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La SIBO o sovracrescita batterica intestinale

A cura di
Maria Francesca
Jaboli

La sovracrescita batterica dell’intestino tenue (abbreviata in SIBO) è caratterizzata da una presenza anomala quantitativa e qualitativa di batteri nella prima parte dell’intestino tenue, tratto in cui si svolgono i processi digestivi e di assorbimento dei nutrienti.

Che cosa è il microbiota?

Il microbiota umano è definito come “l’insieme di miliardi di microrganismi - batteri, funghi, virus, protozoa, lieviti - che in maniera fisiologica, o talvolta patologica, vivono in simbiosi con il corpo umano”.  Questi microrganismi hanno circa 5 miliardi di anni e noi siamo il loro vettore. Hanno 10 volte il numero delle cellule che ha il nostro corpo e sono responsabili per il 70% del nostro sistema immunitario, della produzione di ormoni, del senso di fame, dell’immagazzinamento dei grassi nelle cellule adipose e dell’ossidazione (scioglimento) dei lipidi.

Cambiano fisiologicamente con l’età e possono essere modulati da:

  • i primi 1000 giorni di vita a partire dal concepimento (tipo di gravidanza, dieta materna, tipo di parto, allattamento al seno/formula e svezzamento)
  • alimentazione (tipo di dieta, quantità di calorie, tipo di cottura)
  • origini
  • stile di vita
  • attività sportiva esercitata
  • presenza di stress o abusi e violenze
  • tipo di sonno
  • farmaci assunti
  • presenza di animali in casa. 

Sono concentrati per lo più nel tratto intestinale ed è necessario mantenere il giusto equilibrio tra quelli “ buoni o utili” e quelli “cattivi o nocivi”. La salute intestinale, di cui la flora batterica è protagonista, è il punto di partenza per rimanere in buona salute o per guadagnare salute. Già Ippocrate nel 400 a.C. diceva: la cattiva digestione è l’origine di ogni male.

Che cos'è la SIBO?

La sovracrescita batterica dell’intestino tenue (abbreviata in SIBO, dall’inglese small intestinal bacterial overgrowth) è caratterizzata da una presenza anomala quantitativa e qualitativa di batteri nella prima parte dell’intestino tenue, tratto in cui si svolgono i processi digestivi e di assorbimento dei nutrienti.

A differenza del colon la concentrazione dei batteri nel tenue è estremamente inferiore poiché gli acidi gastrici e biliari prevengono il passaggio dei batteri nell’intestino, mentre la normale peristalsi porta alla loro eliminazione. Quando questi fattori protettivi vengono a mancare, si danneggiano le condizioni di salute dell’intestino.

I batteri che normalmente vivono nel colon, arrivano nell’intestino tenue e iniziano così a proliferare specie quali Escherichia Coli, Lactobacillus, Bacteroides e Streptococcus con conseguente infiammazione e danneggiamento dell’epitelio intestinale. È una condizione molto diffusa che viene generalmente affrontata come un’infezione e oltre l’80% dei pazienti ha una ricaduta entro i 7 mesi post trattamento.

Quali sono i sintomi della SIBO?

I sintomi più comuni della SIBO sono:

La severità di questi sintomi varia in funzione dell’entità della contaminazione, delle specie batteriche implicate e dell’estensione del tratto intestinale interessato. Pertanto si possono incontrare forme pressoché asintomatiche, quali un senso di gonfiore addominale, fino a forme conclamate di malassorbimento intestinale con carenze nutrizionali, vitaminiche e anemia, dolore addominale, alterazioni dell’alvo, perdita di peso ingiustificata, fegato grasso e stanchezza eccessiva

Perché insorge la SIBO?

La proliferazione microbica eccessiva nel piccolo intestino è favorita da diversi fattori di rischio, tra cui:

Spesso una presunta intolleranza alimentare nasconde una sovracrescita microbica o una cura scorretta a base di probiotici può portare ad un’eccessiva colonizzazione dell’intestino tenue da parte dei batteri. Gli inibitori della pompa gastrica sono tra i farmaci maggiormente usati ed è stato dimostrato che la SIBO colpisce in media il 50% dei pazienti che assumono questi farmaci a dosaggio pieno per 1 anno e può raggiungere la percentuale del 70-75% dopo 5 anni di terapia continuativa. Inoltre la severità dei sintomi aumenta con la durata della terapia.

Come si scopre la SIBO?

La diagnosi viene fatta prima di tutto sul riconoscimento dei sintomi e sulla base della storia anamnestica del soggetto.

Successivamente si richiedono dei test specifici quali il breath test al glucosio o lattulosio. La diagnosi differenziale va posta nei con fronti della sindrome dell’intestino irritabile, della diverticolite, della celiachia, dell’intolleranza al lattosio, dopo aver escluso le patologie organiche del piccolo e grosso intestino e del pancreas.

Come si cura la SIBO?

La cura di questa condizione consiste prima di tutto nel correggere le condizioni che hanno provocato il disequilibrio del microbiota. È necessario prima di tutto escludere l’utilizzo e l’appropriatezza della terapia con inibitori di pompa protonica con conseguente intervento di sostituzione della stessa con alternative terapeutiche.

Inoltre è importante accertarsi che vi sia una buona motilità intestinale tra i pasti per svuotare l’intestino ed eliminare i batteri. Un modo per farlo è quello di consentire un tempo adeguato tra i pasti. A seconda dell’efficienza della digestione, sono necessarie dalle tre alle cinque ore tra i pasti. Inoltre la riduzione dello stress e l’ottimizzazione dei cicli circadiani aumentano la motilità digestiva.

Il trattamento richiede molto tempo e dipende anche dall’alimentazione, dallo stile di vita e dall’utilizzo di cure specifiche. L’antibiotico prescritto è generalmente la rifaximina, terapia ben tollerata e con una buona efficacia. Si possono successivamente dare probiotici per 2-3 settimane senza prebiotici, cibo che alimenta i batteri dell’intestino tenue, altrimenti si può peggiorare il gonfiore intestinale.

Cosa non mangiare con la SIBO?

Il problema alla base della sovracrescita batterica dell’intestino è la fermentazione e quindi la dieta non può basarsi su zuccheri e carboidrati. È importante eliminare:

  • zucchero
  • farine raffinate
  • miele
  • ortaggi amidacei (patate, melanzane)
  • crucifere (cavoli, broccoli)
  • frutta e latticini

Al contrario sono indicati: radicchio rosso, indivia, carote, zucchine, ravanelli, cetrioli, finocchio, zucca, asparagi, funghi. Tra gli zuccheri da evitare vi sono tutti i dolcificanti (mannitolo, sorbitolo, lattulosio, sucralosio, fruttosio) e ovviamente tutti i cibi con zuccheri della frutta aggiunti.

Come curare la SIBO in modo naturale?

Prima dell’avvento del frigo si utilizzava la fermentazione degli alimenti come metodo di conservazione di cibi come verdura, frutta, latticini, carne e pesce. Questo processo per via dei probiotici rende i cibi più digeribili, aumenta la loro capacità antiossidante e il contenuto di vitamine. I cibi fermentati, se introdotti correttamente, possono essere un grosso aiuto per chi soffre di SIBO, ma al contrario, se introdotti incorrettamente e a dosi eccessive, possono peggiorare i sintomi.

Le verdure fermentate più famose sono i crauti dal cavolo cappuccio, ma possono essere fermentati tantissimi tipi di verdure come ad esempio la carota, la cipolla, i peperoni, il sedano, il cavolo rosso, la barbabietola e i cetrioli. Anche il pane, i formaggi, la birra, il vino, il sidro e l’aceto possono essere fermentati dall’azione di batteri, lieviti o funghi filamentosi. L’influenza orientale ha portato anche il miso, il kimchi (metà verdure quali cavoli, ravanelli, cetrioli e cipollotti e metà spezie quali zenzero, peperoncino, aglio) e lo umeboshi. Meritano attenzione le bevande quali il tè kombucha, il kefir e i vari yogurt addizionati di probiotici.