Il risperidone è un farmaco antipsicotico atipico utilizzato nel trattamento di diverse patologie psichiatriche, tra cui la schizofrenia, il disturbo bipolare e alcuni sintomi comportamentali legati a disturbi dello spettro autistico.
Fa parte della seconda generazione di antipsicotici, con un profilo farmacologico studiato per ridurre gli effetti collaterali tipici degli antipsicotici tradizionali, soprattutto quelli extrapiramidali.
A cosa serve
Il risperidone è indicato per il trattamento di:
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Schizofrenia: sia negli episodi acuti che nella prevenzione delle ricadute.
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Disturbo bipolare: soprattutto nella gestione degli episodi maniacali acuti.
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Comportamenti aggressivi o agitati: in pazienti con demenza o autismo.
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Irritabilità nei disturbi dello spettro autistico: è uno dei pochi farmaci approvati anche in età pediatrica per questa indicazione.
La sua azione consente di ridurre i sintomi psicotici come allucinazioni, deliri, comportamento disorganizzato, aggressività e disturbi del pensiero.
Meccanismo d’azione
Il risperidone agisce bloccando i recettori della dopamina D2 e della serotonina 5-HT2A nel cervello. Questo duplice antagonismo è alla base della sua efficacia terapeutica e di una maggiore tollerabilità rispetto ai neurolettici di prima generazione.
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L’inibizione della dopamina è responsabile del controllo dei sintomi positivi della schizofrenia.
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Il blocco dei recettori serotoninergici contribuisce sia alla riduzione dei sintomi negativi sia al minor rischio di effetti extrapiramidali.
Quando comincia a fare effetto?
I primi effetti del risperidone possono manifestarsi già entro una settimana dall’inizio del trattamento, soprattutto nella riduzione dell’agitazione e dei sintomi comportamentali.
Tuttavia, l’efficacia piena si osserva generalmente dopo 4-6 settimane, quando si raggiunge la stabilità del dosaggio e della concentrazione plasmatica.
Dosaggi e modalità di somministrazione
Il dosaggio varia in base alla patologia da trattare, all’età del paziente e alla risposta individuale al farmaco.
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Schizofrenia (adulti): il trattamento può iniziare con 2 mg al giorno, aumentabili a 4-6 mg/die in base alla risposta. La dose massima consigliata è di 16 mg/die.
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Disturbo bipolare: di solito si inizia con 2-3 mg/die, eventualmente aumentabili.
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Disturbi comportamentali nei pazienti con demenza: dosi iniziali basse (0,25-0,5 mg) e titolazione graduale.
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Età pediatrica (autismo): partenza da 0,25 mg/die per i bambini sotto i 20 kg e da 0,5 mg/die per quelli sopra i 20 kg, con eventuale aumento.
Il farmaco è disponibile in forma di compresse, soluzione orale e iniettiva a rilascio prolungato (formulazione depot).
Effetti collaterali
Come tutti i farmaci antipsicotici, anche il risperidone può causare effetti collaterali. La loro incidenza e intensità possono variare in base al dosaggio, alla durata del trattamento, all’età del paziente e alla sensibilità individuale.
Effetti collaterali comuni
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Aumento di peso: legato all’alterazione del metabolismo e all’incremento dell’appetito.
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Sonnolenza o sedazione: più frequente all’inizio della terapia o con dosaggi elevati.
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Disturbi extrapiramidali: rigidità muscolare, tremori, acatisia (agitazione motoria), soprattutto ad alte dosi.
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Iperprolattinemia: aumento dei livelli di prolattina che può causare galattorrea (secrezione di latte), amenorrea, disfunzioni sessuali e ginecomastia.
Effetti collaterali meno comuni e gravi
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Sindrome neurolettica maligna (SNM): rara ma potenzialmente fatale, si manifesta con febbre alta, rigidità muscolare e alterazioni della coscienza.
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Prolungamento dell’intervallo QT: rischio cardiaco, da monitorare con ECG soprattutto in soggetti predisposti.
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Disturbi cognitivi e confusionali, soprattutto negli anziani.
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Convulsioni, nei pazienti epilettici o predisposti.
Controindicazioni del Risperidone
Il farmaco è controindicato nei seguenti casi:
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Allergia nota al risperidone o ad altri antipsicotici.
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Gravi disturbi cardiaci, in particolare se è presente un prolungamento dell’intervallo QT.
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Insufficienza epatica o renale grave, senza adeguato adattamento del dosaggio.
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Pazienti con demenza associata a sintomi vascolari, a causa di un aumento del rischio di eventi cerebrovascolari.
Interazioni farmacologiche
Il risperidone può interagire con diversi farmaci, potenziando o riducendo il suo effetto, oppure aumentando il rischio di effetti avversi.
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Farmaci che prolungano il QT (come alcuni antibiotici macrolidi, antiaritmici, antidepressivi): rischio sinergico.
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Depressori del SNC (benzodiazepine, alcol): possono potenziare la sedazione e il rischio respiratorio.
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Carbamazepina: può ridurre i livelli plasmatici di risperidone.
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Inibitori del CYP2D6 (fluoxetina, paroxetina): possono aumentare la concentrazione del farmaco.
L’assunzione deve essere sempre supervisionata dal medico, soprattutto in caso di terapia combinata.
Il risperidone causa dipendenza?
Il risperidone non causa dipendenza fisica o psicologica, secondo i criteri farmacologici classici.
Tuttavia, la sospensione improvvisa del trattamento può provocare la ricomparsa dei sintomi psichiatrici (effetto rebound), quindi è sempre consigliabile una riduzione graduale della dose, sotto controllo medico.
Qual è l’efficacia del risperidone?
Numerosi studi clinici hanno confermato l’efficacia del risperidone nel controllare i sintomi positivi della schizofrenia (allucinazioni, deliri) e nel ridurre l’irritabilità nei pazienti con autismo.
Anche nel disturbo bipolare, il risperidone si è dimostrato efficace nella gestione delle fasi maniacali, talvolta in combinazione con stabilizzatori dell’umore.
Quale farmaco può sostituire il risperidone?
La scelta di un farmaco alternativo dipende dalla patologia, dalla tollerabilità e dalla risposta clinica. Le possibili alternative includono:
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Olanzapina: più sedativa, ma con maggiore rischio di aumento ponderale.
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Quetiapina: buona tollerabilità, utile anche nei disturbi dell’umore.
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Aripiprazolo: meno impattante sul peso e sulla prolattina, ma meno sedativo.
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Paliperidone: metabolita attivo del risperidone, disponibile anche in formulazione a rilascio prolungato.
Conclusioni
Il risperidone è uno degli antipsicotici atipici più utilizzati per il trattamento di schizofrenia, disturbi bipolari e comportamentali. Il suo meccanismo d’azione bilanciato lo rende efficace sia sui sintomi positivi che negativi, con un profilo di sicurezza accettabile. Tuttavia, può causare effetti collaterali da monitorare, e la sua somministrazione richiede una valutazione attenta delle interazioni e delle condizioni cliniche del paziente.
È fondamentale che l’assunzione avvenga sempre sotto stretta sorveglianza medica, per personalizzare il dosaggio e garantire la massima efficacia con il minor rischio possibile.
(7 Aprile 2025)