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Il tamponamento cardiaco


Il tamponamento cardiaco è un accumulo di liquido all’interno del pericardio tale da compromettere la funzionalità cardiaca: scopriamo cause, sintomi e trattamento

Come e quando si manifesta un tamponamento cardiaco?

Il tamponamento cardiaco è una condizione patologica che si verifica quando la quantità di liquido pericardico aumenta al punto da gravare sul cuore, impedendogli di pompare sangue in modo adeguato.

Il liquido pericardico è un fluido presente nel pericardio, l’organo simile a un sacco che riveste il cuore. Più precisamente, si trova tra le due membrane pericardiche (una interna, il pericardio viscerale, a contatto con il cuore, e l’altra esterna, il pericardio parietale): il suo compito è infatti quello di ridurne l’attrito durante i movimenti di espansione e contrazione del cuore.

In condizioni fisiologiche, la sua quantità all’interno della cavità pericardica è compresa tra i 20 e i 50 ml. Quando aumenta, si verifica un versamento pericardico, che può essere più o meno severo, a seconda del volume di fluido accumulato. Il tamponamento cardiaco rappresenta una forma grave di versamento pericardico. 

L’elevata pressione pericardica sul cuore, infatti, fa sì che questo non riesca a far fluire sangue a sufficienza nei diversi distretti del corpo. Si tratta di una circostanza molto pericolosa che compromette la disponibilità di ossigeno e può portare dunque allo shock e alla morte. È quindi fondamentale riconoscerla e trattarla quanto prima.

Perché si forma “l'acqua” intorno al cuore?

Le cause del tamponamento cardiaco, quindi dell’accumulo di liquido pericardico attorno al cuore, possono essere diverse:

Tamponamento cardiaco: sintomi

La sintomatologia che si accompagna al tamponamento cardiaco comprende:

Spesso l’insorgenza di un tamponamento cardiaco si manifesta con la cosiddetta triade di Beck, costituita da tre segni caratteristici e considerata diagnostica:

  • Ipotensione arteriosa, dovuta al fatto che il cuore non riesce a pompare sangue come dovrebbe
  • Aumento della pressione sanguigna nelle vene (che si manifesta, per esempio, con la distensione delle vene giugulari sul collo a causa della difficoltà del sangue di tornare al cuore)
  • Toni cardiaci attutiti

Può comparire anche il cosiddetto polso paradosso, vale a dire la diminuzione della pressione sistolica in fase di inspirazione; edema polmonare e l’ingrossamento del fegato.

Classificazione del tamponamento cardiaco

A seconda della modalità di insorgenza e dei segni con cui si manifesta, Il tamponamento cardiaco può essere distinto in tre categorie:

  • Tamponamento cardiaco acuto: causato da traumi, complicanze post interventi chirurgici, dissecazione aortica. Insorge in modo improvviso e si associa a dolore cardiaco e difficoltà respiratoria. Può essere fatale a causa della sua manifestazione repentina e per questo deve essere trattato in modo tempestivo 
  • Tamponamento cardiaco sub-acuto, provocato da tumori, uremia o pericardite idiopatica. Può manifestarsi in forma asintomatica oppure presentare sintomi quali dolore toracico, dispnea, edema periferico, fiacchezza
  • Tamponamento cardiaco cronico, quando l’accumulo di liquido pericardico avviene lentamente in seguito a processi infiammatori

Diagnosi

Non sempre i segni facenti parte della triade di Beck sono presenti o ben individuabili. Per accertare la patologia è dunque necessario eseguire alcuni esami, quali:

  • Elettrocardiogramma (ECG), per esaminare il particolare battito cardiaco che si manifesta in caso di tamponamento cardiaco
  • Ecocardiogramma, per osservare la dilatazione del pericardio provocata dal liquido e la compressione cardiaca
  • Eco-FAST, volta a rintracciare la presenza di liquido nella cavità del pericardio
  • Radiografia del torace, per rilevare il rigonfiamento del cuore dato dall'accumulo di liquido pericardico
  • TAC, utile a ottenere immagini dettagliate del cuore e del pericardio
  • Cateterismo cardiaco, allo scopo di misurare la pressione atriale
  • Risonanza magnetica, per osservare eventuali anomalie anatomiche del pericardio
  • Angiografia coronarica, per valutare il flusso ematico all'interno dei vasi che irrorano il cuore
  • Esami del sangue, al fine di appurare l’origine batterica o virale del disturbo e verificare l’eventualità di un infarto miocardico
  • Analisi delle urine, per verificare la presenza di sangue

Una diagnosi celere è di cruciale importanza per scongiurare infarti e shock, che possono portare a un esito fatale del tamponamento cardiaco.

Come si toglie il liquido dal cuore?

Il trattamento del tamponamento cardiaco, per poter essere efficace, deve concentrarsi oltre che sulla cura dei sintomi anche sulla risoluzione delle cause scatenanti. Solo così sarà possibile eliminare alla radice i fattori che hanno provocato la raccolta di liquido pericardico e impedire che l’evento si ripresenti. La prognosi sul lungo periodo dipende dalla celerità della diagnosi, dalle cause del tamponamento e dalle eventuali complicanze.

Cosa fare dunque in caso di tamponamento cardiaco?

Questa condizione rappresenta a tutti gli effetti un’emergenza che deve essere affrontata tempestivamente in ospedale. I soccorsi si occuperanno in primo luogo di fornire ossigeno al paziente, fondamentale per prevenire uno stato di shock, e di riportare la pressione alla normalità. 

Una volta stabilizzati questi parametri, si procederà a un’operazione chirurgica di pericardiocentesi. Si tratta di un intervento di aspirazione del fluido presente nel miocardio tramite un ago che viene introdotto nel torace (incisione sottoxifoidea). Questa procedura ha lo scopo di ridurre la pressione esercitata dal liquido pericardico sul cuore, e di consentirgli di tornare alla normale attività. Viene evitata quando il versamento è a bassa pressione (inferiore ai 10 cl).

Quando con la pericardiocentesi non è possibile rimuovere una quantità sufficiente di liquido, si rende necessario intervenire con una toracotomia, un’incisione del torace, e una pericardiotomia, un’incisione del pericardio. La toracotomia consente al chirurgo di poter accedere agli organi interni e di procedere al drenaggio del liquido in eccesso attraverso un catetere. La toracotomia o la creazione di una finestra pericardica sottoxifoidale sono procedure più invasive che vengono effettuate principalmente quando la diagnosi è certa.

Nei casi più gravi, può essere necessario eseguire una pericardiectomia, cioè asportare una porzione del pericardio. Si tratta di un’operazione particolarmente delicata e rischiosa che si tende a praticare solo sui pazienti che potrebbero andare incontro a recidive.