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Ipotiroidismo. Di cosa si tratta, sintomi e cura


L’ipotiroidismo è una malattia dovuta a una diminuzione nella secrezione di ormoni da parte della ghiandola tiroidea, con significative ripercussioni sul metabolismo dell’organismo.

Cosa è l’ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo è una condizione che si caratterizza per la diminuzione dell’attività secretoria della tiroide. La tiroide è una ghiandola endocrina, e si trova davanti alla trachea, sulla base del collo. Grazie alla secrezione degli ormoni tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), la tiroide regola l’attività metabolica dell’organismo.

Ad essere regolate dalla tiroide ci sono ulteriori funzioni dell’organismo come lo sviluppo, nel feto, di scheletro e cervello, quindi la sintesi proteica, il battito cardiaco, lo sviluppo della pelle, la temperatura del corpo o, infine, l’ematopoiesi.

La condizione clinica che ne deriva viene definita mixedema, ossia l’insieme dei segni e sintomi dovuti alla carenza o mancanza delle iodotironine (T3 e T4) a livello dei vari organi e tessuti.

Tipi di ipotiroidismo

Ci possono essere diverse tipologie:

  • ipotiroidismo primitivo quando si ha una specifica disfunzione della tiroide, dovuta a malattie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto, carenza di iodio o per tiroidectomia. Si tratta di un intervento chirurgico volto alla rimozione, parziale o totale, della tiroide
  • ipotiroidismo secondario, determinato da un malfunzionamento dell’ipofisi, che produce in quantità insufficiente l’ormone TSH
  • ipotiroidismo terziario, dovuto ad una disfunzionalità dell’ipotalamo, che produce l’ormone TRH in quantità non sufficiente
  • ipotiroidismo iatrogeno, determinato da alcuni farmaci, solitamente farmaci antitiroidei somministrati con dosaggio eccessivo.

Ipotiroidismo congenito

L’ipotiroidismo  congenito, o infantile, è una patologia metabolica presente fin dalla nascita dovuta ad una significativa carenza, nel neonato, di ormone tiroideo. Le cause possono essere trovate sia in una carenza di iodio da parte della madre, durante la gravidanza, sia da problematiche della tiroide da parte del neonato.

Già a partire dalla nascita, i sintomi che possono manifestarsi sono problemi respiratori, lingua ingrossata, problemi nella suzione, ritardo nella maturazione dell’apparato scheletrico.

Il sistema nervoso centrale, in caso di intervento non tempestivo, rischia di subire danni irreversibili, incluso un ritardo mentale significativo.

Chi soffre di ipotiroidismo che sintomi ha?

I principali sintomi che si possono manifestare quando si presenta una carenza della funzione tiroidea sono:

  • astenia, stanchezza generalizzata
  • crampi muscolari
  • sonno eccessivo
  • intolleranza al freddo
  • stipsi
  • depressione
  • difficoltà di concentrazione
  • difficoltà di memoria
  • pallore e secchezza della cute
  • viso e palpebre gonfie
  • assottigliamento delle unghie
  • alterazioni del ciclo mestruale nel senso della irregolarità o dell’abbondanza
  • alti livelli di colesterolo
  • frequenza cardiaca rallentata.

L’ipotiroidismo fa ingrassare?

Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, è difficile trovare un collegamento diretto tra aumento di peso e patologie tiroidee. L’ipotiroidismo lieve o moderato, in altre parole, non determina variazioni di peso, né è considerabile causa primaria della obesità.

Nei casi di grave ipotiroidismo, tuttavia, è possibile che il paziente incorra in un incremento di peso, dovuto nello specifico sia alla ritenzione idrica che all’aumento della massa grassa.

A cosa è dovuto l’ipotiroidismo?

Le principali cause di ipotiroidismo sono:

  • la carenza di iodio nella dieta: tipica di alcune zone geografiche e delle popolazioni in via di sviluppo. Lo iodio infatti riveste un ruolo centrale nella fisiologia della ghiandola tiroidea, essendo sia un elemento fondamentale per la sintesi degli ormoni, sia un regolatore della funzione tiroidea. L’apporto iodico è assicurato all’organismo mediante composti iodati contenuti nel cibo, sale, acqua e preparazioni vitaminiche
  • la tiroidite linfocitaria autoimmune o di Hashimoto. È la forma più frequente di tiroidite cronica, con incidenza compresa tra 0.3-1.5/1000 all’anno. Nella sua forma diffusa, è la causa principale d’ipotiroidismo conclamato nelle zone iodo-sufficienti. L’origine è autoimmune, si determina un’infiltrazione infiammatoria che determina una distruzione progressiva del tessuto tiroideo.

Altre cause meno frequenti sono secondarie ad interventi chirurgici, terapie radianti, agenesia tiroidea.

Come si diagnostica?

La diagnosi si effettua in seguito a esami del sangue e si basa sul riscontro di valori TSH elevati. Il TSH è, si ricorda, un ormone rilasciato dall’ipofisi che regola il funzionamento della tiroide. Il secondo riscontro che deve presentarsi è la riduzione di tiroxina libera (FT4) circolante.
 
Per un corretto inquadramento diagnostico è utile valutare anche gli autoanticorpi anti tireoglobulina (Ab anti-TG) e anti-tireoperossidasi (Ab anti-TPO).
 
Si consiglia inoltre l’esecuzione di una ecografia della ghiandola tiroidea: in caso di tiroidite autoimmune, infatti, la tiroide spesso presenta delle caratteristiche ecografiche specifiche. Non è invece utile nella diagnosi di ipotiroidismo.

Come si può curare l’ipotiroidismo?

La terapia dell’ipotiroidismo è di tipo sostitutivo: ha lo scopo di risolvere eventuali sintomi e segni, ottenere una normalizzazione del TSH, nell’i. primitivo, o delle frazioni libere, nell’i. secondario, ed evitare il sovradosaggio. La prima scelta è la levotiroxina, che mima esattamente l’FT4 che non viene prodotto dalla ghiandola.

Attualmente in commercio vi sono diverse formulazioni di L-tiroxina:

  • compresse, come nel caso di Eutirox, Levotiroxina Te, Levotiroxina EG
  • compresse senza lattosio, Tirosint
  • soluzione orale in soluzione alcolica al 99%, Tirosint S.O. o Tirosint gocce
  • capsule molli, Tiche, Syntroxine.

Il controllo dell’appropriatezza terapeutica va eseguito verificando il dosaggio del TSH e FT4 nel sangue a distanza di almeno 1, 3 mesi dall'inizio della terapia o dalla modifica del dosaggio.

Cosa mangiare con l’ipotiroidismo?

È bene che il paziente, che in ogni caso è tenuto a seguire una terapia farmacologica, abbia nella propria alimentazione diverse sostanze nutritive, prime tra tutte iodio e selenio, affinché l’ormone T4 sia trasformato in T3.

Di seguito una breve rassegna indicativa dei nutrienti:

  • iodio, presente nel sale da cucina e nell’alga wakame
  • selenio, nelle noci del Brasile
  • acidi grassi omega 3, presenti nei pesci grassi ma meno nei pesci di allevamento
  • zinco, che si trova in carne, latticini, legumi, cereali integrali, noci
  • aminoacidi, nei latticini e nelle uova, oltre che nella carne e nei legumi
  • vitamina C, nel succo d’arancia, nei peperoni e nei broccoli.

Cosa succede se non si cura l’ipotiroidismo?

Nei casi in cui questa disfunzione non dovesse essere curata, e soprattutto se protratta nel tempo, può determinare serie ripercussioni come una riduzione della funzione cardiaca, versamento pericardico, aumento della pressione minima.

Tra le conseguenze più significative, si segnalano una compromissione a carico delle funzioni cognitive e il coma.