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Pubblicato inPatologie

Obesità: cause e cure di questa patologia

L’obesità è una malattia in crescita nei paesi industrializzati, pericolosa per le complicazioni che può portare all’organismo, e da contrastare soprattutto tra i più piccoli.

L’obesità è una malattia molto diffusa in Italia, che deve essere diagnosticata e curata il prima possibile, soprattutto nei bambini, per evitare l’insorgenza di altre gravi problematiche per la salute (come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa e altre).

L’obesità è uno dei quattro fattori di rischio (gli altri sono abuso di alcol, tabacco e inattività fisica) di gravi patologie di tipo cronico.

In Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Obesity Barometer, sarebbero 18 milioni gli adulti sovrappeso (circa il 35,5%) e cinque milioni quelli obesi, ossia il 10% del totale della popolazione adulta.

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Come si classifica l’obesità?

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Uno degli strumenti utilizzati per classificare i vari gradi di obesità di una persona è il BMI, ossia il Body Mass Index – peso (in kg) / altezza x altezza (in metri) –  l’indice di massa corporea grazie al quale è possibile identificare uno stato di eccesso di peso.

Questo indice è il risultato del rapporto tra il peso corporeo espresso in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri.

In base a questo rapporto, può essere effettuata la seguente classificazione:

Obesità BMI

Questo valore, però, da solo non è sufficiente per una diagnosi di obesità, in quanto si tratta di un dato parziale. Il problema principale dell’indice di massa corporea sta nel fatto che non fa distinzioni tra massa magra e massa grassa.

Per avere tutte le informazioni necessarie, quindi, è utile avere un diario alimentare, in cui si registrerà nel dettaglio la propria dieta quotidiana.

Inoltre, oltre alla sensazione di fame o sazietà, andranno appuntate anche tutte le emozioni che possono influenzare in qualche modo la propria alimentazione quali nervosismo, noia, stress e altri stati d’animo.

Può essere utile, a tal proposito, affiancare al percorso con il nutrizionista anche un colloquio psicologico, per approfondire il rapporto tra il paziente e il suo stile alimentare.

Quali sono le possibili cause dell’obesità?

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Lo squilibrio tra quantità di calorie assunte e il loro consumo è una delle principali cause di obesità. Tale sbilanciamento tra apporto e consumo energetico, infatti, comporta un accumulo di grasso. Per questa ragione, un ruolo chiave nel mantenimento del peso forma lo gioca lo stile di vita. I parametri che possono incidere sulla forma fisica delle persone sono in particolare:

Anche nel periodo successivo al parto, alcune donne non riescono a rientrare nella loro forma abituale dopo un fisiologico aumento di peso dovuto alla gravidanza. Questa condizione, in alcuni casi, può tradursi nello sviluppo di obesità.

Alcune condizioni genetiche possono essere causa di obesità, ma solo in casi più rari. Tra le principali ci sono:

Infine, la possibile riduzione dell’attività fisica determinata dall’artrite può, a sua volta, comportare un rischio più alto di sviluppare obesità.

Va comunque detto che spesso il problema è a monte e sta in una scorretta o anomala relazione con il cibo, che viene visto come una valvola di sfogo psicologica. Molto spesso pertanto le cause prime dell’obesità sono di carattere psicologico.

Quando una persona è considerata obesa?

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Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona è obesa se il suo indice di massa corporea è superiore ai 30 chilogrammi per metro quadrato. L’indice di massa corporea, come abbiamo visto, è un dato biometrico espresso con il rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza e serve a stabilire quale sia il peso forma di un individuo.

Pur essendo uno dei principali indicatori di obesità, come abbiamo detto, l’indice di massa corporea non è l’unico parametro utilizzato per stabilire se un soggetto abbia problemi patologici di peso o meno. Da solo, infatti, questo indice non fornisce un’informazione completa in quanto:

  • non misura in modo diretto il grasso corporeo
  • non distingue tra massa grassa e magra

Quest’ultimo dato, ad esempio, è fondamentale nella valutazione della forma di un atleta che, basandosi solo sull’indice di massa corporea, potrebbe rientrare nella fascia dei soggetti obesi.

Che problemi dà l’obesità?

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L’obesità può influenzare negativamente tutte le normali attività del proprio quotidiano. Le persone con problemi patologici di peso, infatti, possono accusare mancanza di fiato anche a fronte di sforzi minimi, tendono a sudare in modo eccessivo, possono soffrire di problemi alla schiena, alle anche o alle ginocchia, avere disturbi del sonno e tendenza a russare.

A livello globale, l’obesità è considerata uno dei principali problemi per la salute pubblica in quanto può incidere negativamente sull’aspettativa di vita. Può comportare, infatti, un rischio più alto di sviluppare:

Cosa rischiano le persone obese?

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La condizione di obesità, ormai, è considerata una vera e propria patologia a sé stante, oltre che un significativo fattore di rischio per diverse altre malattie.

I pazienti obesi, infatti, hanno un maggior rischio cardiovascolare rispetto ai normopeso. Ciò significa che hanno più probabilità di sviluppare condizioni patologiche quali l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’insulino resistenza, l’aterosclerosi o la dislipidemia o di andare incontro a episodi cardio e cerebrovascolari quali infarti o ictus.

Le quantità in eccesso di grasso addominale, inoltre, possono comportare un’escursione ridotta del diaframma, una peggiore ventilazione e, di conseguenza, una minore ossigenazione del sangue, con tutte le complicanze correlate.

Le persone obese, oltre ai problemi di natura clinica, possono incontrare molteplici difficoltà nella propria quotidianità a causa del peso: dalla difficoltà ad avere una corretta igiene alla mobilità in casa, passando per le attività extradomestiche come passeggiare o fare la spesa.

L’obesità, inoltre, è strettamente correlata a problemi di natura ortopedica come osteoartrosi e il dolore articolare e rappresenta un fattore di rischio trasversale a livello anagrafico per la disabilità.

Tra la popolazione femminile, l’obesità aumenta il rischio di sviluppare disturbi del ciclo come l’amenorrea ed è correlata ad una riduzione del potenziale di concepimento e ad un rischio aumentato di complicanze in caso di gravidanza.

Come curare l’obesità?

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Data la molteplicità di cause che possono comportare lo sviluppo dell’obesità, anche l’approccio per il suo trattamento deve comprendere varie modalità di intervento. Il cambiamento degli stili di vita è sicuramente il primo passo per cercare di tutelare la propria salute. Ciò significa seguire un regime alimentare corretto, completo, equilibrato e praticare con regolarità l’esercizio fisico, tenendo però sempre conto delle proprie capacità, possibilità e generali condizioni di salute.

Dieta a restrizione calorica

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La restrizione calorica è la prima linea di intervento. Nella stragrande maggioranza dei casi di obesità è il comportamento alimentare e non scompensi ormonali la causa della condizione. Va pertanto ridotto il consumo di calorie, equilibrato l’apporto di macronutrienti e controllata la qualità del cibo ingerito.

La restrizione calorica va fatta sotto la guida e la supervisione di un professionista della nutrizione e di un medico dietologo. Nei casi di pazienti obesi infatti la restrizione va fatta in modo graduale per essere sostenibile e per permettere all’individuo di adeguarsi al nuovo stile di vita.

Molto importante è anche il supporto psicologico, perché il paziente impari a gestire le emozioni che sono responsabili della sovralimentazione.

Attività fisica

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L’attività fisica è un altro tassello di un percorso di dimagrimento per persone obese, che solitamente non si muovono o si muovono in modo totalmente insufficiente. Il movimento del corpo, diviso in esercizi di forza e cardio, serve a due scopi:

  • il primo ad aumentare il cosiddetto metabolismo basale, cioè il consumo calorico normale
  • il secondo ad aumentare il consumo di calorie nel corso della giornata

Data la probabile sedentarietà pressoché totale del paziente, anche l’attività fisica come la restrizione calorica deve essere fatta sotto la supervisione di un professionista, in modo che la perdita di peso corrisponda a perdita di tessuto adiposo e contemporaneo aumento della massa magra.

Terapia farmacologica e chirurgia bariatrica

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Nei casi particolarmente difficili, per motivi sia fisici sia psicologici, si può ricorrere a farmaci e a chirurgia bariatrica, in modo da risolvere il problema in modo forzato.

Queste soluzioni non possono però mai prescindere da una seria modifica dello stile di vita del paziente, che dovrà comunque imparare a mangiare meno e meglio e a muoversi.

 

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Quanto vive in media una persona obesa?

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Abbiamo visto come la condizione di obesità sia uno dei principali fattori di rischio per la salute e, addirittura, nei Paesi sviluppati, compare nei primi dieci. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa otto casi di diabete di tipo 2 su dieci sarebbero dovuti a sovrappeso e obesità, così come il 55% delle patologie ipertensive tra la popolazione adulta e il 35% delle cardiopatie ischemiche.

Ogni anno, l’obesità sarebbe responsabile di oltre un milione di decessi e causerebbe una compromissione della qualità della vita, con una stima complessiva di 12 milioni di anni di vita trascorsi in condizioni di salute inadeguate. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’obesità – responsabile del 13% dei decessi totali – rappresenterebbe la quarta causa di morte dopo l’ipertensione arteriosa, il rischi legati al regime alimentare e il consumo di tabacco.

Tra la popolazione maschile, la condizione di sovrappeso sarebbe responsabile del 6,9% dei Daly (disability-adjusted life per year) – un indice che misura la severità di una patologia in termini di anni persi a causa di essa – e del 9,6% della mortalità.

Tra le donne, le percentuali sarebbero ancora più alte: 11,5% della mortalità e 8,1% di Daly.