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Diarrea: cause e principali rimedi


La diarrea è l’emissione di feci liquide per più volte nell’arco della giornata. Le cause possono essere molteplici, ma nella maggior parte dei casi l’origine del disturbo è di natura infettiva

Che cos’è la diarrea?

La diarrea è un disturbo che comporta l’emissione di feci liquide per più volte nell’arco della giornata. Quando dura meno di due settimane, si parla di diarrea acuta, mentre se il disturbo perdura per circa un mese, si tratta di una forma di diarrea cronica

Nella maggior parte dei casi, non rappresenta una condizione che desta preoccupazioni. Ciononostante può rivelarsi comunque fastidiosa, soprattutto se non si risolve nel giro di pochi giorni. 

Le cause possono essere molteplici, ma la ragione più frequente, sia negli adulti sia nei più piccoli, sono le infezioni intestinali.

La manifestazione principale della diarrea, come detto, è l’emissione di feci acquose, ma i pazienti, a seconda dell’origine del disturbo, possono accusare anche altri sintomi come dolore addominale o allo stomaco, nausea che può essere accompagnata da vomito, inappetenza, mal di testa e, in alcuni casi, anche febbre.

Diarrea, cause principali: a cosa è dovuta?

Nella maggior parte dei casi, soprattutto quando la diarrea si presenta in forma acuta, l’origine del disturbo è di natura infettiva. Di conseguenza può essere causata da agenti patogeni come virus e batteri. Tra i primi, i più comuni responsabili della diarrea sono i rotavirus e i norovirus. Mentre i batteri più frequenti all’origine di tale disturbo sono gli escherichia coli, la salmonella, il campylobacter o il clostridium difficile, principali responsabili delle intossicazioni alimentari. Tra i patogeni in grado di causare diarrea, infine, ci sono anche i parassiti.

Conseguenze simili possono essere dovute anche a stati d’ansia, abuso di alcol, intolleranze alimentari, allergie o appendiciti.

Alcuni farmaci come antibiotici, antiacidi, Fans, inibitori della ricaptazione della serotonina o chemioterapici, tra gli effetti collaterali, possono comprendere la diarrea, così come la radioterapia, che può danneggiare il rivestimento intestinale.

Per quanto riguarda, invece, le forme croniche di diarrea, tra le cause principali possiamo includere la sindrome dell’intestino irritabile, morbo di Crohn e altre patologie infiammatorie che colpiscono l’intestino, la celiachia o la pancreatite cronica che, a causa di una riduzione degli enzimi responsabili della digestione, comporta un malassorbimento del cibo e la conseguente produzione di feci acquose.

Nei pazienti affetti da malattia diverticolare, poi, l’accumulo di feci all’interno del colon può comportare una cronicizzazione della diarrea.

In alcuni casi, ripetuti episodi di diarrea e la presenza di sangue nelle feci potrebbero essere associati alla presenza di un tumore al colon.

Quanto tempo ci mette a passare la diarrea?

Le forme acute di diarrea, generalmente, si risolvono in pochi giorni, da sole e senza alcun tipo di trattamento specifico. Diverso, invece, è il discorso delle forme croniche, che richiedono un approfondimento delle cause che le hanno generate e che possono comportare disidratazione, protraendosi per un periodo prolungato di tempo.

Quando la diarrea è preoccupante?

Quando la diarrea non si risolve da sola, nel giro di pochi giorni, potrebbe essere necessario rivolgersi al proprio medico curante. Il pericolo più immediato, come detto, è la disidratazione.

Per questa ragione, è motivo di attenzione nei bambini un numero di episodi di diarrea superiore a sei nell’arco della giornata, in particolare se associati a vomito.

La presenza di sangue nelle feci o la presenza di mal di stomaco che non si risolve sono altri segnali che vanno monitorati con attenzione e per i quali è altamente consigliato rivolgersi al medico.

Tra la popolazione adulta, un segnale che può essere preoccupante è un’importante perdita di peso corporeo, oltre alla presenza di sangue nelle feci, diarrea che si cronicizza, feci di colore scuro, che potrebbero essere l’indicatore di un’emorragia a livello dello stomaco.

In questi casi, è raccomandabile eseguire degli esami di approfondimento, per capire il perché del perdurare del disturbo e le sue origini.

Potrebbe essere utile, in tal senso, effettuare un esame delle feci, analisi del sangue per escludere o identificare eventuali patologie infiammatorie intestinali o, ancora, esplorazioni rettali. Questi esami precedono, generalmente, indagini di tipo endoscopico come la colonscopia, finalizzata a esplorare le pareti interne del colon e prelevare tessuto (biopsia) per avere ulteriori elementi utili alla formulazione di una diagnosi.

La colonscopia consiste nell’inserimento all’interno del colon di un tubicino sottile e flessibile dotato di una piccola telecamera e una sorgente luminosa.

Come curare la diarrea?

La diarrea può risolversi da sola e non richiedere alcun tipo di trattamento specifico. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, può essere la conseguenza di un’infezione e, in questo caso, è necessario intervenire. 

Gli antibiotici possono essere utili solo per infezioni batteriche, ma risultano inefficaci in caso di infezione di origine virale o potrebbero essere addirittura controindicati nell’eventualità in cui l’origine della diarrea non sia chiara. 

I farmaci antidiarroici, generalmente, non sono necessari, anche se possono ridurre la sintomatologia e la durata del disturbo.

Sicuramente, a prescindere dalla gravità della diarrea, bisogna sempre reintegrare i liquidi e i sali minerali persi per scongiurare la disidratazione. Soprattutto nei casi in cui alla diarrea è associato anche il vomito, i liquidi andrebbero assunti a piccoli sorsi. 

Possono essere assunte soluzioni orali in grado di reidratare, soprattutto dai fragili e dagli anziani, ma vanno evitate bevande gassate o succhi di frutta, che potrebbero peggiorare i sintomi.

In alcuni casi, se alla diarrea si accompagnano mal di testa e febbre, possono essere prescritti anche ibuprofene o paracetamolo.

Cosa mangiare con la diarrea?

Una volta superate le fasi acute della diarrea, è consigliabile prediligere pasti leggeri costituiti da alimenti solidi, bolliti, come riso, patate e carote. Naturalmente, è importante continuare ad assumere liquidi con costanza per reintegrare le perdite, quantomeno finché permangono segni di disidratazione. 

Sono, invece, assolutamente da evitare cibi grassi o alimenti piccanti che potrebbero irritare l’apparato digerente e peggiorare le condizioni del paziente.