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Pubblicato inPrevenzione e Benessere

La SIBO o sovracrescita batterica intestinale

La SIBO è caratterizzata da una presenza anomala di batteri nella prima parte dell’intestino tenue

Che cosa è il microbiota?

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Il microbiota umano è definito come “l’insieme di miliardi di microrganismi – batteri, funghi, virus, protozoa, lieviti – che in maniera fisiologica, o talvolta patologica, vivono in simbiosi con il corpo umano”.  Questi microrganismi hanno circa 5 miliardi di anni e noi siamo il loro vettore. Hanno 10 volte il numero delle cellule che ha il nostro corpo e sono responsabili per il 70% del nostro sistema immunitario, della produzione di ormoni, del senso di fame, dell’immagazzinamento dei grassi nelle cellule adipose e dell’ossidazione (scioglimento) dei lipidi.

Cambiano fisiologicamente con l’età e possono essere modulati da:

  • i primi 1000 giorni di vita a partire dal concepimento (tipo di gravidanza, dieta materna, tipo di parto, allattamento al seno/formula e svezzamento)
  • alimentazione (tipo di dieta, quantità di calorie, tipo di cottura)
  • origini
  • stile di vita
  • attività sportiva esercitata
  • presenza di stress o abusi e violenze
  • tipo di sonno
  • farmaci assunti
  • presenza di animali in casa.

Sono concentrati per lo più nel tratto intestinale ed è necessario mantenere il giusto equilibrio tra quelli “ buoni o utili” e quelli “cattivi o nocivi”. La salute intestinale, di cui la flora batterica è protagonista, è il punto di partenza per rimanere in buona salute o per guadagnare salute. Già Ippocrate nel 400 a.C. diceva: la cattiva digestione è l’origine di ogni male.

Che cos’è la SIBO?

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La sovracrescita batterica dell’intestino tenue (abbreviata in SIBO, dall’inglese small intestinal bacterial overgrowth) è caratterizzata da una presenza anomala quantitativa e qualitativa di batteri nella prima parte dell’intestino tenue, tratto in cui si svolgono i processi digestivi e di assorbimento dei nutrienti.

A differenza del colon la concentrazione dei batteri nel tenue è estremamente inferiore poiché gli acidi gastrici e biliari prevengono il passaggio dei batteri nell’intestino, mentre la normale peristalsi porta alla loro eliminazione. Quando questi fattori protettivi vengono a mancare, si danneggiano le condizioni di salute dell’intestino.

I batteri che normalmente vivono nel colon, arrivano nell’intestino tenue e iniziano così a proliferare specie quali Escherichia Coli, Lactobacillus, Bacteroides e Streptococcus con conseguente infiammazione e danneggiamento dell’epitelio intestinale. È una condizione molto diffusa che viene generalmente affrontata come un’infezione e oltre l’80% dei pazienti ha una ricaduta entro i 7 mesi post trattamento.

Quali sono i sintomi della SIBO?

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I sintomi più comuni della SIBO sono:

La severità di questi sintomi varia in funzione dell’entità della contaminazione, delle specie batteriche implicate e dell’estensione del tratto intestinale interessato. Pertanto si possono incontrare forme pressoché asintomatiche, quali un senso di gonfiore addominale, fino a forme conclamate di malassorbimento intestinale con carenze nutrizionali, vitaminiche e anemia, dolore addominale, alterazioni dell’alvo, perdita di peso ingiustificata, fegato grasso e stanchezza eccessiva.

Perché insorge la SIBO?

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La proliferazione microbica eccessiva nel piccolo intestino è favorita da diversi fattori di rischio, tra cui:

Spesso una presunta intolleranza alimentare nasconde una sovracrescita microbica o una cura scorretta a base di probiotici può portare ad un’eccessiva colonizzazione dell’intestino tenue da parte dei batteri. Gli inibitori della pompa gastrica sono tra i farmaci maggiormente usati ed è stato dimostrato che la SIBO colpisce in media il 50% dei pazienti che assumono questi farmaci a dosaggio pieno per 1 anno e può raggiungere la percentuale del 70-75% dopo 5 anni di terapia continuativa. Inoltre la severità dei sintomi aumenta con la durata della terapia.

Come si scopre la SIBO?

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La diagnosi viene fatta prima di tutto sul riconoscimento dei sintomi e sulla base della storia anamnestica del soggetto.

Successivamente si richiedono dei test specifici quali il breath test al glucosio o lattulosio. La diagnosi differenziale va posta nei con fronti della sindrome dell’intestino irritabile, della diverticolite, della celiachia, dell’intolleranza al lattosio, dopo aver escluso le patologie organiche del piccolo e grosso intestino e del pancreas.

Come si cura la SIBO?

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La cura di questa condizione consiste prima di tutto nel correggere le condizioni che hanno provocato il disequilibrio del microbiota. È necessario prima di tutto escludere l’utilizzo e l’appropriatezza della terapia con inibitori di pompa protonica con conseguente intervento di sostituzione della stessa con alternative terapeutiche.

Inoltre è importante accertarsi che vi sia una buona motilità intestinale tra i pasti per svuotare l’intestino ed eliminare i batteri. Un modo per farlo è quello di consentire un tempo adeguato tra i pasti. A seconda dell’efficienza della digestione, sono necessarie dalle tre alle cinque ore tra i pasti. Inoltre la riduzione dello stress e l’ottimizzazione dei cicli circadiani aumentano la motilità digestiva.

Il trattamento richiede molto tempo e dipende anche dall’alimentazione, dallo stile di vita e dall’utilizzo di cure specifiche. L’antibiotico prescritto è generalmente la rifaximina, terapia ben tollerata e con una buona efficacia. Si possono successivamente dare probiotici per 2-3 settimane senza prebiotici, cibo che alimenta i batteri dell’intestino tenue, altrimenti si può peggiorare il gonfiore intestinale.

Cosa non mangiare con la SIBO?

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Il problema alla base della sovracrescita batterica dell’intestino è la fermentazione e quindi la dieta non può basarsi su zuccheri e carboidrati. È importante eliminare:

  • zucchero
  • farine raffinate
  • miele
  • ortaggi amidacei (patate, melanzane)
  • crucifere (cavoli, broccoli)
  • frutta e latticini

Al contrario sono indicati: radicchio rosso, indivia, carote, zucchine, ravanelli, cetrioli, finocchio, zucca, asparagi, funghi. Tra gli zuccheri da evitare vi sono tutti i dolcificanti (mannitolo, sorbitolo, lattulosio, sucralosio, fruttosio) e ovviamente tutti i cibi con zuccheri della frutta aggiunti.

Come curare la SIBO in modo naturale?

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Prima dell’avvento del frigo si utilizzava la fermentazione degli alimenti come metodo di conservazione di cibi come verdura, frutta, latticini, carne e pesce. Questo processo per via dei probiotici rende i cibi più digeribili, aumenta la loro capacità antiossidante e il contenuto di vitamine. I cibi fermentati, se introdotti correttamente, possono essere un grosso aiuto per chi soffre di SIBO, ma al contrario, se introdotti incorrettamente e a dosi eccessive, possono peggiorare i sintomi.

Le verdure fermentate più famose sono i crauti dal cavolo cappuccio, ma possono essere fermentati tantissimi tipi di verdure come ad esempio la carota, la cipolla, i peperoni, il sedano, il cavolo rosso, la barbabietola e i cetrioli. Anche il pane, i formaggi, la birra, il vino, il sidro e l’aceto possono essere fermentati dall’azione di batteri, lieviti o funghi filamentosi. L’influenza orientale ha portato anche il miso, il kimchi (metà verdure quali cavoli, ravanelli, cetrioli e cipollotti e metà spezie quali zenzero, peperoncino, aglio) e lo umeboshi. Meritano attenzione le bevande quali il tè kombucha, il kefir e i vari yogurt addizionati di probiotici.