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Iperparatiroidismo: sintomi, diagnosi e cura

A cura di
Silvia
Accornero

L’iperparatiroidismo è una condizione correlata ad una eccessiva presenza, nel sangue, di ormone paratiroideo. Il trattamento mira alla risoluzione di sintomi e complicanze

Che cosa è l’iperparatiroidismo?

Il termine iperparatiroidismo indica la presenza di alti livelli di paratormone (PTH) nel sangue, conseguenza di una elevata secrezione di PTH. Il paratormone è un ormone che regola i livelli di calcio e fosforo nell’organismo. Viene prodotto dalle ghiandole paratiroidi: quattro piccole ghiandole che si trovano nel collo, dietro la tiroide. In una piccola, ma non trascurabile, percentuale della popolazione le paratiroidi si trovano in altre parti del collo o nel torace, oppure sono in numero superiore a quattro.

Il paratormone svolge una funzione essenziale affinché i livelli di calcio nel sangue siano nella norma. La sua azione avviene a livello dei reni, dell’intestino tenue e delle ossa. Il calcio, a sua volta, ha un ruolo di estrema importanza per il controllo di diverse funzioni quali:

  • attività muscolare
  • attività cardiaca
  • attività dell’apparato digerente
  • trasmissione degli impulsi nervosi
  • la conservazione della struttura dell’osso.

Quali sono le cause?

Esistono diverse  forme di iperparatiroidismo, a seconda delle cause che hanno determinato gli alti livelli ematici di paratormone. Si possono infatti avere:

  • iperparatiroidismo primitivo, o iperparatiroidismo primario: una o più paratiroidi subisce una trasformazione tumorale, solitamente benigna, e produce una quantità eccessiva di paratormone. Le cause della trasformazione tumorale non sono note, ma si conoscono fattori predisponenti genetici, come le neoplasie endocrine multiple di tipo 1 (MEN1) e di tipo 2A (MEN2A); e fattori scatenanti come l’esposizione a radiazioni ionizzanti
  • iperparatiroidismo secondario: le paratiroidi producono più paratormone per compensare delle alterazioni del calcio e del fosforo causate da carenze nutrizionali, patologie o farmaci. Può essere presente, ad esempio, in caso di deficit di vitamina D, nei pazienti con insufficienza renale cronica, o in terapia con litio o, ancora, nei casi di sindrome da malassorbimento
  • iperparatiroidismo terziario: in seguito ad un iperparatiroidismo secondario di lunga data, una paratiroide subisce una trasformazione tumorale, solitamente benigna, e produce una quantità inappropriata di paratormone.

Quali sono i sintomi dell’iperparatiroidismo?

I sintomi cambiano nelle diverse forme di iperparatiroidismo, dal momento che sono correlati ai livelli di calcio e fosforo nel corpo e non a quelli di paratormone. Nell’iperparatiroidismo primitivo e terziario si hanno:

  • elevati livelli di calcio nel sangue e nelle urine
  • ridotti livelli di fosforo nel sangue
  • elevati livelli di fosforo nelle urine.

In conseguenza a queste alterazioni dei livelli di calcio e fosforo si possono formare:

Si possono inoltre avvertire debolezza, stipsi, perdita di appetito, perdita di memoria, scarsa concentrazione. Alcuni casi di iperparatiroidismo primitivo e terziario sono asintomatici, poiché correlati ad alterazioni minime dei livelli di calcio e fosforo.

L’iperparatiroidismo secondario è di per sé asintomatico. Si possono tuttavia verificare sintomi causati dalle carenze o patologie che sono la causa dell'iperparatiroidismo stesso.

Come si ottiene la diagnosi?

Il percorso diagnostico nei casi di sospetto di iperparatiroidismo primitivo prende l’avvio con l’esame per il dosaggio di PTH nel sangue, insieme agli esami per:

Tra gli altri esami previsti ci sono:

In che modo si può intervenire?

Il trattamento cambia nelle diverse forme di iperparatiroidismo.

Nell’iperparatiroidismo primitivo e terziario sintomatici il trattamento risolutivo è chirurgico. L’intervento chirurgico ha come obiettivo l’asportazione della paratiroide iperfunzionante. Gli specialisti possono inoltre prescrivere dei farmaci per ridurre i sintomi, quando l’intervento chirurgico non è praticabile o quando il paziente è in attesa di esso. Nelle forme asintomatiche si predilige l’osservazione nel tempo.

Nell’iperparatiroidismo secondario si interviene con specifici integratori di minerali e vitamine. Questi servono a compensare le alterazioni di fosfato e calcio dovute alle carenze, patologie o farmaci che sono la causa del rialzo del paratormone. L’assunzione degli integratori deve avvenire sotto supervisione medica, infatti l’utilizzo di prodotti inadeguati per tipologia o quantità può risultare inefficace o dannoso.

Cosa mangiare per abbassare il paratormone?

Solitamente l’approccio nutrizionale non è sufficiente a ridurre il paratormone. Il regime alimentare consigliabile è comunque diverso a seconda della forma di iperparatiroidismo.

Nell’iperparatiroidismo primitivo e terziario è opportuno ridurre l’assunzione di calcio, mentre nell’iperparatiroidismo secondario è necessario soddisfare il proprio fabbisogno di calcio. È consigliabile consultare un dietista per la stesura di un programma alimentare che tenga conto del fabbisogno personale di calcio e di eventuali altre necessità alimentari. 

Come evidente, l’iperparatiroidismo è una patologia complessa: si manifesta in diverse forme che presentano sintomi e quadri clinici differenti, oltre a richiedere ciascuno una specifica terapia. Rivolgersi ad uno specialista endocrinologo è fondamentale, sia per avere una diagnosi precisa sia per ottenere le indicazioni terapeutiche e comportamentali più appropriate per il caso.