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Ipotermia: cause, sintomi e cure


L’ipotermia è una condizione di emergenza a causa della quale la temperatura del corpo scende sotto i 35 gradi comportando conseguenze anche gravi sul funzionamento di cuore, sistema nervoso e altri organi

Che cos’è l’ipotermia?

Si parla di ipotermia quando l’organismo perde calore più velocemente di quanto sia in grado di produrne. Si tratta di una condizione di emergenza, a causa della quale la temperatura del corpo può scendere sotto i 35 gradi e determinare gravi conseguenze a carico di cuore, sistema nervoso e altri organi che, a queste temperature, non sono in grado di funzionare nel modo corretto.

A cosa è dovuta l’ipotermia?

Le cause principali di ipotermia sono rappresentate, nella maggior parte dei casi, dall’immersione del corpo in acqua fredda o dall’esposizione a temperature atmosferiche basse.

Tuttavia, ci sono anche alcune patologie o condizioni cliniche alle quali può essere associata una manifestazione come l’ipotermia. Si tratta, ad esempio, delle ustioni, dello shock settico, della sepsi, ossia una risposta sistemica di tipo infiammatorio e il morbo di Addison, una patologia autoimmune a causa della quale il sistema immunitario attacca le ghiandole surrenali.

Che sintomi dà l’ipotermia?

La principale manifestazione dell’ipotermia sono i brividi. Tuttavia, a questo sintomo se ne possono accompagnare anche altri come le vertigini, senso di nausea, una respirazione accelerata, stato confusionale più o meno grave, associato a difficoltà a parlare e a coordinarsi, affaticamento e tachicardia.

La sintomatologia può manifestarsi in modo graduale e se non si interviene tempestivamente, le condizioni della persona possono aggravarsi fino a portarla in uno stato di coma.

La frequenza cardiaca può scendere pericolosamente, il respiro rallentare, fino a portare, nei casi più gravi, il cuore a fermarsi. 

A temperature inferiori a 31 gradi può sopraggiungere la morte, che diventa un esito ancora più probabile sotto i 28 gradi.

Quali sono i gradi ipotermia?

Come detto, l’ipotermia può essere più o meno grave e manifestarsi a vari livelli, a seconda della durata dell’esposizione al freddo e alla sua intensità.

L’ipotermia può essere lieve quando la temperatura scende a circa 32 gradi. Si manifesta con:

  • pallore
  • brividi
  • tachicardia
  • dolori alle articolazioni e ai muscoli

In caso di temperatura corporea compresa tra 32 e 26 gradi si parla di ipotermia moderata, caratterizzata, oltre che dai sintomi sopra descritti, anche da sonnolenza e lieve stato confusionale, aritmia, rigidità muscolare e rallentamento del respiro.

Si parla di ipotermia grave, infine, quando la temperatura scende sotto i 26 gradi. In questi casi, la persona in ipotermia presenta funzioni vitali compromesse e può pervenire a morte a causa dell’arresto cardio-respiratorio.

Cosa fare in caso di ipotermia?

Il trattamento dell’ipotermia dipende dalla gravità delle condizioni cliniche. Fondamentale risulta il primo soccorso che è volto a ristabilire la temperatura fisiologica del corpo e scongiurare il rischio che l’ipotermia degeneri in uno stato di congelamento.

Il corpo del soggetto ipotermico va quindi riscaldato, evitando però di esporlo a temperature che superino i 38 gradi. Sarebbe opportuno idratarlo facendogli bere bevande tiepide e riattivare la sua circolazione con delicati massaggi, che andrebbero praticati preferibilmente da operatori sanitari per evitare ulteriori danni.

Bisogna, invece, assolutamente evitare la somministrazione di bevande alcoliche.

Se il soggetto sta andando incontro a congelamento, invece, sarebbe opportuno trasferirlo il prima possibile in un ambiente caldo, togliergli i vestiti bagnati, sostituendoli con indumenti asciutti.

Nei casi in cui il congelamento interessi gli arti inferiori e in particolare piedi o loro estremità, bisogna scongiurare ulteriori danni evitando di camminare e, in generale, di strofinare o massaggiare l’area congelata che potrebbe andare incontro a danni a carico dei tessuti.

La zona colpita da ipotermia va riscaldata fino a quando la cute non appare morbida. Si può intervenire con impacchi di acqua tiepida della durata di almeno mezz’ora.

Il motivo per cui non bisogna utilizzare calore diretto troppo forte è che, essendo l’area congelata insensibile, si rischia di provocare danni come le ustioni. 

Quando la persona in ipotermia comincia ad avvertire bruciore durante il riscaldamento o formicolio, significa che si sta ripristinando il normale flusso circolatorio. 

In caso contrario, se dovessero cioè persistere torpore o dolore anche durante il riscaldamento, è necessario recarsi tempestivamente in pronto soccorso e riferire tutto al personale sanitario.

Cosa non fare in caso di ipotermia?

Abbiamo detto come sia assolutamente da evitare la somministrazione di alcolici ad una persona in ipotermia, in quanto possono abbassare ulteriormente la temperatura del corpo determinando torpore e aumentando il rischio di congelamento.

Quando si riscalda la vittima di ipotermia, bisogna evitare di esporla ad eccessivi sbalzi di temperatura. Come detto, infatti, temperature troppo elevate possono causare ustioni. 

Infine, è necessario evitare di strofinare piedi e mani nel tentativo di scaldarli, in quanto in caso di congelamento potrebbero essere danneggiati anche i tessuti.