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Frattura delle ossa: cause, sintomi e trattamenti


La frattura delle ossa è l’interruzione della loro continuità e dell’integrità strutturale. Può essere dovuta ad un trauma o avere natura patologica e avvenire in maniera spontanea

Come si presenta la frattura ossea?

La frattura di un osso è l’interruzione della sua integrità strutturale e può essere causata da un trauma o avere origine patologica e, quindi, svilupparsi in maniera spontanea.

Le fratture possono presentarsi in vari modi, a seconda della tipologia di danno e del modo in cui l’osso si rompe:

  • fratture composte: quando non c’è dislocazione di frammenti ossei o spostamenti delle sezioni fratturate
  • fratture scomposte: i segmenti fratturati si dislocano spostandosi dalla loro posizione anatomica
  • frattura chiusa: si tratta di un danno che non comporta lesioni della cute, che rimane integra
  • frattura esposta: una lesione che comporta lacerazione della pelle ed espone la persona ad un elevato rischio di infezione
  • frattura completa: quando la rottura comprende la totalità dello spessore osseo
  • frattura incompleta: si tratta di un’infrazione ossea, in cui non c’è rottura completa
  • frattura stabile: quando non entrano in gioco forze deformanti
  • frattura instabile: quando forze deformanti come quella muscolare impediscono una totale immobilità della frattura e ne compromettono la guarigione in tempi brevi
  • frattura semplice o pluriframmentarie: la distinzione avviene in base al numero di frammenti ossei che il danno produce. Se sono numerosi si parla di frattura pluriframmentaria, in caso contrario si tratta di un frattura semplice
  • frattura trasversa:  quando la lesione si sviluppa ad angolo retto rispetto all’asse longitudinale dell’osso
  • frattura obliqua: la lesione forma un angolo inferiore ai 90° rispetto all’asse longitudinale dell’osso
  • frattura longitudinale o spiroide: nel primo caso la lesione è parallela all’asse longitudinale, nel secondo si sviluppa a spirale avvolgendosi al segmento osseo.

Come si diagnostica una frattura?

L'esame più comunemente prescritto per la diagnosi di una frattura è la radiografia

Solitamente, vengono fotografate almeno due proiezioni per verificare che i frammenti ossei siano allineati. La radiografia da una sola angolazione, infatti, rischierebbe di non evidenziare le fratture occulte, quelle cioè in cui non si siano separati frammenti ossei.

Può succedere, poi, che il medico decida di rimandare di qualche giorno la radiografia. Trascorso questo periodo, infatti, le fratture occulte risultano visibili, nel momento in cui inizia il processo di guarigione e il calcio si deposita sul nuovo tessuto osseo.

Quali sono le possibili cause di una frattura?

Quando la frattura è dovuta ad un trauma, la rottura è determinata dal fatto che la forza che l’ha causata è superiore alla resistenza dell’osso.

Le forze traumatiche in grado di determinare la frattura possono essere di strappo, compressione, flessione o torsione

L’osso, tuttavia, può rompersi anche in assenza di eventi traumatici, quando la frattura è dovuta a processi patologici come, ad esempio, quelli dovuti a tumori a carico delle ossa o all’osteoporosi negli anziani.

In quest’ultimo caso, anche forze di lievissima entità possono causare una rottura dell’osso.

Le fratture possono essere dovute anche ad un sovraccarico funzionale ripetuto nel tempo. Si parla in questi casi di fratture da stress, quando l’osso cede alle continue sollecitazioni. 

Ci sono, infine, le fratture da avulsione, ossia quelle dovute a brusche contrazioni dei muscoli, le quali possono causare un distacco dell’osso all’altezza del punto in cui c’è l’inserzione tendinea del muscolo. Questo tipo di frattura è comune nella fascia giovane della popolazione, la cui massa ossea non è ancora pienamente sviluppata.

Cosa succede quando si frattura un osso?

La frattura di un osso comporta sintomatologia dolorosa, dovuta allo stimolo, in conseguenza della lesione, delle terminazioni nervose del periostio, ossia la membrana fibrosa che avvolge le ossa e fa sì che le superfici articolari non rimangano scoperte.

L’altra conseguenza di una frattura è inevitabilmente una ridotta mobilità, che può risultare più o meno severa a seconda della tipologia di frattura o della posizione anatomica in cui è avvenuta. 

Il dolore, abbinato ad una ridotta mobilità, comporta anche impotenza funzionale, che si manifesta tipicamente con l’impossibilità di mettere forza. 

La frattura può determinare anche lo sviluppo di ematomi o, nel caso delle fratture esposte, come abbiamo detto, lacerazione della pelle con conseguente aumentato rischio di contrarre infezioni.

Come si curano le fratture delle ossa?

Nell’immediato di una frattura ossea e nell’attesa di ricevere cure mediche, è fondamentale evitare qualsiasi tipo di movimento che potrebbe peggiorare il danno, immobilizzare l’arto fratturato e, se possibile, sostenerlo.

Si può limitare il gonfiore sollevando l’arto al di sopra del livello del cuore e applicando del ghiaccio, che farà anche da analgesico.

Nel caso in cui il paziente abbia una frattura esposta e, quindi, anche una lacerazione della pelle, è necessario detergere e medicare la ferita per scongiurare il rischio di infezioni. Verranno poi somministrati, eventualmente, il vaccino contro il tetano e una terapia antibiotica.

L’intervento chirurgico può rendersi necessario per riparare le eventuali arterie o nervi danneggiati. Non serve, invece, nel caso in cui il flusso sanguigno sia regolare.

Quanto tempo ci vuole per guarire da una frattura?

Il processo di guarigione da una frattura ossea si articola in varie fasi. La prima, che può durare fino a due settimane di distanze dall’evento traumatico, ha come obiettivi principali la riduzione dell’ematoma e la stabilizzazione della frattura

Dopodiché, l’organismo comincia a produrre tessuto di granulazione, ossia tessuto funzionale alla produzione di nuove strutture ossee. Ciò avviene tipicamente tra le 4 e le 16 settimane dalla frattura. Il “tessuto di guarigione” sopra descritto viene, quindi, progressivamente sostituito con un altro, più duro, anch’esso temporaneo, noto come “callo di ossificazione”.

Il callo osseo, infine, viene sostituito a sua volta da tessuto lamellare e, in concomitanza a questo processo, attraverso un fenomeno di rimodellamento, l’osso riesce a recuperare la forma che aveva prima della frattura. Ciò richiede un periodo di tempo anche di anni.