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La vitamina D, cos’è e a cosa serve

A cura di
Francesca
Michelacci

La vitamina D è un elemento essenziale per il corretto funzionamento del nostro organismo. Vediamo cos’è, a cosa serve.

A cosa serve la vitamina D?

La vitamina D è una vitamina liposolubile, essenziale per molte funzioni dell’organismo, in particolare per l’assorbimento di alcuni minerali a livello intestinale (calcio, magnesio e fosfato).

Nell’essere umano, la vitamina D si presenta in due forme:

  • Vitamina D3 (colecalciferolo) che viene sintetizzata dal nostro organismo
  • Vitamina D2 (ergocalciferolo) che viene assunta con il cibo

È stato dimostrato che la vitamina D favorisca l’assorbimento intestinale del calcio e aiuti a mantenere i livelli di calcio e fosforo, in modo da garantire una corretta mineralizzazione dell'osso, fondamentale per la sua crescita e il suo rimodellamento.  Livelli ottimali di vitamina D prevengono il rachitismo nei bambini, la fragilità ossea nell'adulto e l’osteoporosi nell'anziano.

La vitamina D ha, inoltre, molte altre funzioni fisiologiche importanti per il nostro organismo, inclusa la modulazione della crescita cellulare, il rafforzamento e la regolazione delle difese immunitarie, il mantenimento della funzione neuromuscolare. Ma non esistono ulteriori evidenze scientifiche in grado di avvalorare l'ipotesi che la vitamina D sia coinvolta in altri disturbi, come le malattie autoimmuni e i tumori.

Cosa bisogna mangiare per aumentare la vitamina D?

La vitamina D è presente in modeste quantità in:

  • Pesci grassi, come il salmone e le aringhe
  • Olio di fegato di merluzzo
  • Fegato di bovino
  • Uova
  • Latte e derivati
  • Formaggi grassi
  • Funghi

Inoltre possiamo trovarla anche sotto forma di integratore dietetico.

Dove si trova la vitamina nella verdura?

Questa vitamina si trova soprattutto nelle verdure con foglie larghe e di colore scuro, nello specifico la si trova: nei broccoli, nella cicoria, nelle bietole, ma anche nel cavolo nero e nei comunissimi funghi champignon.

Quali sono i frutti che contengono la vitamina D?

I frutti che contengono vitamina D sono quelli del cacao, i quali, nel periodo dell'essiccamento sotto il sole, assimilano questa vitamina per noi fondamentale.

Come si crea la vitamina D?

La presenza nell'organismo di vitamina D è dovuta in minima parte all'assunzione alimentare. La maggior parte della vitamina D, infatti, si forma attraverso la sintesi cutanea, in seguito all'esposizione ai raggi solari UV-B. 

In ogni caso, la vitamina D deve essere attivata per poter essere utilizzata dal nostro organismo, e questo avviene a opera di due reazioni di idrossilazione:

  • La prima nel fegato: conversione a calcidiolo [25(OH)D]
  • La seconda nel rene, dove si produce la forma fisiologicamente attiva [1,25(OH) 2 D], il calcitriolo

Il metabolismo della vitamina D può essere influenzato da vari fattori, per esempio:

  • Fattori ambientali come l'esposizione al sole, uso di creme solari protettive che impediscono la fotoconversione, la pigmentazione della pelle e l'abbigliamento
  • Fattori fisiologici come l'età, indice di massa corporea, volume extracellulare
  • Fattori genetici come i polimorfismi di geni coinvolti nella sintesi dei recettori o di enzimi
  • Fattori individuali come l'abitudine al fumo, patologie o terapie farmacologiche che ne limitano l'assorbimento o la trasformazione

Perché si ha la vitamina D bassa?

Tra le cause principali della carenza di vitamina D possiamo includere fattori anagrafici come l’età avanzata, stili di vita scorretti come il fumo di sigarette, condizioni quali l’obesità, l’insufficienza epatica e quella renale o, ancora, la celiachia e il morbo di Crohn.

Hanno più probabilità di patire un deficit di vitamina D i pazienti che soffrono di osteoporosi, hanno un linfoma o sono affetti da iperparatiroidismo.

La carenza di vitamina D, infine, è anche una delle conseguenze di alcune patologie quali l’istoplasmosi, la tubercolosi e la sarcoidosi.

Quali sono i sintomi di una carenza di vitamina D? 

Studi epidemiologici hanno riscontrato un'elevata percentuale di casi di carenza di vitamina D nella popolazione generale, complice anche il cambiamento di abitudini della società, per cui diminuiscono sempre più i momenti all'aria aperta e alla luce del sole in favore di quelli tra le mura domestiche o in ufficio. 

I sintomi più comuni della carenza di vitamina D sono:

Le conseguenze della carenza possono portare a esiti anche gravi. Il malassorbimento di calcio infatti rende le ossa più fragili e quindi più esposte a:

  • Deformazioni 
  • Osteoporosi 
  • Problemi alle articolazioni
  • Fratture

Il deficit di vitamina D, come accennato sopra, durante l'infanzia provoca rachitismo e ossificazione incompleta, durante la crescita. È possibile, inoltre, che la carenza porti a un insufficiente sviluppo muscolare, con comparsa di crampi, formicolii e spasmi. 

Quanta vitamina D bisogna assumere?

Visti i numerosi compiti e funzioni di questo prezioso micronutriente, recentemente i livelli di assunzione raccomandati sono stati innalzati, proprio per garantire tutti i benefici legati a un corretto livello di vitamina nell'organismo.

I LARN (livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana) raccomandano 10µg (400 IU) di vitamina al giorno fino a un anno di vita, 15 µg (600 IU) per bambini, adolescenti e adulti e 20µg (800 IU) per gli anziani. La vitamina D viene espressa come colecalciferolo (1 μg di colecalciferolo = 40 IU vit. D).

Cosa fare in caso di ipovitaminosi D?

Nel caso di ipovitaminosi D il medico curante o lo specialista consiglieranno una supplementazione vitaminica. La vitamina D somministrata si accumula in gran parte nel tessuto adiposo, per poi essere rilasciata gradualmente. Questo aspetto consente di utilizzare diversi schemi di somministrazione: giornaliera, settimanale, mensile, trimestrale o annuale (per bocca o intramuscolo).

La supplementazione giornaliera di vitamina D è di circa 800 - 1000 UI al giorno, ma può aumentare fino A 2000 - 4000 UI (sempre al giorno) nelle condizioni di severo deficit, con concomitante assente esposizione solare, ridotto apporto dietetico e ridotto assorbimento di calcio.

Bisogna ricordare però che la fonte primaria di vitamina D rimane l'esposizione alla luce solare: è necessario quindi passare più tempo possibile all'aria aperta, migliorando il proprio stile di vita che andrà a incidere positivamente sulla nostra salute. Gli esperti affermano che per sintetizzare la giusta quantità di vitamina D sia necessario trascorrere quotidianamente almeno 20 minuti al sole.

I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.

Quando viene prescritto l’esame della Vitamina D?

È necessario fare il test della Vitamina D per verificarne o meno la carenza e quando è necessario monitorare l’eventuale supplementazione della stessa. Il test della vitamina D viene prescritta in caso di:

  • Valori anomali di calcio, fosforo e PTH
  • Diagnosi di una patologia ossea
  • Sospetto di carenza di vitamina D
  • Integrazione di vitamina D per verificare e controllare le concentrazioni raggiunte

Il dosaggio della vitamina D riveste un ruolo essenziale nell'osservazione dei pazienti che presentano disturbi del metabolismo del calcio associati a:

  • Rachitismo
  • Sclerosi multipla
  • Ipocalcemia
  • Gravidanza
  • Osteodistrofia nutrizionale e renale
  • Ipoparatiroidismo
  • Osteoporosi nella postmenopausa
  • Assunzione di farmaci che possono interferire con l'assorbimento della vitamina stessa: cortisonici, corticosteroidi, anticonvulsivanti
  • Patologie che causano malassorbimento: fibrosi cistica, celiachia, morbo di Crohn

Inoltre, l’esame è indicato per il monitoraggio di tutti quei soggetti a rischio, come anziani e persone ricoverate, persone obese o che hanno subito bypass gastrico.

L’esame si esegue attraverso il prelievo di un campione di sangue venoso e non richiede alcuna preparazione. 

A cosa serve l’esame per la Vitamina D?

L’esame consente di verificare la quantità di vitamina D presente nell’organismo e di accertare se il paziente sia carente o meno. I valori di riferimento sono i seguenti, per uomo e donna, espressi in ng/ml:

  • Carenza: minore di 10
  • Insufficienza: 10 - 30
  • Sufficienza: 30 – 100
  • Tossicità: maggiore di 100

Tali valori sono sovrapponibili a quelli indicati dall'US Endocrine Society che definisce valori di vitamina D bassa < 20 ng/ml e l'insufficienza compresa tra 21 e 30 ng/ml, e dall'Institute of Medicine statunitense, che riconosce in valori pari o superiore a 20 ng/ml una concentrazione adeguata per il mantenimento di una buona salute ossea. Livelli superiori a 30 ng/ml non offrono effetti significativamente migliori.

Ricordiamo infine che la carenza di vitamina D non si misura con il dosaggio ematico della forma attiva, infatti l'1,25 (OH)₂D non riflette l'effettivo stato della vitamina perché ha un'emivita troppo breve e i suoi livelli nel sangue periferico sono di gran lunga inferiori a quelli del 25(OH)D, considerato il miglior indicatore sierico, con un'emivita di due-tre settimane.