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Il rischio cardiovascolare

A cura di
Valeria
Buonamici
Claudio
Romei

Il rischio cardiovascolare è la probabilità che ognuno di noi ha di sviluppare una malattia cardiovascolare. Come valutarlo e contrastarlo in questa scheda.

CHE COSA S'INTENDE PER RISCHIO CARDIOVASCOLARE?

Per “rischio vascolare” si intende la probabilità di sviluppare una malattia della parete arteriosa. Il rischio deriva da numerosi fattori che agiscono provocando lesioni arteriose.
Le lesioni arteriose si presentano inizialmente come placche, poi come restringimenti e infine come vere e proprie ostruzioni. Una prevenzione efficace deve ridurre al minimo il rischio vascolare andando a correggere, molto precocemente, i fattori che lo inducono.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DEL RISCHIO VASCOLARE?

Il rischio vascolare viene indotto da fattori che presentano ripercussioni sulla parete arteriosa.
Inizialmente si tratta di lesioni microscopiche della parete che danno luogo a placche ateromatose (infiltrazioni di alcuni tipi di cellule del sangue e di grasso).
Questa fase precoce rimane a lungo silente, ed è proprio qui che la prevenzione risulta maggiormente efficace.

Con il tempo, il diametro interno dell'arteria si riduce: questo stadio delle stenosi può essere all'origine di sintomi di natura variabile, a seconda dell'organo in cui è ubicata l'arteria: angina pectoris quando sono le arterie coronarie a esserne interessate, dolori al polpaccio o alla coscia durante la deambulazione quando sono le arterie degli arti inferiori a essere state lesionate, paralisi transitoria quando è la circolazione cerebrale a subirne gli effetti.

A uno stadio più avanzato, si forma un coagulo sanguigno (trombo) che ostruisce l'arteria e che può dare luogo, ad esempio, a un infarto del miocardio (arterie del cuore) o a un'emiplegia se ne è interessata una delle arterie che irrorano il cervello.

L'obiettivo della prevenzione primaria è rallentare o impedire lo sviluppo di lesioni arteriose precoci controllando i fattori che le favoriscono (fattori di rischio) o che le accelerano.
La prevenzione secondaria sopraggiunge quando le lesioni arteriose si sono già insediate e implicano dei sintomi, poiché non è ancora troppo tardi per rallentarne l'evoluzione.

COME SI VALUTA IL RISCHIO VASCOLARE?

È possibile valutare in modo semplice il rischio vascolare individuale: il sesso maschile e l'età sono di per sé fattori di rischio vascolare, soprattutto se esistono precedenti familiari. Dopo la menopausa, il rischio per le donne si assimila progressivamente a quello per gli uomini.

Oltre a questi fattori di rischio, contro i quali non è possibile lottare, i principali nemici sono: il diabete, l'ipertensione arteriosa, l'eccesso di colesterolo (quello cattivo, il cosiddetto LDL), il tabagismo, l'obesità, la sedentarietà e lo stress.
Quanto più sono numerosi questi fattori, tanto più aumenta il pericolo, e i relativi effetti sul rischio non sono aggiuntivi, bensì moltiplicativi.

La valutazione del rischio individuale implica un'indagine dettagliata, affinché il medico possa venire a conoscenza dei precedenti familiari e personali, il rilevamento della pressione arteriosa e del peso, una valutazione sul tabagismo, così come il dosaggio della glicemia a digiuno e dei lipidi nel sangue. Tale valutazione deve essere eseguita regolarmente e consente di ottenere una quantificazione precisa e dati numerici sul rischio, tramite tabelle a disposizione dei medici.