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Pericardite, di cosa si tratta e come si cura

A cura di
Bruno
Andreuzzi

La pericardite è un processo infiammatorio a carico del sacco pericardico. Avere una diagnosi accurata permette di intervenire con una terapia efficace.

Cos’è la pericardite?

La pericardite è l’infiammazione del pericardio, la doppia membrana, separata da una minima quantità di liquido lubrificante, che avvolge e protegge il cuore permettendogli di muoversi agevolmente in mezzo alle altre strutture toraciche.

Questa infiammazione comporta in genere l’aumento reattivo del liquido di separazione delle due membrane, aumento che prende il nome di versamento pericardico.

Quali sono i sintomi della pericardite?

Il sintomo principale è il dolore toracico. Questo dolore è provocato dalla frizione delle due membrane irritate e si riduce, talora scomparendo, quando il liquido si accumula, formando il versamento. Si tratta nella maggior parte dei casi di un dolore continuo, accentuato dalle variazioni di posizione, quando ad esempio si è distesi o sdraiati, e dal respiro. Come tutte le infiammazioni, può associarsi la febbre.

Quando l’accumulo di liquido accade in tempi rapidi, il cuore può risultare compresso, con conseguente compromissione della capacità di pompare il sangue, mancanza di fiato e grave spossatezza. È anche possibile che possano associarsi:

Come avviene la diagnosi di pericardite?

La diagnosi di pericardite si basa su:

  • sintomi
  • esame obiettivo, ovvero sulla visita medica. In particolare sull’ascoltazione del cuore che può evidenziare i cosiddetti sfregamenti pericardici, un crepitio dovuto al movimento del pericardio infiammato
  • alterazioni degli esami del sangue quali aumento PCR e VES. In casi complicati anche troponina ed emocromo
  • esami per individuare una malattia sottostante, se necessario
  • esami strumentali quali elettrocardiogramma, ecocardiogramma, lastra del torace, TAC, risonanza magnetica.

Gli esami strumentali possono permettere, inoltre, la scoperta di una eventuale malattia sottostante, soprattutto in caso di pericardite complicata.

Quali sono le cause?

Le cause della pericardite possono essere varie:

  • infettiva, in genere virale. Sono ben note ad esempio le pericarditi da Covid, anche se qualunque virus può determinare una pericardite
  • batterica e in tal caso il liquido che si accumula è talora purulento, contiene cioè globuli bianchi decomposti. Un particolare tipo di pericardite dipende dalla tubercolosi
  • idiopatica cioè senza una causa evidente. Spesso si tratta di una lieve infezione virale, e in tal caso è in genere benigna
  • da radiazioni, spesso iatrogena, dovuta cioè a radiazioni utilizzate per curare tumori toracici
  • tumorale e in tal caso il versamento è in genere ematico, cioè il liquido contiene sangue
  • traumatica sia per un urto sul torace, sia per una ferita, come ad esempio una coltellata. Ma anche in questo caso può essere iatrogena, in conseguenza di un massaggio cardiaco durante la rianimazione cardio-respiratoria oppure dopo interventi, sia di cardiochirurgia che percutanei, come l’ablazione delle aritmie.

La pericardite può essere conseguenza di un infarto miocardico, può derivare da una insufficienza renale. Può essere infine tossica, dovuta quindi ad alcuni farmaci, oppure dovuta a malattie autoimmunitarie come il lupus o l’artrite reumatoide.

Esistono possibili complicazioni?

Nella maggioranza dei casi si tratta di una malattia relativamente benigna anche se c’è il rischio, se non curata scrupolosamente, di ricadute.

Se si accumula rapidamente il versamento, possibilità più frequente in caso di trauma, può verificarsi una compressione del cuore, che non è in grado di riempirsi di sangue in modo funzionale né può, di conseguenza, pomparlo. Si determina come conseguenza uno stato di shock. Si tratta di una emergenza che richiede un trattamento in tempi brevissimi. Il trattamento prende il nome di pericardiocentesi. È in questo modo, ad esempio, che si può morire per un colpo al cuore inferto da un’arma da taglio o un d’arma da fuoco.

Talora l’infiammazione si propaga al muscolo cardiaco e si ha una mio-pericardite. Solo raramente questa comporta una grave disfunzione del muscolo cardiaco, come si verifica invece più spesso in una miocardite primitiva. Soprattutto nel caso di pericardite da radiazioni o da tubercolosi può svilupparsi una cicatrice che comprime permanentemente il cuore, determinando una pericardite costrittiva: una situazione di permanente malfunzionamento del cuore che può richiedere un intervento cardiochirurgico. 

Quanto dura la pericardite?

Nella maggioranza dei casi i disturbi e le alterazioni degli esami della pericardite non complicata si risolvono, sotto terapia appropriata, in due settimane. A questo punto si riduce progressivamente la dose della terapia e si può riprendere una normale attività fisica. Gli atleti non dovrebbero riprendere allenamenti intensi e gare per almeno tre mesi dopo la risoluzione dei disturbi.

Nei casi di pericardite complicata o dovuta a specifiche cause, come ad esempio le malattie autoimmuni, l’insufficienza renale, le malattie batteriche o virali gravi, la durata può essere decisamente più prolungata. Se non curata scrupolosamente, la pericardite può però durare a lungo o ricomparire a breve, e in queste circostanze si parla di pericardite recidivante.

Come si cura una pericardite?

La pericardite non complicata si cura con una terapia combinata:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS, che vanno usati a dose piena fino a risoluzione sintomi ed esami del sangue, poi ridotti progressivamente
  • colchicina, un alcaloide, che va proseguito per almeno tre mesi per evitare ricadute. 

Nei casi complicati o gravi si devono anche curare la causa della malattia, con antibiotici in caso di infezione batterica ad esempio, e le complicazioni della malattia, la già citata pericardiocentesi ad esempio in caso di tamponamento cardiaco.

Nel caso di ricadute o non risposta alla terapia iniziale si può dover ricorrere al cortisone, che non si usa come terapia iniziale, a parte casi selezionati, perché può favorire le recidive ed è una terapia più complessa e difficile da gestire.

In rari casi di pericardite refrattaria alle cure, si può dover ricorrere a terapie particolati, come ad esempio la terapia sostitutiva con immunoglobuline o la terapia immunosoppressiva.