per le PBP-3 e altre PBP di Pseudomonas, che spiega la sua eccellente attività contro questo patogeno problematico.
  • Buona distribuzione tissutale: Raggiunge concentrazioni terapeutiche in molti distretti dell’organismo, incluso il liquido cerebrospinale in presenza di meningi infiammate.

Spettro antibatterico

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La Ceftazidima presenta un ampio spettro di attività antibatterica, con particolare efficacia contro:

Batteri Gram-negativi:

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  • Enterobacteriaceae: Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Proteus mirabilis, Enterobacter spp., Citrobacter spp., Serratia marcescens
  • Pseudomonas aeruginosa: Un punto di forza distintivo della Ceftazidima
  • Haemophilus influenzae: Inclusi ceppi produttori di beta-lattamasi
  • Neisseria gonorrhoeae e N. meningitidis
  • Moraxella catarrhalis

Batteri Gram-positivi:

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  • Streptococchi: Attività moderata, incluso Streptococcus pneumoniae
  • Staphylococcus aureus: Limitata ai ceppi meticillino-sensibili (MSSA)

Attività limitata o assente contro:

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  • Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA)
  • Enterococchi (Enterococcus faecalis, E. faecium)
  • Listeria monocytogenes
  • Bacteroides fragilis e altri anaerobi
  • Stenotrophomonas maltophilia
  • Micobatteri

La combinazione di stabilità alle beta-lattamasi, buona penetrazione tissutale ed eccellente attività contro Pseudomonas aeruginosa rende la Ceftazidima un antibiotico particolarmente prezioso nel trattamento di infezioni gravi e potenzialmente letali in ambito ospedaliero.

Dosaggi consigliati della Ceftazidima

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Il dosaggio della Ceftazidima varia in base al tipo di infezione, alla gravità, alla funzionalità renale del paziente e, nel caso dei bambini, all’età e al peso corporeo. Il farmaco è disponibile in fiale da 500 mg, 1 g e 2 g per somministrazione endovenosa o intramuscolare.

Dosaggio negli adulti con funzionalità renale normale

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Infezioni non complicate

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  • Dose standard: 1 g ogni 8-12 ore

Infezioni gravi o complicate

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  • Dose standard: 2 g ogni 8 ore
  • Polmonite nosocomiale, infezioni in pazienti neutropenici: 2 g ogni 8 ore
  • Infezioni da Pseudomonas aeruginosa: 2 g ogni 8 ore

Infezioni molto gravi o in pazienti critici

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  • Dose massima: Fino a 2 g ogni 6 ore (8 g/die) in casi selezionati

Meningite batterica

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  • Dose iniziale: 2 g
  • Mantenimento: 2 g ogni 8 ore

Dosaggio nei bambini (1 mese a 12 anni)

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  • Dose standard: 30-50 mg/kg ogni 8 ore
  • Infezioni gravi: 50 mg/kg ogni 8 ore
  • Meningite, fibrosi cistica: 50 mg/kg ogni 8 ore (fino a 2 g per dose)
  • Dose massima giornaliera: Non superare i 6 g/die nei bambini

Dosaggio nei neonati (0-4 settimane)

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  • 0-7 giorni: 30 mg/kg ogni 12 ore
  • 8-28 giorni: 30 mg/kg ogni 8 ore

Aggiustamenti del dosaggio in insufficienza renale:

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La Ceftazidima viene eliminata principalmente per via renale, pertanto è necessario un aggiustamento del dosaggio in pazienti con compromissione della funzionalità renale:

  • Clearance della creatinina 31-50 ml/min: 1 g ogni 12 ore
  • Clearance della creatinina 16-30 ml/min: 1 g ogni 24 ore
  • Clearance della creatinina 6-15 ml/min: 500 mg ogni 24 ore
  • Clearance della creatinina <5 ml/min: 500 mg ogni 48 ore

Pazienti in emodialisi

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  • Dose post-dialisi: 1 g dopo ogni sessione di emodialisi

Pazienti in dialisi peritoneale continua ambulatoriale (CAPD)

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  • Dose standard: 500 mg-1 g ogni 24 ore

Modalità di somministrazione

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Via endovenosa

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  • Iniezione diretta lenta: Diluire in 5-10 ml di acqua per iniezioni e somministrare in 3-5 minuti
  • Infusione intermittente: Diluire in 50-100 ml di soluzione compatibile (soluzione fisiologica o glucosata) e somministrare in 15-30 minuti
  • Infusione continua: In situazioni selezionate, generalmente in terapia intensiva

Via intramuscolare

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  • Diluire con lidocaina all’1% per ridurre il dolore al sito di iniezione
  • Limitata a infezioni meno gravi o quando l’accesso venoso non è disponibile

Durata della terapia:

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La durata del trattamento varia in base al tipo di infezione e alla risposta clinica:

  • Infezioni non complicate del tratto urinario: 7-10 giorni
  • Polmonite nosocomiale: 7-14 giorni
  • Infezioni intra-addominali: 7-14 giorni
  • Meningite batterica: 10-14 giorni
  • Fibrosi cistica con esacerbazione polmonare: 14-21 giorni
  • Neutropenia febbrile: Fino alla risoluzione della neutropenia
  • Osteomielite: 4-6 settimane o più

È importante sottolineare che questi sono dosaggi indicativi e che il medico può modificarli in base alla gravità dell’infezione, alla risposta clinica e ai risultati degli esami colturali e dell’antibiogramma.

Effetti collaterali della Ceftazidima

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Come tutti i farmaci, anche la Ceftazidima può causare effetti indesiderati, sebbene sia generalmente ben tollerata dalla maggior parte dei pazienti. È importante conoscere i possibili effetti collaterali per riconoscerli tempestivamente.

Effetti collaterali comuni (incidenza 1-10%)

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  • Reazioni al sito di iniezione: Dolore, infiammazione, flebite (con somministrazione endovenosa)
  • Disturbi gastrointestinali: Diarrea, nausea, vomito, dolore addominale
  • Rash cutaneo: Eritema, orticaria, prurito
  • Alterazioni di laboratorio: Aumento transitorio delle transaminasi epatiche, della fosfatasi alcalina e della lattico deidrogenasi
  • Candidosi: Sovrainfezione da Candida, specialmente orale o vaginale

Effetti collaterali meno comuni (incidenza 0,1-1%):

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  • Reazioni di ipersensibilità: Febbre, prurito
  • Disturbi ematologici: Eosinofilia, leucopenia transitoria, trombocitopenia
  • Alterazioni del gusto: Sapore metallico o amaro
  • Cefalea: Generalmente di lieve entità
  • Vertigini: Sensazione di capogiro
  • Parestesie: Formicolii, specialmente agli arti

Effetti collaterali rari ma gravi (incidenza <0,1%):

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  • Reazioni allergiche severe: Anafilassi, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica
  • Colite pseudomembranosa: Associata a Clostridioides difficile, caratterizzata da diarrea grave, febbre, dolore addominale
  • Disturbi ematologici gravi: Anemia emolitica, agranulocitosi, pancitopenia
  • Encefalopatia: Confusione, allucinazioni, mioclono (più frequente in pazienti con insufficienza renale o con dosi elevate)
  • Convulsioni: Più comuni in pazienti con disturbi neurologici preesistenti o insufficienza renale
  • Nefrite interstiziale: Alterazione della funzionalità renale
  • Epatite: Alterazione significativa della funzionalità epatica

Fattori di rischio per effetti avversi:

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  • Storia di allergia a beta-lattamici: Aumentato rischio di reazioni allergiche crociate
  • Insufficienza renale: Maggior rischio di effetti neurologici per accumulo del farmaco
  • Età avanzata: Maggiore sensibilità agli effetti avversi
  • Patologie gastrointestinali preesistenti: Aumentato rischio di disturbi intestinali
  • Trattamenti prolungati: Maggior rischio di sovrainfezioni e alterazioni della flora batterica

Effetti su esami di laboratorio:

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La Ceftazidima può interferire con alcuni test di laboratorio, causando:

  • Falsi positivi nel test di Coombs diretto
  • Falsi positivi nei test urinari per il glucosio con metodi di riduzione del rame
  • Possibile interferenza con la determinazione della creatinina sierica

Controindicazioni della Ceftazidima

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Nonostante la sua efficacia e il profilo di sicurezza generalmente favorevole, la Ceftazidima presenta alcune controindicazioni che devono essere attentamente valutate prima di iniziare il trattamento.

Controindicazioni assolute:

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  • Ipersensibilità nota alla Ceftazidima o ad altre cefalosporine
  • Storia di reazione allergica severa (anafilassi) a qualsiasi antibiotico beta-lattamico (penicilline, cefalosporine, carbapenemi)

Controindicazioni relative (richiedono valutazione rischio-beneficio):

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  • Storia di reazioni allergiche non severe a penicilline o altri beta-lattamici: Possibile reattività crociata (circa 5-10%)
  • Insufficienza renale grave: Richiede aggiustamento del dosaggio
  • Porfiria: Potenziale rischio di esacerbazione
  • Colite associata ad antibiotici o colite ulcerosa: Rischio di peggioramento
  • Patologie epatiche gravi: Monitoraggio stretto della funzionalità epatica
  • Neonati prematuri e neonati con iperbilirubinemia: Rischio di spiazzamento della bilirubina dai siti di legame proteico con potenziale encefalopatia da bilirubina

Precauzioni speciali:

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Gravidanza e allattamento

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  • Gravidanza: La Ceftazidima è classificata in categoria B secondo la FDA (gli studi sugli animali non hanno mostrato rischi per il feto, ma non ci sono studi adeguati nelle donne in gravidanza). Utilizzare solo se chiaramente necessaria.
  • Allattamento: La Ceftazidima passa nel latte materno in piccole quantità. È considerata generalmente compatibile con l’allattamento, ma utilizzare con cautela nei neonati prematuri o con patologie.

Anziani

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  • Maggiore attenzione all’aggiustamento del dosaggio in base alla funzionalità renale
  • Monitoraggio più frequente per effetti collaterali neurologici

Uso pediatrico

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  • Efficacia e sicurezza stabilite nei neonati (inclusi i prematuri) e nei bambini
  • Aggiustare il dosaggio in base all’età e al peso

Patologie concomitanti

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  • Epilessia o disturbi neurologici: Aumentato rischio di convulsioni
  • Malnutrizione grave: Possibile alterazione della farmacocinetica
  • Immunodepressione: Potenziale mascheramento dei segni di infezione in caso di reazioni allergiche

Interazioni farmacologiche:

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La Ceftazidima ha relativamente poche interazioni clinicamente significative rispetto ad altri antibiotici, ma è importante considerare:

  • Probenecid: Riduce l’escrezione renale della Ceftazidima, aumentando e prolungando i suoi livelli plasmatici (interazione talvolta sfruttata terapeuticamente)
  • Aminoglicosidi: Effetto sinergico contro molti batteri Gram-negativi, ma aumentato rischio di nefrotossicità
  • Furosemide e altri diuretici ad alto dosaggio: Potenziale aumento della nefrotossicità
  • Anticoagulanti orali: Possibile potenziamento dell’effetto anticoagulante
  • Contraccettivi orali: Potenziale riduzione dell’efficacia contraccettiva (sebbene l’entità dell’interazione sia dibattuta)

Monitoraggio consigliato:

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  • Funzionalità renale: Prima dell’inizio della terapia e periodicamente durante il trattamento, specialmente negli anziani
  • Esami ematologici: In caso di trattamenti prolungati (>7-10 giorni)
  • Funzionalità epatica: In pazienti con patologie epatiche preesistenti
  • Monitoraggio clinico: Per segni di sovrainfezione, reazioni allergiche o colite pseudomembranosa

Consigli pratici e considerazioni cliniche

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Per ottimizzare l’efficacia terapeutica della Ceftazidima e minimizzare i rischi associati al suo utilizzo, è utile tenere presenti alcune indicazioni pratiche:

Preparazione e somministrazione

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  • Ricostituzione appropriata: Seguire attentamente le istruzioni per la ricostituzione della polvere per preparazioni iniettabili
  • Stabilità della soluzione: Le soluzioni ricostituite mantengono stabilità variabile a seconda della concentrazione e delle condizioni di conservazione (generalmente 24 ore a temperatura ambiente, 7 giorni in frigorifero)
  • Incompatibilità: Evitare la miscelazione nella stessa infusione con aminoglicosidi, vancomicina o soluzioni alcaline

Ottimizzazione della terapia

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  • Terapia empirica vs mirata: Iniziare empiricamente nei casi gravi, ma passare a terapia mirata appena disponibili i risultati dell’antibiogramma
  • De-escalation: Considerare il passaggio a antibiotici a spettro più ristretto quando l’antibiogramma lo permette
  • Dosaggio adeguato: Utilizzare dosi appropriate in base alla gravità dell’infezione e al sito
  • Intervalli corretti di somministrazione: Rispettare gli intervalli per mantenere concentrazioni efficaci
  • Durata appropriata: Né troppo breve (rischio di fallimento terapeutico) né eccessivamente prolungata (rischio di resistenze ed effetti collaterali)

Monitoraggio dell’efficacia

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  • Risposta clinica: Valutare la riduzione di febbre, leucocitosi, e miglioramento dei sintomi
  • Marcatori infiammatori: Monitorare la PCR e altri marcatori di infiammazione
  • Colture di follow-up: In infezioni gravi come batteriemia o meningite

Considerazioni sulla resistenza antimicrobica:

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  • Utilizzo razionale: Limitare l’uso alle indicazioni appropriate per prevenire lo sviluppo di resistenze
  • Attenzione a ESBL: Le beta-lattamasi a spettro esteso possono inattivare la Ceftazidima
  • Considerazione di terapie combinate: In casi di sospetta o confermata infezione da batteri multiresistenti

Situazioni speciali:

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  • Fibrosi cistica: Potrebbero essere necessari dosaggi più elevati e durate maggiori del trattamento
  • Neutropenia febbrile: La Ceftazidima è spesso utilizzata come monoterapia empirica o in combinazione
  • Meningite: Assicurarsi di utilizzare dosaggi adeguati per garantire concentrazioni efficaci nel liquor
  • Infezioni da Pseudomonas: Considerare terapia combinata in infezioni gravi per prevenire l’emergenza di resistenze