Lamotrigina: a cosa serve, dosaggio ed effetti collaterali

La lamotrigina è un farmaco utilizzato per epilessia e disturbo bipolare. Scopri come agisce, a cosa serve, dosaggi, effetti collaterali e precauzioni d’uso.

Lamotrigina: a cosa serve, dosaggio ed effetti collaterali

La lamotrigina è un farmaco anticonvulsivante appartenente alla classe delle feniltriazine, utilizzato principalmente nel trattamento dell’epilessia e del disturbo bipolare. La sua efficacia e versatilità ne fanno uno dei farmaci più prescritti in neurologia e psichiatria.

La lamotrigina è disponibile in compresse (anche orodispersibili) e deve essere assunta regolarmente seguendo attentamente il dosaggio stabilito dal medico.

A cosa serve la lamotrigina

La lamotrigina viene utilizzata per trattare diverse condizioni neurologiche e psichiatriche. Le principali indicazioni sono:

Epilessia

  • Trattamento delle crisi parziali (con o senza generalizzazione secondaria)

  • Crisi generalizzate tonico-cloniche

  • Sindrome di Lennox-Gastaut nei bambini e adulti Viene impiegata sia in monoterapia sia in terapia aggiuntiva(add-on) in combinazione con altri antiepilettici.

Disturbo bipolare

La lamotrigina è approvata per la prevenzione delle ricadute depressive nel disturbo bipolare di tipo I. Non è efficace nel trattamento delle fasi maniacali acute, ma è particolarmente utile nel mantenimento dell’umore.

Altri usi off-label

In alcuni casi, può essere utilizzata fuori indicazione (off-label) per trattare disturbi dell’umore resistenti o forme di dolore neuropatico, anche se in questi contesti l’efficacia deve essere valutata caso per caso.

Meccanismo d’azione

Il meccanismo d’azione della lamotrigina non è completamente chiarito, ma si ritiene che agisca principalmente bloccando i canali del sodio voltaggio-dipendenti presenti nei neuroni. Questo riduce il rilascio di neurotrasmettitori eccitatori come il glutammato, che sono coinvolti nella genesi delle crisi epilettiche e nelle fluttuazioni dell’umore.

A differenza di altri antiepilettici, la lamotrigina non è sedativa e non compromette la vigilanza, il che la rende adatta anche per uso a lungo termine in soggetti attivi.

Dosaggio

La posologia della lamotrigina varia in funzione:

  • Della patologia da trattare

  • Dell’età del paziente

  • Della presenza di altri farmaci concomitanti (es. valproato, che ne aumenta i livelli plasmatici)

Per l’epilessia

  • In monoterapia: si parte con 25 mg al giorno per 2 settimane, aumentando gradualmente fino a una dose di mantenimento di 100-200 mg/die.

  • In politerapia con valproato (che rallenta il metabolismo della lamotrigina), si inizia con dosi più basse (es. 25 mg a giorni alterni).

Per il disturbo bipolare

  • Di norma, si parte con 25 mg al giorno, aumentati progressivamente fino a 100-200 mg al giorno in base alla risposta clinica e alla tollerabilità.

È fondamentale rispettare la titolazione graduale per ridurre il rischio di reazioni avverse cutanee potenzialmente gravi.

Quanto ci mette la lamotrigina a fare effetto?

I tempi di efficacia della lamotrigina variano in base all’indicazione:

  • Per l’epilessia, l’effetto anticonvulsivante può iniziare a manifestarsi già durante le prime settimane, ma la piena efficacia si osserva dopo che è stata raggiunta la dose di mantenimento.

  • Nel disturbo bipolare, l’effetto stabilizzatore dell’umore può richiedere 3-6 settimane di trattamento continuo.

La gradualità è necessaria non solo per ridurre il rischio di effetti collaterali, ma anche per permettere al corpo di adattarsi correttamente.

Effetti collaterali

Come ogni farmaco, anche la lamotrigina può comportare effetti indesiderati, più o meno comuni.

Effetti collaterali comuni

Effetti collaterali gravi

  • Sindrome di Stevens-Johnson: una reazione cutanea rara ma potenzialmente letale, più frequente in caso di titolazione troppo rapida.

  • Gravi eruzioni cutanee con febbre, linfoadenopatia e coinvolgimento mucoso

  • Disturbi ematologici: leucopenia, anemia aplastica, trombocitopenia

  • Disfunzioni epatiche

  • Effetti neuropsichiatrici: ansia, irritabilità, allucinazioni (più frequenti nei soggetti predisposti)

Nel caso di eruzioni cutanee, è necessario sospendere immediatamente la lamotrigina e consultare il medico.

Controindicazioni

La lamotrigina è generalmente ben tollerata, ma presenta alcune controindicazioni importanti:

  • Ipersensibilità nota al principio attivo

  • Precedenti reazioni cutanee gravi (es. sindrome di Stevens-Johnson)

  • Gravidanza e allattamento: sebbene non completamente controindicata, l’uso deve essere valutato con cautela. La lamotrigina attraversa la placenta e può essere escreta nel latte materno.

  • Gravi patologie epatiche o renali: richiedono un aggiustamento del dosaggio e monitoraggio più stretto.

  • Soggetti con storia di disturbi psichiatrici complessi: in alcuni casi, la lamotrigina può peggiorare i sintomi (es. psicosi o mania), specialmente in assenza di una diagnosi strutturata.

Interazioni farmacologiche

La lamotrigina è metabolizzata principalmente dal fegato attraverso glucuronazione. Alcuni farmaci possono modificarne i livelli plasmatici:

Interazioni che aumentano la concentrazione di lamotrigina:

  • Valproato: rallenta l’eliminazione, aumenta il rischio di tossicità e reazioni cutanee.

  • Sertralina, fluoxetina: possono aumentare i livelli, ma l’interazione è moderata.

Interazioni che diminuiscono la concentrazione di lamotrigina:

  • Carbamazepina, fenitoina, fenobarbital: induttori enzimatici che accelerano il metabolismo della lamotrigina.

  • Contraccettivi ormonali orali (estrogeni): possono ridurre l’efficacia della lamotrigina abbassandone i livelli plasmatici. Potrebbe essere necessario un aggiustamento del dosaggio.

Cosa non prendere con lamotrigina

  • Farmaci ad azione sedativa in combinazione (es. alcol, benzodiazepine) senza valutazione medica

  • Erbe medicinali con attività sul sistema nervoso centrale, come l’iperico

Domande frequenti

La lamotrigina fa dimagrire?

Non esiste una correlazione diretta tra lamotrigina e perdita di peso.

Rispetto ad altri farmaci antiepilettici ha un profilo migliore ed è uno dei pochi a non comportare un aumento ponderale.

Quanto ci mette la lamotrigina a fare effetto?

Come visto nella prima parte, l’efficacia si manifesta dopo 3-6 settimane di trattamento, a seconda della patologia trattata. I benefici nei disturbi dell’umore possono richiedere più tempo rispetto all’azione anticonvulsivante.

Cosa succede se smetto di prendere lamotrigina?

La sospensione brusca del farmaco può causare:

  • Ritorno o peggioramento delle crisi epilettiche

  • Rimbalzo depressivo nei pazienti bipolari

  • Sintomi da sospensione: ansia, insonnia, agitazione

È fondamentale scalare il farmaco lentamente, sotto stretta supervisione medica.

Considerazioni

La lamotrigina è un farmaco versatile, utile nel trattamento di patologie neurologiche e psichiatriche complesse. Grazie al suo meccanismo d’azione mirato e all’assenza di effetti sedativi importanti, è spesso ben tollerata anche per trattamenti a lungo termine.

Tuttavia, la necessità di una titolazione graduale, la possibilità di reazioni cutanee gravi e le interazioni farmacologiche richiedono un’attenta gestione clinica.

L’efficacia della lamotrigina, soprattutto nei pazienti con disturbo bipolare, è dimostrata da numerosi studi, ed è particolarmente indicata per la prevenzione delle ricadute depressive più che per il trattamento delle fasi maniacali.