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Diabete tipo 1, che cos’è e come trattarlo


Il diabete di tipo 1 è una patologia autoimmune che determina iperglicemia. Il sistema immunitario distrugge le cellule beta del pancreas che producono insulina, determinando un aumento di glucosio.

Che cos’è il diabete di tipo 1?

Il diabete di tipo 1, più esattamente diabete mellito di tipo 1, è una condizione autoimmune e cronica che porta l’organismo a distruggere le cellule del pancreas preposte alla produzione di insulina. La principale conseguenza della distruzione delle cellule beta, queste sono infatti il bersaglio del sistema immunitario, è un aumento della glicemia o, detto in altri termini, l’iperglicemia.

Dal momento che l’organismo non è più in grado di produrre insulina, ecco che i livelli di glucosio nel sangue aumentano. Questa è la ragione per la quale il paziente sviluppa l’iperglicemia, che è il principale sintomo del diabete mellito di tipo 1.

Va specificato che questo tipo di diabete viene definito insulino-dipendente o giovanile. Queste due denominazioni sono dovute al fatto che il diabete di tipo uno insorge solitamente durante l’età dell’adolescenza, ed è anche possibile che si sviluppi in giovani adulti o in neonati. Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia a soffrire di questo tipo di diabete sono circa 300.000 persone.

Dal momento che non sono propriamente note le cause di insorgenza del diabete di tipo 1, e non è attualmente purtroppo possibile parlare di prevenzione.

Esiste, infine, una forma particolarmente rara di diabete di tipo 1, conosciuta come diabete mellito idiopatico, ossia una patologia senza causa apparente, in quanto si presenta con la tipica deficienza di insulina associata a chetoacidosi, ma non manifesta alcuna evidenza di autoimmunità.

Qual è la differenza tra diabete di tipo 1 e 2?

A differenza del diabete di tipo 1, nel quale il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule beta da parte del sistema immunitario, nella forma di tipo 2 l’accumulo di glucosio nel sangue è dovuto ad una ridotta sensibilità all’insulina. Si parla, infatti, di insulino resistenza, ossia di incapacità da parte delle cellule di rispondere in maniera adeguata all’azione dell’insulina. 

Il diabete di tipo 2, inoltre, a differenza di quello di tipo 1, si presenta generalmente nel corso dell’età adulta - due casi su tre riguardano le persone che hanno più di 64 anni - e riguarda circa il 5% della popolazione italiana, il 90% dei pazienti diabetici, per un totale di tre milioni di persone, Tuttavia, il ministero della Salute stima ad un milione le persone che avrebbero già la patologia seppur non ancora diagnosticata.

Qual è il tipo di diabete più grave?

Entrambe le forme di diabete, se non opportunamente trattate, possono determinare complicanze anche particolarmente severe per il paziente.

La principale differenza tra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2 in termini di gravità riguarda l’insorgenza dei sintomi, che è più rapida nel caso del diabete di tipo 1.

Quali sono le possibili cause del diabete di tipo 1?

Pur essendo ormai noto che alla base del diabete di tipo 1 ci sia una reazione autoimmune, ad oggi non si conoscono ancora le cause capaci di innescare questo meccanismo.

La natura autoimmune di questa patologia è confermata dalla presenza nel sangue dei pazienti che ne sono affetti di anticorpi diretti contro gli antigeni delle cellule beta del pancreas.

Si ipotizza che l’anomalia del sistema immunitario che porta ad attaccare cellule del proprio organismo - dinamica tipica delle malattie autoimmuni - possa essere legata a fattori ereditari, ma anche fattori ambientali quali:

  • alimentazione
  • stile di vita
  • contatto con specifici agenti patogeni

Quali sono i sintomi del diabete di tipo 1?

Il diabete è una malattia che determina un livello di glucosio nel sangue superiore al normale, ossia una condizione di iperglicemia che comporta tutta una serie di sintomi.

Questa forma di diabete si manifesta tipicamente con la necessità di bere frequentemente e il bisogno di urinare più del solito, soprattutto durante le ore della notte. I diabetici di tipo 1 possono avvertire una sensazione di stanchezza e registrare sia una perdita di peso sia di tono muscolare. Come anticipato, nei giovani tali sintomi possono comparire e svilupparsi assai rapidamente, nel giro di qualche settimana, se non addirittura pochi giorni, mentre negli adulti il processo è più lento può richiedere anche un paio di mesi.

Altra manifestazione tipica e facilmente riscontrabile è la glicemia, ossia i livelli di zucchero nel sangue, superiore ai 200 mg/dl registrata in qualsiasi momento della giornata. In questi casi, la diagnosi di diabete è accertata.

L’insulina, che dovrebbe portare il glucosio dal sangue alle cellule, infatti, è deficitaria e ciò comporta un accumulo nel circolo ematico, riscontrabile attraverso gli esami del sangue. Le persone con diabete di tipo 1 possono avere una visione offuscata. Le pazienti donna possono accusare frequenti episodi di candidosi, mentre tagli e ferite possono richiedere più tempo per una completa guarigione.

Può essere anche che un paziente diabetico di tipo 1 soffra di ipoglicemia (livelli di glucosio nel sangue inferiori al normale), nel momento in cui:

  • assume dosi troppo elevate di insulina
  • salta i pasti
  • pratica un’intensa attività fisica

I principali sintomi di ipoglicemia sono tremori e sudorazione fredda, confusione e irritabilità, fame e sensazione di debolezza.

Quali sono le complicanze del diabete di tipo 1?

Tra le complicanze del diabete di tipo 1 ci sono:

  • chetoacidosi diabetica: le cellule attingono ai muscoli e ai depositi di grasso per ricavare energia, non essendo in grado di servirsi del glucosio. A causa di questo processo, nel sangue si accumulano corpi chetonici capaci di provocare vomito e disidratazione, perdita di coscienza e, in casi estremi, anche la morte
  • rischio aumentato di sviluppare malattie cardiocircolatorie fino a cinque volte più probabilità di svilupparle rispetto alle persone sane. Si parla di patologie coronariche, ictus, aterosclerosi. La glicemia alta può causare neuropatia periferica, ossia danni al sistema nervoso periferico
  • problemi alla vista come la retinopatia diabetica. I vasi che portano il sangue alla retina, infatti, rischiano di essere danneggiati da alte concentrazioni ematiche di glucosio, mandando in grave sofferenza quest’organo
  • patologie dei reni, perché anche le funzioni renali possono essere compromesse nei pazienti diabetici. Ciò può portare ad un incremento della pressione arteriosa mentre, in casi più rari, si può rischiare l’insufficienza renale
  • danni ai piedi: danni a vasi e nervi, provocati dal diabete, possono manifestarsi a livello del piede sotto forma di piccole lesioni che, alla lunga e se non adeguatamente trattate, rischiano di causare infezioni anche gravi e, in casi estremi, l’amputazione
  • problematiche sessuali: disfunzioni erettili possono colpire gli uomini diabetici, in particolare fumatori, a causa dei danni ai vasi sanguigni e ai nervi. Le donne, invece, possono accusare una perdita della libido, una riduzione del piacere sessuale, secchezza degli organi genitali e dispareunia, ossia dolore durante i rapporti sessuali.

Rischi durante la gravidanza

Le donne gravide che soffrono di diabete hanno un rischio maggiore rispetto alla popolazione femminile sana di avere aborti spontanei o nascituri con malformazioni.

Quale tipo di diabete è curabile?

A differenza di quanto accade con il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 non è possibile di terapia. E proprio il diabete di tipo 1 può essere considerato non curabile, in termini assoluti, quanto piuttosto più gestibile, dal momento che il paziente può controllare i valori della glicemia attraverso una dieta adeguata e una opportuna attività fisica.

La dieta, nello specifico, è considerabile adeguata nel momento in cui è povera di grassi e presenta una buona quantità di fibre vegetali. Queste ultime infatti possono ridurre o ritardare l’assorbimento degli zuccheri assunti con l’alimentazione. Una dieta adeguata a chi soffre di diabete di tipo uno non deve escludere frutta, patate, riso, pasta, pane.

L’attività fisica deve essere considerata un vero e proprio pilastro della terapia, perché grazie al consumo di glucosio presente nel tessuto muscolare fa sì che si determini un abbassamento della glicemia, permettendo inoltre un controllo più sicuro sul peso.

Come si cura il diabete di tipo 1?

Dal diabete, purtroppo, non si può guarire. L’obiettivo di tutti i trattamenti terapeutici disponibili per questa patologia è il controllo dei livelli di glicemia, evitando che si sviluppino le complicanze di cui abbiamo parlato in precedenza.

Per fare ciò, il trattamento principale consiste nella somministrazione di insulina, disponibile in vari preparati:

  • insulina a lunga durata d’azione, che copre una giornata intera
  • insulina a breve durata d’azione, che invece copre fino a otto ore

La terapia può prevedere anche una combinazione dei due preparati.

La somministrazione, poi, deve avvenire per iniezione, in quanto l’azione di eventuali compresse verrebbe neutralizzata dallo stomaco prima che l’insulina entri nel flusso ematico.

L’insulina può essere somministrata anche avvalendosi di un dispositivo, chiamata microinfusore, una pompetta di piccole dimensioni che viene collegata al corpo tramite un tubo sottile, alla cui estremità c’è un piccolo ago da inserire sottopelle.

Questo dispositivo garantisce una somministrazione costante a velocità regolabile e può essere utilizzato da tutti i pazienti diabetici. 

In ogni caso, è bene sempre confrontarsi con il proprio medico, perché il microinfusore potrebbe anche non essere adatto in tutti i casi. Solitamente, viene suggerito ai diabetici che accusano episodi frequenti di ipoglicemia.

Quanto si vive con il diabete di tipo 1?

Nel caso in cui il paziente riceva una diagnosi precoce, cui segue una gestione ottimale del diabete di tipo uno, l’aspettativa di vita è sostanzialmente identica a quella di una persona a cui non è stato diagnosticato questo tipo di diabete.