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Neutropenia: sintomi, cause e trattamenti


La neutropenia è una diminuzione del numero dei neutrofili circolanti nel sangue. Quando è consistente, può causare un aumento del rischio di infezioni.

Cosa è la neutropenia?

Per neutropenia si intende la diminuzione dei neutrofili circolanti nel sangue. Quando è consistente, rende l’organismo esposto alle infezioni batteriche come ad esempio le polmoniti, le infezioni cutanee, mucose, e delle vie urinarie.

I polimorfonucleati neutrofili, anche denominati granulociti, rappresentano quasi la metà (40-70%) dei globuli bianchi, o leucociti. I neutrofili derivano dalla divisione e maturazione delle cellule staminali presenti nel midollo osseo. Qui, una volta maturati, si riversano in parte nel sangue, prendendo il nome di quota circolante, e in parte nei tessuti, ovvero la quota marginata.

I neutrofili proteggono dalle infezioni batteriche. Infatti sia i neutrofili circolanti che quelli marginati rispondono prontamente al segnale lanciato dalle citochine, sostanze che vengono prodotte in fase di infiammazione, e in tempi rapidissimi raggiungono la sede di infezione dove eserciteranno la loro azione di fagocitosi. Per fagocitosi si intende l’internalizzazione, digestione e distruzione dei batteri all’interno dei neutrofili.

La classificazione delle neutropenie

La neutropenia può essere classificata in:

  • lieve, quando compresa tra 1000 e 1500 cellule per microlitro di sangue
  • moderata, se compresa tra 500 e 1000
  • grave, se inferiore a 500 cellule per microlitro di sangue.

Ma in base al tipo di esordio deve essere definita in:

  • neutropenia acuta, che può manifestarsi nel giro di poche ore o giorni
  • neutropenia cronica, la cui durata varia dai mesi agli anni e può avere andamento ciclico, o ondulante
  • neutropenia congenita, presente fin dalla nascita del paziente.

Le neutropenie generalmente sono benigne, ma nel caso in cui si rivelino gravi e acute, come menzionato poc’anzi, è necessario ricorrere all’ematologo, poiché potrebbero rappresentare una spia della leucemia o di una mielodisplasia, così come una forma mediata da anticorpi o secondaria all’uso di farmaci.

La neutropenia può anche essere spuria, o falsa: è il caso in cui troviamo pochi neutrofili circolanti, mentre una quota importante è dispersa nel pool marginato. Quest’ultimo termine indica la percentuale di cellule aderenti, in qualsiasi momento, alle pareti dei vasi sanguigni.

Come si manifesta?

La neutropenia può manifestarti all’emocromo: si parla di neutropenia nel caso in cui il valore assoluto dei neutrofili scende al di sotto di 1500 per microlitro di sangue. Attenzione però, si parla di conta assoluta dei neutrofili, non della conta percentuale e nemmeno della conta dei leucociti.

Clinicamente, la neutropenia si può manifestare con i segni di infezioni, molto frequenti quando i neutrofili scendono al di sotto del valore di 500/microlitro di sangue. Qui possono comparire:

  • febbre
  • segni di infezione prevalentemente a carico delle vie respiratorie, delle vie urinarie, della cute e delle mucose.

Perché compare la neutropenia? 

Le cause sono molteplici. Tra queste si possono ricordare:

  • le malattie autoimmuni
  • le infezioni virali
  • l’uso di farmaci
  • le leucemie, mielodisplasie
  • le chemioterapie.

Come si svolge la diagnosi?

Anche se la neutropenia non è sempre grave, il suo inquadramento risulta complesso, e solo l’ematologo o il medico curante possono fare una diagnosi accurata accostando i dati di laboratorio all’anamnesi, ai possibili sintomi o patologie sottostanti nonché alle modalità di esordio e decorso.

Ai fini diagnostici viene richiesto al paziente un campione di sangue per svolgere un emocromo con formula leucocitaria, che è alla base della diagnosi. Sempre l’ematologo indicherà quali altri esami necessari, i tempi e le modalità dei controlli finalizzati a individuare la patogenesi della neutropenia. In alcuni casi, quando si sospetta una patologia della cellula staminale, si renderà necessario eseguire l’agoaspirato e la biopsia osteomidollare.

Quindi il paziente che nota un asterisco sul valore assoluto dei neutrofili non deve necessariamente allarmarsi, ma nemmeno cancellare il problema. Sarà l’ematologo a valutare l’entità, a individuare la causa, a indicare il programma e i tempi del controllo futuro e, se ce ne fosse necessità, la terapia.