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Diabete mellito, che cos’è e come si cura


Il diabete mellito è una patologia che comporta un accumulo eccessivo di glucosio nel sangue e può essere classificato nel diabete mellito di tipo 1 e nel diabete mellito di tipo 2

Che differenza c’è tra diabete e diabete mellito?

Con il termine diabete mellito viene indicata una forma di diabete che può essere classificata in:

  • diabete di tipo 1, di natura autoimmune, comporta la distruzione delle cellule beta del pancreas - adibite alla produzione di insulina - da parte del sistema immunitario
  • diabete di tipo 2, consiste nel malfunzionamento dell’insulina (insulino resistenza), che dovrebbe trasportare il glucosio dal sangue alle cellule 

In entrambi i casi, c’è quindi un problema con l’insulina che o non viene prodotta a sufficienza o non funziona correttamente. Ciò comporta un aumento dei livelli di glucosio nel sangue, che non viene smaltito e causa una condizione nota come iperglicemia.

Molto spesso, il termine diabete mellito viene utilizzato per distinguere questa forma della patologia dal diabete insipido centrale, causato da un deficit della vasopressina, un ormone antidiuretico la cui carenza comporta poliuria, ossia una produzione di urina molto diluita. Come il diabete mellito, quindi, il diabete insipido causa un aumento della diuresi, con la differenza, però, che non riguarda i livelli ematici di glucosio.

Quali sono i sintomi del diabete mellito?

Il diabete mellito che, come abbiamo visto, comprende sia il tipo 1 sia il tipo 2, può determinare una serie di sintomi dovuti, in particolare ai livelli significativamente elevati di glucosio nel sangue. 

Tra le manifestazioni principali della patologia possiamo includere l’aumento della sete e della diuresi, così come un incremento dell’appetito.

Quando i livelli di zucchero nel sangue sono particolarmente elevati, ossia compresi tra i 160 e i 180 milligrammi per decilitro, è possibile che tracce di glucosio possano essere riscontrate anche nelle urine. 

In caso di ulteriori incrementi, i reni potrebbero produrre più acqua per diluire il glucosio determinando una sovrapproduzione di urina, una condizione nota come poliuria. 

A sua volta, l’eccessiva produzione di urina può comportare un aumento della sete. Si parla in questi casi di polidipsia.

A causa della minzione frequente, inoltre, il paziente può andare incontro a perdita di peso dovuta ad una riduzione delle calorie. Da qui deriva il sintomo dell’aumentata sensazione di fame.

Tra le altre manifestazioni del diabete mellito, poi, si possono citare anche l’offuscamento della vista, l’aumentata sonnolenza, nausea e una ridotta resistenza nel corso dell’attività fisica.

Caratteristiche dei sintomi nel tipo 1

Nel diabete mellito di tipo 1, la peculiarità sta nel fatto che le manifestazioni sintomatologiche compaiono all’improvviso e in modo severo. Altrettanto rapido può essere il processo che porta allo sviluppo della chetoacidosi diabetica, una condizione che causa una produzione eccessiva di acidi da parte dell’organismo. 

Ai sintomi tipici come l’aumento della sete e della diuresi, si possono associare nella fase iniziale della malattia, a causa della chetoacidosi diabetica, anche nausea, vomito e senso di affaticamento. I bambini che soffrono di diabete mellito di tipo 1 possono accusare anche dolore addominale.

A causa dell’acidosi, poi, il respiro del paziente diabetico tende ad avere un odore fruttato, mentre il processo di respirazione risulta rapido, in risposta alla reazione dell’organismo che tenta di riportare l’acidità del sangue a livelli fisiologici.

La chetoacidosi diabetica non va assolutamente trascurata e deve essere trattata tempestivamente in quanto può portare anche al coma e alla morte, in alcuni casi anche rapidamente.

Nei pazienti affetti dal diabete di tipo 1, dopo la fase iniziale della malattia, può succedere che la glicemia torni alla normalità grazie ad una parziale secrezione di insulina.

Particolarità del tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 può causare anche altri sintomi, oltre a quelli tipici di tale patologia, come prurito a livello degli organi genitali.

Nelle donne diabetiche, in particolare, può svilupparsi il “mughetto”, ossia una forma di candidosi

Eventuali ferite o tagli, inoltre, ci mettono più tempo del normale a guarire e rimarginarsi nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 rispetto a quanto succede, invece, nelle persone sane.

Cosa provoca il diabete mellito?

Il diabete mellito, se non diagnosticato per tempo e adeguatamente trattato, può comportare conseguenze anche severe sulla condizione clinica del paziente.

Tra le complicanze più pericolose ci sono quelle che riguardano i vasi sanguigni, i quali possono restringersi e, di conseguenza, ridurre l’apporto di sangue.

Complicanze vascolari

Il coinvolgimento dei vasi sanguigni tra le complicanze del diabete mellito fa sì che i danni possano allargarsi potenzialmente a tutto l’organismo e i suoi organi. Basti pensare, ad esempio, agli attacchi ischemici e alle potenziali conseguenze sul cervello, agli attacchi cardiaci e alle patologie renali croniche

Nei pazienti affetti da diabete di tipo 1, i danni ai vasi che trasportano il sangue alla retina, dovuti ai livelli alti di glucosio nel sangue, possono determinare retinopatia diabetica. possono determinare lo sviluppo della retinopatia diabetica che può avere come conseguenza più severa la cecità.

Rischio aumentato di infezioni

Anche il sistema immunitario può essere disturbato dalle concentrazioni eccessive di glucosio nel sangue. Ciò può, quindi, esporre il paziente diabetico ad un rischio maggiore di contrarre infezioni di natura batterica o fungina.

Chetoacidosi diabetica

Come detto, tra le complicanze potenzialmente più pericolose del diabete mellito c’è la chetoacidosi diabetica, una condizione nella quale le cellule sono costrette a ricavare energia attingendo alle risorse dei muscoli e ai depositi di grasso.

La chetoacidosi causa, inoltre, l’accumulo di corpi chetonici nel sangue, con conseguenze anche letali per il paziente.

Piede diabetico

Il diabete mellito può provocare anche lo sviluppo del piede diabetico, ossia una compromissione di questo arto dovuto a danni a carico di vasi sanguigni, nervi e apparato muscolo scheletrico.

Tra i sintomi principali tipici di questa condizione ci sono scarsa sensibilità e aumentata temperatura del piede, sviluppo di ulcere, tagli e graffi che faticano a guarire, senza dimenticare il formicolio, in particolare durante le ore della notte.

Disfunzioni sessuali

Anche le funzioni sessuali dei pazienti diabetici possono essere compromesse a causa della malattia, in particolare nei fumatori. 

Gli uomini possono accusare disfunzioni erettili, mentre nelle donne si può registrare:

  • perdita della libido
  • riduzione del piacere sessuale
  • secchezza vaginale
  • dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)

Come si cura il diabete mellito?

La strategia terapeutica per trattare il diabete mellito dipende, innanzitutto, dal tipo da cui il paziente è affetto.

Il diabete di tipo 1 viene trattato principalmente con iniezioni di insulina per fronteggiare il deficit di questo ormone dovuto alla distruzione delle cellule beta del pancreas che lo producono.

Ai pazienti con diabete di tipo 2, invece, vengono somministrati farmaci per via orale e meno frequentemente vengono effettuate iniezioni di insulina.

In entrambe le forme di diabete, è fondamentale intervenire sugli stili di vita, correggendo l’alimentazione e seguendo una dieta sana ed equilibrata, praticando attività fisica in maniera regolare, cercando di perdere peso in caso di sovrappeso o obesità.

Può succedere che anche con cambiamenti nello stile di vita, le concentrazioni ematiche di glucosio rimangano comunque alte. In questi casi, è opportuno avviare una terapia farmacologica che mantenga sotto controllo gli zuccheri nel sangue.

Trattamento dei fattori di rischio

È molto importante intervenire tempestivamente anche sui fattori di rischio che potrebbero favorire lo sviluppo delle complicanze del diabete, come ad esempio:

Nei pazienti a rischio cardiopatie, infatti, viene raccomandata una terapia giornaliera di aspirina a basse dosi, mentre ai pazienti diabetici di età compresa tra i 40 e i 75 anni viene somministrato un farmaco che riduce la concentrazione di colesterolo.

Trattamento della chetoacidosi diabetica

Consiste, infine, nella somministrazione di liquidi e insulina per via endovenosa la terapia per trattare condizioni quali la chetoacidosi diabetica che possono portare, come abbiamo visto, al coma e anche alla morte.