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Pubblicato inPrincipi attivi e farmaci

Ceftriaxone: cos’è, quando si usa e quali sono gli effetti collaterali

Il ceftriaxone è un antibiotico a largo spettro usato per trattare infezioni gravi. Agisce contro batteri sia Gram-positivi che Gram-negativi.

Ceftriaxone

l ceftriaxone è un antibiotico appartenente alla famiglia delle cefalosporine di terza generazione, utilizzato in ambito ospedaliero per trattare infezioni batteriche anche gravi. Grazie alla sua lunga emivita e all’ampio spettro d’azione, è uno dei farmaci più utilizzati in terapia empirica e mirata.

Cos’è il ceftriaxone

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Il ceftriaxone è un antibiotico β-lattamico in grado di interferire con la sintesi della parete cellulare dei batteri, portandoli alla morte. È efficace contro numerosi batteri Gram-positivi e Gram-negativi, ed è stabile rispetto a molte β-lattamasi, enzimi prodotti da alcuni batteri per resistere agli antibiotici.

Meccanismo d’azione

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Il ceftriaxone agisce inibendo l’enzima transpeptidasi, fondamentale per la sintesi della parete batterica. L’inibizione porta a una parete cellulare instabile e, di conseguenza, alla lisi del batterio. È battericida, ovvero uccide direttamente i microrganismi patogeni.

Farmacocinetica

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Il farmaco ha un’emivita lunga (fino a 8 ore), permettendo somministrazioni una o due volte al giorno. Si somministra per via intramuscolare o endovenosa, e viene eliminato in parte per via renale e in parte per via biliare, rendendolo adatto anche ai pazienti con insufficienza renale moderata.

Quando si usa il ceftriaxone

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Il ceftriaxone è indicato per il trattamento di diverse infezioni batteriche sistemiche e localizzate, specialmente quando è necessaria una terapia potente e a spettro ampio.

Principali indicazioni

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Il ceftriaxone è spesso usato in associazione ad altri antibiotici, come metronidazolo o macrolidi, per coprire un ampio spettro di patogeni.

Come si somministra il ceftriaxone

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Il farmaco non è disponibile per uso orale: la somministrazione avviene esclusivamente per via parenterale, in ambiente ospedaliero o sotto supervisione medica.

Modalità di somministrazione

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  • Endovenosa: in bolo o infusione, spesso diluito in soluzione salina

  • Intramuscolare: in caso di infezioni meno gravi o in ambito ambulatoriale.

La posologia varia in base alla patologia da trattare, all’età del paziente e alla sua condizione clinica generale.

Dosi comuni

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  • Adulti: 1-2 g al giorno, fino a un massimo di 4 g nei casi più gravi

  • Bambini: dosaggio calcolato in base al peso corporeo (generalmente 50-100 mg/kg/die)

  • Profilassi chirurgica: dose singola da 1-2 g prima dell’intervento.

La durata della terapia dipende dalla risposta clinica e dai risultati degli esami microbiologici.

Effetti collaterali del ceftriaxone

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Come tutti gli antibiotici, anche il ceftriaxone può causare effetti indesiderati, più o meno frequenti.

Effetti comuni

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  • Disturbi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea

  • Reazioni locali: dolore, gonfiore o arrossamento nella sede di iniezione

  • Alterazioni ematologiche: eosinofilia, leucopenia, trombocitopenia

Effetti meno comuni o gravi

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È fondamentale monitorare i pazienti, soprattutto se il trattamento è prolungato o ad alte dosi.

Controindicazioni e precauzioni

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Il ceftriaxone è generalmente ben tollerato, ma esistono situazioni in cui il suo uso è controindicato o deve essere attentamente valutato.

Controindicazioni assolute

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  • Allergia nota alle cefalosporine o agli altri antibiotici β-lattamici

  • Neonati prematuri o a termine con iperbilirubinemia: rischio di kernicterus.

Precauzioni

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  • Pazienti con disfunzione epatica e renale concomitante

  • Associazione con calcio per via endovenosa (rischio di precipitazioni pericolose)

  • Gravidanza e allattamento: va usato solo se chiaramente indicato.

Resistenze e uso consapevole

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Il ceftriaxone, come altri antibiotici a largo spettro, può favorire lo sviluppo di resistenze batteriche se usato in modo improprio.

Buone pratiche d’uso

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  • Usare solo su prescrizione medica, mai per automedicazione

  • Completare sempre il ciclo, anche se i sintomi migliorano

  • Eseguire esami colturali per scegliere l’antibiotico più adatto

  • Non utilizzare come prima scelta per infezioni lievi o virali.

L’uso consapevole degli antibiotici è fondamentale per mantenere la loro efficacia nel tempo.