- Che cos’è il diabete insipido?
- Perché si chiama diabete insipido?
- Quali sono le cause del diabete insipido?
- Come ci si accorge di avere il diabete insipido? Sintomi e segni
- Conseguenze e complicazioni
- Come si diagnostica?
- Quale specialista cura il diabete insipido?
- Come si cura il diabete insipido?
Che cos’è il diabete insipido?
↑ topIl diabete insipido è una rara patologia metabolica, provocata da una carenza o da una ridotta sensibilità renale alla vasopressina, conosciuta anche come ormone antidiuretico (ADH). Si tratta di un disturbo dell’equilibrio idrico del corpo, che porta a una eliminazione eccessiva di acqua attraverso i reni, dunque a una produzione di urina eccessiva e diluita.
In condizioni normali, la vasopressina è prodotta dall’ipofisi e agisce a livello renale, permettendo il riassorbimento dei liquidi ed equilibrando il meccanismo della diuresi. Quando è però insufficiente o i reni sono insensibili ad essa, l’equilibrio idrico viene alterato: l’acqua viene eliminata in grandi quantità e le urine risultano molto diluite.
Si configura così una condizione di poliuria, ovvero la produzione di una grande quantità di urine, a cui l’organismo risponde aumentando la sensazione di sete (polidipsia).
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Perché si chiama diabete insipido?
↑ topIl termine “diabete insipido” sta a differenziare la particolarità di questa condizione rispetto al diabete mellito. Se nel diabete mellito, infatti, le urine presentano un’alta concentrazione di zuccheri e sono dunque “dolci”, nel diabete insipido sono molto diluite, e dunque “insipide”.
Quali sono le cause del diabete insipido?
↑ topIn base alle cause, è possibile distinguere due tipi di diabete insipido:
- diabete insipido centrale (ADH-sensibile o neurogenico): causato da un danno o malfunzionamento dell’ipofisi, che non produce abbastanza vasopressina. Può essere dovuto a tumori cerebrali, lesioni dell’encefalo, infezioni, tubercolosi, interventi chirurgici al cervello, traumi cranici
- diabete insipido nefrogenico (ADH-insensibile): causato da una ridotta sensibilità dei reni all’azione della vasopressina. Può essere congenito o acquisito in seguito a malattie renali, ipercalcemia, ipokaliemia o uso di farmaci.
In rari casi, la patologia può anche essere di origine idiopatica, senza una causa accertata.
Come ci si accorge di avere il diabete insipido? Sintomi e segni
↑ topI sintomi del diabete insipido includono:
- poliuria: produzione eccessiva di urina, anche fino a 15-20 litri al giorno
- polidipsia: sete eccessiva e costante, con necessità di bere grandi quantità di liquidi per compensare le perdite urinarie
- pollachiuria: aumento della frequenza della minzione
- nicturia: necessità di alzarsi più volte durante la notte per urinare
- disidratazione importante, con sensazione di bocca e pelle secche, stanchezza, vertigini, crampi muscolari, bulbi oculari infossati
- enuresi notturna nei bambini, ovvero il rilascio involontario di urine
- perdita di peso.
In generale, la produzione abbondante di urina chiara e la necessità di bere e urinare frequentemente, specialmente durante la notte, devono far sospettare la presenza di diabete insipido. Bisogna rivolgersi al medico se questi sintomi sono persistenti e invalidanti.

Conseguenze e complicazioni
↑ topLa principale complicanza associata al diabete insipido è la disidratazione, condizione che si manifesta quando il corpo perde un’eccessiva quantità di liquidi ed elettroliti. Tra i sintomi distintivi figurano:
- sete intensa
- bocca secca
- vertigini o senso di svenimento quando si è in posizione eretta
- astenia
- difficoltà di concentrazione
- nausea
- perdita di conoscenza.
È importante sottolineare che una disidratazione grave può avere conseguenze serie e provocare convulsioni, danni cerebrali permanenti e addirittura il decesso.
Come si diagnostica?
↑ topDiagnosticare il diabete insipido non è semplice, dal momento che i sintomi sono comuni a quelli che si possono riscontrare in altre condizioni come il diabete mellito e la polidipsia psicogena (una patologia psichiatrica caratterizzata dall’assunzione di enormi quantità di liquidi). Per prima cosa, dunque, è necessario escludere la presenza di queste due patologie, attraverso specifici esami.
Devono essere valutate, inoltre, possibili cause renali, come l’insufficienza renale o le patologie del tubulo renale, che compromettono i meccanismi di riassorbimento dei liquidi. Una alterazione dell’ormone vasopressina, infine, può essere provocata dall’assunzione di alcuni farmaci, come:
- litio, che può provocare danni alle cellule dei reni e interferire con la vasopressina
- diuretici tiazidici, impiegati nella cura dell’ipertensione, che possono provocare una perdita di potassio a livello dei reni e modificare la loro sensibilità alla vasopressina.
Esami utili
↑ topGli esami utili per diagnosticare il diabete insipido comprendono:
- esame delle urine per valutarne quantità, densità e osmolarità
- test di privazione idrica per valutare la capacità di concentrazione renale
- test alla desmopressina, un analogo sintetico dell’ormone antidiuretico, per discriminare tra il tipo centrale e nefrogenico
- esami del sangue, per elettroliti e funzionalità renale
- imaging ipofisario se si sospetta un diabete insipido centrale.
In particolare, l’esame più efficace per diagnosticare il diabete insipido centrale è il test di deprivazione idrica. Durante questo test, vengono misurate regolarmente la produzione di urina, i livelli di elettroliti nel sangue e il peso del paziente per circa 12 ore, durante le quali al paziente è vietato bere liquidi.
Al termine delle 12 ore, o prima in caso di segni come calo della pressione arteriosa, aumento della frequenza cardiaca o una perdita di peso corporeo superiore al 5%, il medico interrompe il test e inietta vasopressina.
La conferma del diabete insipido centrale avviene se, in risposta alla vasopressina, si verifica:
- un arresto dell’eccessiva produzione di urina
- un aumento della concentrazione dell’urina
- un aumento della pressione arteriosa
- una riduzione della frequenza cardiaca.
D’altra parte, viene diagnosticato un diabete insipido nefrogenico se, dopo l’iniezione di vasopressina, la produzione eccessiva di urina persiste con urina diluita e la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca non ritornano alla normalità.
Quale specialista cura il diabete insipido?
↑ topIl diabete insipido è una patologia che viene solitamente presa in cura da uno specialista in endocrinologia-diabetologica. Nel caso di diabete insipido nefrogenico è importante la consulenza di un nefrologo.
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Come si cura il diabete insipido?
↑ topIl diabete insipido, una volta diagnosticato, può essere trattato con successo, consentendo al paziente di condurre una vita normale senza particolari restrizioni. L’importante è che sia garantito sempre l’accesso ai farmaci necessari. Inoltre, è consigliabile evitare situazioni che comportino una significativa perdita di liquidi, come attività sportive estremamente faticose o esposizione a temperature elevate.
La terapia del diabete insipido dipende dalla sua forma.
Nel caso del diabete di tipo centrale, la terapia prevede l‘uso dell’ormone naturale ADH o del suo derivato potenziato, la desmopressina DDAVP, che ha minori effetti collaterali. La desmopressina è disponibile in diverse forme:
- compresse orali, che richiedono dosaggi più elevati a causa di un assorbimento inferiore
- iniezioni intramuscolari
- spray nasale, con un buon assorbimento attraverso le mucose nasali, a condizione che non vi siano infiammazioni.
La scelta della formulazione e la gestione della terapia sono lasciate alla discrezione del paziente, che, se ben motivato, adeguatamente informato e collaborativo, può controllare in modo efficace l’assunzione del farmaco.
Nel caso del diabete nefrogenico, in cui il rene è insensibile all’ADH, i farmaci utilizzati mirano a modificare la diuresi. È comune l’uso di farmaci come l’idroclorotiazide e l’amiloride, sostanze diuretiche che, in modo paradossale nel contesto del diabete insipido, riducono la diuresi.