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Il coma, quali sono le cause, i sintomi, e come si risolve

A cura di
Giuseppe
Ambrosino

Il coma non è una patologia, ma una condizione clinica molto critica, che necessita di assistenza molto qualificata e super-specialistica.

Come può definirsi il coma?

Il termine deriva dal greco e significa: sonno. In medicina il coma indica l’assenza di coscienza da parte del paziente. Le capacità vitali fondamentali possono essere presenti spontaneamente o essere mantenute con supporto farmacologico o tramite le apparecchiature di Terapia Intensiva.

Il paziente in coma presenta alterate o assenti risposte a stimoli:

  • verbali
  • luminosi
  • dolorosi.

L’alterata o mancata risposta a questi stimoli è indice di un danno più o meno significativo del sistema nervoso centrale: encefalo e midollo spinale. Nel coma conclamato sono presenti alterazioni del ciclo sonno-veglia e dei vari sistemi che regolano l’equilibrio termico, la respirazione, la deglutizione. Il paziente è incapace di compiere qualsiasi azione di tipo volontario.

La perdita di coscienza può avere una durata temporale molto limitata, come nel caso del TIA, pochi minuti per uno spasmo dei vasi cerebrali, fino a diverse settimane. Dopo questo arco di tempo, se non si verifica un risveglio dal coma, il paziente viene definito in stato vegetativo, o stato di minima coscienza.

Il paziente in stato vegetativo è caratterizzato da una condizione di assenza della consapevolezza e coscienza di sé e dell’ambiente circostante, con mantenimento delle funzioni vitali di base.

Quali sono i tipi di coma?

Il livello di profondità del coma è valutato mediante la scala GCS, Glasgow Coma Scale. I valori ricompresi all’interno di questa scala oscillano dal minimo di 3, ovvero il coma profondo, ad un valore massimo di 15, che indica la coscienza massima.

Questa scala valuta tre parametri e ad ogni parametro viene assegnato un punteggio numerico. I tre parametri sono:

  • apertura degli occhi, punteggio da 1 a 4, in risposta a stimoli verbali o dolorosi
  • risposta verbale, punteggio da 1 a 5, a un dato comando dell’operatore sanitario
  • risposta motoria, punteggio da 1 a 6, a stimoli verbali o dolorosi.

Per punteggi totali vicini al 3 si parla di coma profondo, mentre valori tra 8 e 15 indicano uno stato di coscienza molto vicina a quella normale.

Quali sono i sintomi caratteristici del coma?

Il sintomo principale è l’assenza di coscienza, che può essere più o meno grave. I principali sintomi che possono essere correlati ad uno stato di coma sono:

  • occhi chiusi
  • mancata risposta, miosi e midriasi, delle pupille alla stimolazione con la luce
  • alterata o assente risposta a stimoli esterni
  • incapacità di comunicare
  • spesso respirazione irregolare ed alterazione dei riflessi della tosse e della deglutizione.

Nel coma di lunga durata, possono svilupparsi anche piaghe da decubito, per l’allettamento prolungato, ed una sofferenza di tutto l’apparato muscolo-scheletrico.

Da cosa può essere causata una condizione di coma?

Molte sono le patologie che possono provocare il coma ed hanno in comune la capacità di determinare un’alterazione del normale livello di coscienza ed un danneggiamento, anche temporaneo, delle funzioni cerebrali e della vita di relazione.

Tra le principali cause dell’insorgenza del coma ci sono lesioni traumatiche o traumi cranici violenti, che possono produrre sanguinamento e edema, un rigonfiamento delle strutture cerebrali. Tali condizioni determinano una riduzione dell’irrorazione del tessuto cerebrale, che riceve meno ossigeno e può andare incontro a gravi danneggiamenti.

Lo stato comatoso subentra quando tra la sostanza grigia, ovvero la corteccia cerebrale, e i neuroni presenti nel tronco encefalico avviene una interruzione degli impulsi nervosi. Quando una di queste due zone, o tutte e due le zone, patiscono un danno, ecco che il soggetto rischia di entrare in coma.

Varie patologie possono determinare un danneggiamento del sistema nervoso centrale e, nei casi gravi, sfociare in uno stato di coma:

  • tumori o metastasi del cervello o del tronco encefalico
  • diabete, l’ipoglicemia e l’iperglicemia possono causare perdita di coscienza
  • infezioni come encefalite e meningite, quando si manifestano in forma grave
  • convulsioni, soprattutto quando gli attacchi convulsivi sono frequenti e duraturi
  • agenti tossici, per esposizione al monossido di carbonio o una overdose di farmaci o di alcol e droghe.

Esami diagnostici

Il paziente in coma viene indagato mediante numerose indagini ematochimiche e strumentali. Queste sono indispensabili per individuare le cause scatenanti e l’entità del danno cerebrale.

Gli esami strumentali più frequentemente utilizzati sono:

Cosa fa il cervello in coma?

Fino ad un certo livello di danno cerebrale il cervello garantisce le funzioni della vita vegetativa, le funzioni primarie per il mantenimento in vita.

Quando il danno cerebrale è molto marcato, il cervello perde anche questa capacità ed il mantenimento in vita del soggetto deve essere assicurato con presidi farmacologici e meccanici esterni, in un contesto di ricovero in Unità di Terapia Intensiva.

È prevista una terapia?

Molte sono le terapie che possono essere adottate per un paziente in coma. Prima fra tutte è la terapia salvavita, costituita dai presìdi farmacologici e meccanici necessari a sostenere le funzioni respiratorie e cardiocircolatorie.

Accanto a queste possono essere adottati interventi:

  • chirurgici, ove indicati, per correggere problematiche vascolari o espansive
  • farmacologici per contrastare eventuali dismetabolismi o problematiche cardiovascolari.

Nel coma di lunga durata diversi studi hanno evidenziato anche l’importanza terapeutica degli stimoli affettivi e sonori da parte di familiari o conoscenti del soggetto in coma.

Coma farmacologico

Accanto al coma, inteso come conseguenza di un evento traumatico o di una patologia scatenante, va menzionato anche il coma farmacologico.

Si tratta di uno stato di incoscienza profonda, indotto farmacologicamente per assicurare protezione al cervello in determinate patologie. È una condizione assolutamente reversibile ed è indotta dai medici in Terapia Intensiva mediante farmaci quali ipnotici e oppioidi.

Viene spesso utilizzato dopo alcuni interventi chirurgici sul sistema nervoso centrale o per ridurre il possibile danno da stress del cervello in particolari patologie o traumi severi.