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Ginecomastia: sintomi, cause e rimedi


La ginecomastia corrisponde all’ingrossamento del tessuto mammario, in soggetti maschili, per cause non di natura neoplastica. Come si manifesta? E in che modo si può intervenire?

Che cosa è la ginecomastia?

Il termine ginecomastia indica una ipertrofia che interessa il tessuto mammario e il tessuto ghiandolare di un soggetto maschile.

Bisogna immediatamente sottolineare come la ginecomastia propriamente detta sia da distinguere dalla ginecomastia falsa o pseudoginecomastia, condizione che corrisponde invece ad un aumento del tessuto adiposo presente a livello sottocutaneo che, a sua volta, determina un aumento del volume mammario.

La ginecomastia può essere presente in entrambe le mammelle e, in alcuni casi, in una sola. È anche possibile che si manifesti con dolori. I soggetti che ne soffrono possono avere importanti ripercussioni di tipo psicologico in ambito sia sessuale che sociale. È infatti in aumento il numero degli uomini che ricorrono alla chirurgia per risolvere quello che viene percepito come un problema.

Quali sono i sintomi della ginecomastia?

La ginecomastia, come si anticipava, può essere:

  • monolaterale
  • bilaterale.

Tra i sintomi del suo esordio si indicano uno spiccato aumento della sensibilità delle ghiandole mammarie e il manifestarsi, nella zona sottostante il capezzolo, di protuberanze che possono determinare dolore nel soggetto. In seguito si produce un incremento del rigonfiamento cui si associano un aumento sia del tessuto adiposo sia del tessuto ghiandolare.

Ci sono poi ulteriori sintomi e segni che, in sede di diagnosi differenziale, vanno tenuti in estrema considerazione:

  • per quanto riguarda l’ipogonanismo, vanno tenute in considerazione l’atrofia testicolare e la pubertà ritardata, oltre alla disfunzione erettile e alla diminuzione della massa magra, ovvero la massa muscolare
  • segni e sintomi di ipertiroidismo quali tachicardia, tremori, la perdita di peso e l’aumento della sudorazione
  • la comparsa di una massa nella zona dei testicoli.

Quanti tipi di ginecomastia ci sono?

A seconda dell’eziologia, esistono diversi tipi di ginecomastia:

  • ginecomastia puberale, che si verifica tra i 12 e i 17 anni, durante la pubertà, quando l’importante produzione ormonale determina uno sviluppo eccessivo delle ghiandole mammarie. Solitamente si ha una regressione spontanea
  • ginecomastia congenita, dovuta ad una alterazione dell’equilibrio ormonale e si contraddistingue per ereditarietà
  • ginecomastia indotta, determinata da alcuni farmaci che interferiscono con gli ormoni.

È tuttavia possibile classificare questa condizione anche per mezzo dei suoi tratti distintivi. Si può quindi parlare di:

  • ginecomastia vera, se l’aumento volumetrico delle mammelle è dovuto all’aumento del tessuto ghiandolare
  • ginecomastia falsa, quando si ha un aumento del solo tessuto adiposo
  • ginecomastia mista, se l’aumento interessa entrambi i tessuti.

Come capire se si tratta di ginecomastia?

Nella maggior parte dei casi la diagnosi prende l’avvio grazie all’esame obiettivo e per mezzo della palpazione. Può essere svolta una ecografia mammaria, per la diagnosi differenziale di falsa ginecomastia, oppure una ecografia testicolare.

Possono essere svolti esami del sangue:

  • esami ormonali, per un controllo della funzione dei testicoli
  • il dosaggio dei livelli di prolattina
  • esami per la funzionalità renale, tiroidea ed epatica.

Quali sono le cause?

Alla base di questa condizione è da ritrovarsi uno squilibrio, in un soggetto maschile, dei livelli di testosterone, l’ormone sessuale maschile, rispetto agli estrogeni. Il testosterone sottostà allo sviluppo dei tratti maschili, come la peluria ad esempio e la massa muscolare; gli estrogeni invece sono relativi ai tratti femminili, come la crescita del seno.

Si ha nel soggetto maschio un aumento mammario sia per una bassa produzione di testosterone sia per un aumento di produzione di estrogeni oppure, ancora, per il verificarsi di tutti e due i fenomeni. Si possono indicare alcune cause sottostanti:

  • cambiamenti naturali di tipo ormonale, con un aumento della produzione di estrogeni
  • alcune condizioni di salute che influenzano l’equilibrio ormonale. Come ad esempio l’ipogonadismo, cui si faceva riferimento, i tumori testicolari, l’insufficienza epatica o l’insufficienza renale
  • l’assunzione di alcuni farmaci quali anti-androgeni, per curare il tumore prostatico in stadio avanzato, gli steroidi anabolizzanti, i farmaci contro l’ansia, gli antidepressivi, gli antibiotici
  • l’assunzione e l’abuso di sostanze quali alcol, eroina, marijuana e anfetamine
  • livelli di prolattina aumentati, per via dell’assunzione di alcuni farmaci.

Ci sono poi casi in cui la ginecomastia è fisiologica, per così dire. Quando è neonatale, come conseguenza degli estrogeni materni, e quando è senile, specie nei soggetti che soffrono di obesità, per via di una diminuzione di produzione del testosterone.

Come si può curare la ginecomastia?

La ginecomastia prevede un trattamento che varia con il variare della causa: alla risoluzione della causa sottostante si verifica la regressione della ginecomastia. Regressione, si specifica, che può avvenire solo se si è nella fase iniziale, quando l’eventuale tessuto fibroso non si è ancora formato.

Il trattamento sintomatico, quando non è presente una specifica causa sottostante, è di tipo farmacologico e consiste nella somministrazione di:

  • antiestrogeni come il tamoxifene, la cui efficacia è valida esclusivamente nel primo anno dall’esordio, in quella che viene chiamata fase proliferativa
  • gli inibitori dell’aromatasi, l’enzima che converte il testosterone in estrogeni
  • creme con diidrotestosterone come principio attivo.

Si deve ricorrere alla chirurgia quando invece si ha una ginecomastia di lungo corso, con importante proliferazione di tessuto fibroso.

È possibile fare prevenzione?

Alcuni fattori di rischio possono essere evitati, così da ridurre le possibilità di insorgenza. L’alcol andrebbe evitato, così come dovrebbe essere abolita l’assunzione di sostanze come steroidi, eroina, marijuana e anfetamine.

Nei casi in cui il fattore scatenante è determinato da un farmaco, si dovrebbe chiedere al proprio medico, o allo specialista, la possibilità di assumere farmaci alternativi.