Cerca nel sito
Chiudi

Epatite B, cos’è e perché fare il test


L’epatite B una infiammazione del fegato causata dal virus dell’epatite B (HBV). Si trasmette attraverso liquidi corporei e sangue. Quali esami sono necessari?

Epatite B, di cosa si tratta?

L’epatite B è una malattia infettiva acuta che determina l’infiammazione del fegato; è causata dal virus dell’epatite B, HBV. Questo virus, dopo la forma A, rappresenta la seconda causa di epatite virale acuta.

Il test per l’epatite B viene svolto sia per screening, sia per svolgere una diagnosi di epatite B cronica oppure acuta. Il test viene svolto anche per il monitoraggio della patologia e della eventuale terapia in corso. In quarta battuta, il test permette di rilevare una precedente esposizione al virus o la possibilità di epatiti pregresse.

Quali sono i sintomi dell’epatite B?

L’infezione può essere:

  • asintomatica e non provocare quindi alcun sintomo ravvisabile
  • acuta, con sintomi che si manifestano appena dopo l’ingresso del virus all’interno dell’organismo. L’infezione acuta si risolve spontaneamente nel 95% dei casi
  • cronica, quando l’infiammazione perdura oltre i 6 mesi.

Una volta avvenuto il contagio, il virus può comunque avere una incubazione compresa tra i 45 e i 180 giorni, con una media effettiva di 2, 3 mesi. La persona infetta presenta sintomi divisibili in due periodi:

  • periodo pre-itterico, con nausea, vomito, debolezza, febbre, mancanza di appetito, dolori addominali, dolori articolari
  • periodo post-itterico, che si caratterizza per la presenza di ittero, una colorazione tendente al giallo e che interessa la pelle e gli occhi. Le urine, per eccesso di bilirubina, hanno un aspetto scuro, le feci si presentano chiare.

In assenza di cure, l’infezione cronica può determinare nei pazienti un maggiore rischio di contrarre cirrosi epatica e di epatocarcinoma.

Come si fa a prendere l’epatite B?

La trasmissione del virus dell’epatite B può essere determinata da contatto diretto con del sangue infetto, quindi anche per via parenterale, e dall’esposizione a fluidi corporei come liquidi vaginali e sperma.

L’epatite B, inoltre, può esser trasmessa da madre, infetta, al proprio neonato.

Quando si prescrive l’esame per l’epatite B?

Le analisi per diagnosticare l’infezione dovuta al virus HBV possono essere prescritte quando il paziente manifesta i sintomi che sono stati indicati. Più precisamente:

  • quando il paziente presenta segni o sintomi dell’infezione da HBV, come ittero oppure aumento dell’enzima epatico ALT, anche se è possibile che il paziente infetto sia HbsAg positivo e non presenti nessun altro valore ad attestare l’attività della malattia
  • se si è stati esposti al virus HBV
  • quando il paziente deve intraprendere una terapia farmacologica con immunosoppressori o una chemioterapia
  • quando il paziente ha ricevuto diagnosi di epatite B o C ed è in trattamento
  • nei casi in cui deve essere svolta una valutazione dello stato immunitario del paziente e l’eventualità di una vaccinazione
  • qualora il paziente presenti sintomi correlati ad una epatite acuta, così da determinarne l’origine.

Quali informazioni fornisce questo esame?

Il test per l’epatite B permette di:

  • capire se i segni e i sintomi del paziente siano legati, o meno, all’infezione da HBV
  • svolgere un monitoraggio dell’infezione cronica da HBV così da decidere, in caso, la terapia farmacologica.

Come si svolge l’esame per l’epatite B?

Ad essere prelevato è un campione di sangue venoso. L’esame si svolge di prima mattina, a digiuno, e non prevede alcun tipo di preparazione.

Con il campione di sangue venoso si può rilevare la presenza del marcatore dell’infezione, HBsAG, chiamato anche antigene Australia. È un antigene di superficie, il marker per l’infezione del virus dell’epatite B.

Si può svolgere l’esame, per determinare l’infezione, dopo 1 o massimo 6 settimane dall’esordio dei sintomi. In caso di guarigione, il paziente ha risultati negativi dopo 4, massimo 6 mesi.

Quali altri esami possono essere svolti?

Accanto al test per l’epatite B, è possibile che siano prescritti altri esami routinari come ALT (alanina aminotransferasi) e AST (aspartato aminotransferasi). Risultano di estrema importanza ai fini diagnostici, nei casi in cui mancassero sintomi chiari e univoci.

È consigliabile, per svolgere il test dell’epatite B, aspettare non meno di un mese dopo la vaccinazione per il virus HBV. La causa risiede nella eventualità che emergano falsi positivi appena dopo l’inoculazione del vaccino.

Il virus dell’epatite B si trasmette sì per via parentale, per mezzo del sangue e dei liquidi biologici, ma non può diffondersi per mezzo di contatti più superficiali, come ad esempio colpi di tosse, starnuti o strette di mano.

Particolarmente a rischio contagio sono i soggetti fragili, in dialisi o sottoposti a chemioterapia, incluso il personale ospedaliero. Si ricorda, in conclusione, che un soggetto infetto è veicolo di contagio anche se asintomatico.