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La nefrite (infiammazione dei reni)


Con il termine nefrite ci si riferisce all’infiammazione del rene che coinvolge il parenchima, il tessuto interstiziale e il sistema vascolare.

Che cos’è la nefrite?

La nefrite è un'infiammazione del rene che può essere provocata da batteri oppure dall'esposizione a una tossina.

Sintomi della nefrite

Alcuni dei sintomi più comuni che si presentano in caso di nefrite, sono:

Cause della nefrite

La nefrite può avere differenti cause, ad esempio può essere provocata da:

Tipi di nefrite

Tra le malattie renali più importanti, abbiamo:

  • Nefrite acuta da malattia da siero, nefrite acuta che insorge nel corso di una malattia da siero. È caratterizzata, clinicamente, da una sindrome nefritica acuta con oliguria ed ematuria e, anatomopatologicamente, da una glomerulonefrite acuta proliferativa diffusa, con una patogenesi da immunocomplessi rilevabile con tecniche di immunofluorescenza e con la microscopia elettronica. Il complemento sierico è ridotto
  • N. allergica, può declinarsi sia in una reazione acuta da iper-reattività a un farmaco o a un cibo (interessa il parenchima o l’interstizio o il tessuto vascolare renale) sia in una reazione infiammatoria prodottasi dai reni a seguito di un processo immunologico
  • N. batterica o pielonefrite, infiammazione della pelvi renale e del parenchima dovuta a infezione batterica
  • N. cronica, nefrite lentamente progressiva con persistente proteinuria e, spesso, ematuria microscopica. L’insufficienza renale può essere complicata da ipertensione, edema, uremia e disturbi visivi. Le funzioni renali sono diminuite e, anatomicamente, i reni si presentano generalmente piccoli con una superficie granulare. Microscopicamente, i glomeruli ialinizzati sono associati con sclerosi vascolare, fibrosi interstiziale e degenerazione tubulare. La nefrite cronica può seguire a una nefrite acuta o a diverse altre malattie renali o può essere idiopatica
  • N. cronica interstiziale, infiltrazione cellulare nell’interstizio renale, fibrosi e danno tubulare. Il coinvolgimento del glomerulo interviene solo negli stadi più avanzati. Le manifestazioni cliniche prevedono poca o assente proteinuria, minima piuria, diminuita capacità di concentrazione renale e una lenta ma progressiva insufficienza renale con acidosi e incapacità di riassorbimento del sodio. Questa malattia può seguire a infezioni, ischemia, abuso di analgesici, anemia drepanocitica, ostruzione dei tratti renali e nefrite balcanica
  • N. interstiziale, caratterizzata dalla presenza di granulomi nell’interstizio renale. Può essere causata da diverse infezioni croniche, quali brucellosi, micosi, sifilide o tubercolosi, dall’accumulo di cristalli di urato nei tubuli distali, come nel mieloma multiplo. I granulomi sono costituiti da cellule mononucleate, cellule giganti e da un aumento di tessuto fibroso
  • N. glomerulare o anche detta glomerulonefrite, qualsiasi malattia glomerulare caratterizzata da infiammazione acuta, subacuta o cronica
  • N. lupica, alterazione della funzione e della struttura renale in concomitanza alla presenza del lupus eritematoso sistemico (LES)

Diagnosi e cura della nefrite

Per una diagnosi di nefrite è necessario rivolgersi al medico specialista, il nefrologo, che di fronte al quadro clinico del paziente e dopo avere fatto una serie di test, sarà in grado di diagnosticare o meno questa condizione. Alcuni test utili sono:

  • Esami del sangue
  • Tampone per la gola che può rivelare la presenza di un’infezione da streptococco
  • Biopsia del rene

Le cure per il trattamento della nefrite renale sono mirate a ridurre l’infiammazione renale in modo da limitare i possibili danni a questi organi. 

È necessario innanzitutto seguire una dieta sana, preferibilmente stilata da un nutrizionista, che vada a limitare il sale, il potassio e le proteine (in particolar modo i salumi e i formaggi stagionati).

È importante riposarsi ed eventualmente è possibile che il medico prescriva immunosoppressori e antibiotici per diminuire l’infiammazione.

Quali sono gli esami del sangue per vedere se i reni funzionano bene?

Tra gli esami ematici prescritti per valutare la funzionalità dei reni c’è sicuramente il dosaggio degli elettroliti. Va sottolineato che questi ultimi possono essere misurati anche tramite emogasanalisi ed esami delle urine.

Attraverso gli elettroliti - che rivestono anche un importante ruolo per quanto riguarda le funzionalità della pompa cardiaca - si può verificare lo stato di idratazione o disidratazione del paziente. Ecco perché valori alterati di questi analiti rappresentano un campanello d’allarme che merita ulteriori accertamenti per scongiurare complicanze cardiologiche.

Nel pacchetto di analiti comunemente prescritti quando si vogliono valutare gli elettroliti sono compresi:

Questi sono coinvolti in:

  • Funzionalità muscolare del cuore
  • Battito cardiaco
  • Regolazione della pressione arteriosa.

Solitamente vengono assunti attraverso la dieta e una loro alterazione, oltre che a problemi a carico dei reni, può essere dovuta a:

Cosa non mangiare per non affaticare i reni?

La protezione dei reni parte senza dubbio dalla dieta. La prima regola a tal proposito è quella di ridurre l’apporto di proteine, sodio e fosforo.

Oltre a questo, per evitare di affaticare eccessivamente i reni, sarebbe bene tenere sotto controllo l’apporto calorico quotidiano, che dovrebbe essere pari a circa 35 chilocalorie per chilogrammo (considerando, però, il peso forma della persona). 

Sarebbe ugualmente rischioso scendere al di sotto di questi valori perché aumenterebbero le probabilità di andare incontro a malnutrizione.

Per raggiungere l’apporto calorico ottimale, si possono aumentare le dosi di carboidrati e lipidi, fatta eccezione evidentemente per i pazienti che soffrono di diabete.

Sarebbe opportuno, infine, limitare le quantità di:

  • sale da cucina
  • dadi per brodo
  • salumi e affettati
  • formaggi
  • cibi in salamoia.

 

La scheda si basa sulle informazioni contenute nel "Dizionario Medico" di Antonio Cancellara (Verduci Editore)