Con il termine fibromialgia ci si riferisce a una malattia cronica reumatica caratterizzata dalla presenza sia di rigidità in innumerevoli zone dell’apparato locomotore sia di tensione muscolare
Cos’è la fibromialgia?
La fibromialgia è una malattia cronica caratterizzata da dolore diffuso e rigidità muscolare, si manifesta prevalentemente nella popolazione femminile e di norma compare fra i venti e i cinquant’anni.
Le cause esatte della sua insorgenza non sono ancora chiare, ma si pensa sia il risultato di un insieme di fattori scatenanti.
Il Santagostino propone un percorso di cura multidisciplinare e personalizzato che integra competenze professionali sia mediche che psicologiche.
Fibromialgia: i sintomi principali
Il sintomo prevalente della fibromialgia è il dolore generalizzato, che inizialmente si può manifestare in una sede localizzata (come ad esempio le spalle e il rachide cervicale) e solo successivamente diffondere in altre sedi.
Altri sintomi della fibromialgia sono:
Che dolori provoca la fibromialgia?
Il dolore fibromialgico può variare a seconda dei diversi momenti della giornata, alle condizioni atmosferiche, ai livelli di attività, allo stress e ai ritmi del sonno. Il paziente avverte il dolore principalmente a livello muscolare con annessi sintomi di malessere generale.
Sebbene durante una visita una persona possa erroneamente apparire sana, un attento esame da parte di un reumatologo può indicare la presenza di aree dolenti in sedi specifiche (tender points, presenti su entrambi i lati del corpo): questa diagnosi permette di discriminare la fibromialgia da altre malattie come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide.
Come inizia la fibromialgia?
Le cause della fibromialgia sono multifattoriali e controverse. Molti sono i fattori che possono determinare la comparsa della sindrome fibromialgica, ad esempio:
- Eventi stressanti, quali una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico
- Carenza di sonno o una sua alterazione
- Affaticamento per lavoro
- Periodo pre-mestruale
- Cambiamenti meteorologici
I pazienti molto spesso non sono in grado di identificare un singolo evento, capace di scatenare questa sindrome. Alcuni studi hanno identificato alterazioni di sostanze ormonali e di mediatori chimici (neurotrasmettitori) a livello centrale, altri hanno invece osservato innumerevoli alterazioni nella qualità del sonno e in più una certa vulnerabilità dei muscoli a microtraumi ripetuti. Proprio una ridotta soglia di sopportazione del dolore potrebbe essere la causa scatenante della fibromialgia.
Come capire se si soffre di fibromialgia?
La fibromialgia è una delle patologie più difficili sia da individuare che da diagnosticare. L’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) l’ha riconosciuta come malattia nosograficamente autonoma.
È facile che inizialmente possa essere confusa, anche dai medici, con altre patologie e la strada per una diagnosi certa comporta spesso numerose visite mediche e test negativi, incapaci di dare una risposta ai dolori dei pazienti. Nell'assistito, i sintomi ricorrenti, possono però aiutare lo specialista a identificare la patologia. La diagnosi della fibromialgia, standardizzata grazie all’utilizzo di determinati criteri, si basa infatti sulla presenza di un diffuso dolore muscolo scheletrico da almeno 3 mesi, il quale viene associato al dolore di almeno 11 tender points (punti di dolore) su 18.
Qual è il trattamento per la fibromialgia?
Esistono diverse strade per affrontare il percorso terapeutico della fibromialgia, alla quale spesso si accompagnano sintomi fisici e psichici di varia natura che compromettono la qualità della vita quotidiana del paziente (insonnia, astenia, diminuzione della forza nelle braccia e nelle gambe, formicolii, cefalea, difficoltà di concentrazione).
In questi casi, tra i farmaci più prescritti dallo psichiatra, c'è la Duloxetina che agisce sui sistemi neurotrasmettitoriali modulando la percezione del dolore e la regolazione delle emozioni. Si è dimostrata, infatti, efficace sia nel miglioramento dei sintomi che nel mantenimento del benessere a lungo termine.
La percentuale di risposta è tuttavia parziale e tende a diminuire con il tempo, probabilmente a causa della eterogeneità delle caratteristiche fisiopatologiche e cliniche di chi ne è affetto: il sintomo doloroso di solito è al centro di molti altri disagi.
Misure comportamentali da seguire con la fibromialgia?
Per trattare questo disturbo è utile innanzitutto educare il paziente a uno stile di vita più corretto, sia dal punto di vista dietetico che abitudinario:
- riducendo lo stress ed evitando sforzi eccessivi, sarebbe utile che il paziente trovasse ogni giorno tempo per rilassarsi
- migliorando la qualità del sonno e limitando il riposo diurno, sarebbe utile per stabilire un orario definito per andare a dormire la sera e per svegliarsi al mattino
- comprendendo il grande ruolo di un regolare attività fisica, soprattutto di tipo aerobico: camminare, andare in bicicletta e nuotare
- mantenendo uno stile di vita sano con una riduzione del consumo di zucchero, sale, caffeina e di carne rossa (preferendo altre proteine animali), apportando invece un aumento di verdura e frutta di stagione
Che cos’è l’approccio bio-psico-sociale per la gestione della fibromialgia?
Le più recenti teorie mediche prediligono un approccio bio-psico-sociale alla comprensione e alla gestione della fibromialgia. Questo metodo indica che esistono fattori biologici, psicologici e sociali che causano e mantengono il disturbo.
L'approccio bio-psico-sociale ha il merito di integrare competenze professionali diverse, coinvolgendo medici, psichiatri e psicologi in un unico percorso terapeutico multidisciplinare e personalizzato.
Esistono numerosi dati scientifici che legano la fibromialgia alla processazione delle sensazioni fisiche e delle emozioni da parte del paziente: ansia, depressione, alessitimia, eventi di vita stressanti, sono spesso presenti nelle storie di chi soffre di fibromialgia e hanno un impatto non solo sulla gestione della malattia, ma anche su ogni altro aspetto della vita quotidiana.
L'integrazione di competenze professionali specialistiche, che affrontano i diversi aspetti del problema, sembra oggi essere l'approccio più efficace al raggiungimento di cambiamenti significativi e duraturi nell'affrontare questa malattia.
Fibromialgia e ricerca
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è dal 1992 che riconosce l’esistenza della fibromialgia e nel 2019, nella sua classificazione internazionale delle malattie, l’ha indicata come sindrome e inclusa alla voce “dolore cronico diffuso”.
Anche in Italia è un disturbo riconosciuto a livello medico, e l’ISS (Istituto superiore di sanità) l’ha identificato come malattia cronica capace di compromettere lo svolgimento delle comuni e quotidiane attività e la maggior parte degli aspetti legati alla qualità della vita.
La fibromialgia è una patologia che ancora non rientra, per l’Inps, tra le malattie invalidanti, infatti chi ne è affetto non ha la possibilità di usufruire ad esempio dell’esenzione dalla spesa sanitaria.
Il 2022 presenta però delle novità a riguardo, la legge di Bilancio ha destinato 5 milioni di euro sia allo studio della fibromialgia che alle sue possibili cure.