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La prostatite. Sintomi, cause e trattamenti


La prostatite, nelle sue diverse forme, è una patologia che interessa la prostata. Quali sono i sintomi, le cause e i trattamenti per questa condizione? Le risposte del dottor Rocchini, urologo del Santagostino.

Cos’è la prostatite

La prostatite è un'infiammazione della prostata, la ghiandola più grande del sistema riproduttivo maschile. Questa ghiandola è deputata alla produzione del secreto prostatico, che durante l’eiaculazione si mescola allo sperma proveniente dai testicoli, dando origine al liquido seminale.

Il secreto prostatico serve a proteggere gli spermatozoi nell’ambiente acido della vagina, e a prolungarne la vita al fine della riproduzione. 

L’infiammazione della prostata è una condizione molto comune che colpisce gli uomini di età inferiore ai 50 anni

Quali sono i sintomi?

I sintomi della prostatite sono molteplici e possono cambiare in base al tipo e alle caratteristiche della patologia. Molti dei sintomi sono dovuti per lo più allo spasmo dei muscoli del bacino e della vescica. I sintomi più comununi sono difficoltà nella minzionebruciore, dolore pelvico oltre a fastidio o dolore perineale.

Tra gli altri sintomi si possono indicare:

Classificazione dei tipi di prostatite

L’infiammazione della prostata può essere una condizione acuta o cronica, a seconda del modo in cui insorge. Inoltre può essere classificata in base alle caratteristiche e ai sintomi che presenta. Vediamo quali sono i diversi tipi di prostatite.  

Prostatite batterica acuta

La prostatite batterica acuta è provocata da infezioni batteriche a carico della prostata. Ha un esordio brusco e improvviso. Si presenta solitamente con dolore pelvico-perineale (sovrapubico, che interessa i genitali esterni e il perineo), associato alla comparsa improvvisa di:

  • dolore alla minzione
  • necessità di andare in bagno molto spesso
  • ritenzione urinaria, in alcuni casi.

Spesso si presentano anche sintomi sistemici quali malessere generale, febbre, nausea e vomito.

Prostatite batterica cronica

La prostatite batterica cronica è caratterizzata dalla ricorrenza delle infezioni delle vie urinarieSolitamente i pazienti riferiscono un relativo benessere tra un episodio e l'altro, oppure i soggetti possono riferire una storia clinica tipica della tipologia successiva.

Prostatite non batterica

La prostatite non batterica o abatterica, anche detta sindrome dolorosa pelvica cronica, è una condizione molto debilitante. I sintomi comprendono:

  • dolore fisso o alternante localizzato nella zona perineale, sovrapubica, a carico dei testicoli e del pene
  • forte dolore durante e dopo l’eiaculazione 
  • necessità di correre in bagno alla comparsa di stimolo della minzione
  • bisogno di urinare più frequentemente 
  • diminuzione della potenza del getto urinario. 
  • deficit erettile 
  • eiaculazione precoce.

Prostatite infiammatoria asintomatica

La prostatite infiammatoria asintomatica è caratterizzata dall'assenza di sintomatologia. Il paziente non riferisce dolori o fastidi, ma sono rilevabili segni di infiammazione o infezione a livello dello sperma o del liquido prostatico. La diagnosi è solamente bioptica, avviene, cioè, mediante il prelievo di tessuto prostatico.

Quali sono le cause della prostatite?

È difficile trovare l'agente patogeno coinvolto nelle prostatiti: spesso i batteri possono essere presenti nei dotti della ghiandola prostatica che si ostruiscono a seguito dell'infezione e di conseguenza non vengono rilevati negli esami colturali.

La maggior parte delle prostatiti acute è causata da:

Altre cause possono essere la fimosi, ovvero un restringimento anomalo del prepuzio, ostruzioni del collo della vescica, traumi a livello del perineo.

Fattori di rischio

Alcuni fattori di rischio possono favorire la comparsa della patologia. Alcuni esempi possono essere delle infezioni trascurate del basso apparato urinario, rapporti sessuali non protetti e a rischio, un scarsa idratazione o la irregolarità intestinale.

Ulteriori fattori di rischio possono essere l’immunodepressione, l’orchite o il catetere vescicale o, ancora, lo stress.

Come si fa a capire se si ha la prostatite?

La diagnosi parte sempre da un'attenta valutazione della storia clinica del paziente mediante un'accurata anamnesi patologica e fisiologica.

Molto importante risulta la valutazione dei sintomi, l'inizio della loro comparsa, il loro andamento durante il giorno e la notte, e le eventuali limitazioni della vita del paziente. Molto importante sarà anche la valutazione della sintomatologia sistemica (nausea, febbre, vomito).

Si valuteranno, inoltre, gli eventuali fattori di rischio.

L'esame fisico si concentrerà sulla regione del basso addome, sulla valutazione dei genitali esterni, con la palpazione dell'area perineale e l'esame prostatico per via transrettale.

Esami di laboratorio

Gli esami maggiormente impiegati per la diagnosi delle prostatiti sono gli esami colturali del liquido seminale e delle urine, eventualmente completati da esame colturale su tampone uretrale.

È sempre utile, inoltre, valutare lo stato di salute del soggetto mediante esami del sangue specifici ed esami volti alla valutazione dello stato di infiammazione del soggetto. 

Può essere utile, inoltre, l'esame del PSA (antigene prostatico specifico) che risulta spesso elevato durante le prostatiti batteriche e solitamente si normalizza in circa 4 settimane dopo un trattamento efficace.

L'ecografia prostatica può evidenziare la presenza di ascessi prostatici, calcificazioni ed eventuali dilatazioni delle vescicole seminali.

Qual è la cura per la prostatite?

La terapia d’elezione resta quella antibiotica. Nello specifico, il trattamento delle forme acute batteriche e croniche batteriche si basa sull'utilizzo di antibiotici ad alto dosaggio per un lungo periodo di tempo. Per le prostatiti acute batteriche, il trattamento dovrebbe essere protratto per 2-4 settimane dopo la scomparsa della febbre. 

La terapia antibiotica è raccomandata anche per le prostatiti non batteriche.

Altri farmaci impiegati sono:

Vista l'elevata tendenza alla cronicizzazione e la successiva difficoltà terapeutica, è molto importante che i pazienti vengano sempre seguiti dallo specialista urologo. Lo specialista, in base alla sintomatologia riportata, all'esito degli esami di laboratorio e clinici e alla risposta del paziente, interviene con terapie combinate volte al miglioramento sostanziale della qualità della vita.

Come sfiammare la prostata velocemente?

Un aiuto a favore della prostata infiammata, al netto della necessaria terapia farmacologica, arriva dalla tavola. Il consumo di verdure a foglia verde e determinati frutti, come ad esempio le ciliegie dolci, può risultare utile grazie alla presenza di antiossidanti.

Gli antiossidanti hanno infatti la capacità di ridurre lo stress ossidativo. Gli alimenti particolarmente ricchi di antiossidanti sono:

  • ciliegie dolci e frutti di bosco
  • fagioli rossi e cuori di carciofo
  • mele e prugne.

Cosa non fare con una prostatite?

A tavola, bisogna porre attenzione e moderare il più possibile il consumo di alimenti quali spezie, peperoncino e pepe, birra, insaccati e crostacei, grassi saturi provenienti da cibi fritti, formaggi e carni rosse. Andrebbero moderati anche il caffè, i superalcolici.

Quale prevenzione è possibile?

La prevenzione principale consiste nell’evitare comportamenti a rischio, come i rapporti sessuali non protetti con partner non stabili. È poi utile evitare tutte le condizioni che possano portare ad un'alterazione della funzione del sistema immunitario. È importante quindi limitare lo stress e non fumare, limitare gli alcolici, evitare una vita sedentaria. Bisogna poi mantenere un alvo regolare, consumare elevate quantità di frutta e verdura e assumere almeno 1.5 litri di acqua al giorno.

È utile, inoltre, che i soggetti con prostatite cronica batterica o non batterica evitino:

  • alimenti irritanti come caffè, tè, cioccolato, bibite gassate, cibi piccanti
  • bevande zuccherate e gli alcolici
  • utilizzo di cicli e motocicli.

Quante volte eiaculare per mantenere sana la prostata?

Per mantenere sana la prostata, è consigliabile eiaculare almeno una volta alla settimana. Una sana e regolare vita sessuale può ridurre il rischio di sviluppare tumori alla prostata, oltre a migliorare la fertilità.

Nello specifico, si ha una significativa riduzione di rischio per il tumore alla prostata, pari al 30%, se si eiacula tra 4 e 6 volte alla settimana.

Quanto tempo può durare una prostatite?

Lo sviluppo di questa infezione è lento, e la sua durata può estendersi fino a 3 mesi o anche più tempo. I sintomi, inoltre, possono attraversare una fase di acuzie e di remissione, per poi recidivare, ed è altrettanto possibile una persistenza in forma lieve.

In seguito al trattamento della prostatite acuta, così come di una infezione a carico del tratto urinario inferiore, è possibile che insorga una prostatite batterica cronica.

Quanto tempo ci vuole per guarire da una prostatite?

Il tempo necessario per guarire da una prostatite varia a seconda della sua forma e della gravità. In genere, il trattamento della prostatite richiede dalle 3 alle 6 settimane, come indicato. Tuttavia, la prostatite cronica può durare tre o più mesi, con sintomi che possono recidivare e persistere.

FONTE

“EAU (European Association of Urology) Guidelines on urological infection” e  “Chronic Pelvic Pain”; “Campbell-Walsh Urology 10th edition, Elsevier Health”