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I picornavirus: sintomi, cause e prevenzione


I picornavirus sono piccoli virus responsabili di diverse malattie, dal comune raffreddore alla grave poliomielite. Scopriamo insieme le cause, i sintomi e le modalità di trasmissione di questi patogeni.

Quali sono i picornavirus?

I picornavirus appartengono alla famiglia dei Picornaviridae, un vasto gruppo di virus a RNA caratterizzati da dimensioni molto ridotte (18-32 nm) e da un capside proteico privo di rivestimento lipidico con simmetria icosaedrica (ovvero una forma simil-sferica con 20 facce a forma di triangolo equilatero).

L’assenza di uno strato lipidico, comune a tutti i virus “non rivestiti”, dona resistenza ad alcuni agenti chimici come saponi e solventi.

Si tratta di virus che infettano sia l’uomo sia numerosi animali, causando un ampio spettro di patologie.
Tra i generi principali che interessano la salute umana si distinguono:

  • Enterovirus, che comprendono virus come il poliovirus (responsabile della poliomielite), gli echovirus e il virus dell’epatite A (HAV). Questi microrganismi sono particolarmente abili nel sopravvivere in condizioni variabili di pH e colonizzano inizialmente la gola, per poi replicarsi preferibilmente nell’intestino.
  • Rhinovirus, i principali responsabili delle infezioni respiratorie acute, tra cui il raffreddore comune. 
  • Hepatovirus, dove si trova il virus dell'epatite A

Oltre a questi, la famiglia Picornaviridae comprende anche altri virus che infettano animali e artropodi, come il virus della malattia vescicolare del suino o quello dell’afta epizootica, sottolineando l’importanza di questi patogeni non solo nella medicina umana, ma anche in quella veterinaria.

Come si trasmette l’infezione da picornavirus?

L’infezione da picornavirus può avvenire principalmente attraverso due modalità di trasmissione: via aerea e via oro-fecale.

La trasmissione aerea è comune soprattutto per i rhinovirus, che si diffondono attraverso le goccioline respiratorie emesse durante la tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. Questo tipo di contagio è facilitato dalla capacità del virus di sopravvivere su superfici contaminate, resistendo alla dessiccazione, permettendo un rapido passaggio da persona a persona, soprattutto in ambienti affollati come scuole o uffici, per periodi di tempo anche abbastanza lunghi.

La via oro-fecale, invece, riguarda prevalentemente gli enterovirus. Questi virus possono essere ingeriti tramite cibi o bevande contaminati da materiale fecale, specialmente in contesti dove le condizioni igieniche sono scarse. Una volta ingeriti, gli enterovirus infettano le cellule dell’intestino e da lì si diffondono nel resto dell’organismo.

Questo tipo di trasmissione è particolarmente rilevante in alcune aree del mondo dove l’accesso ad acqua potabile e a servizi igienici adeguati è limitato, ma non bisogna per questo escludere la contaminazione oro-fecale in ambienti con standard igienico-sanitari adeguati, dove una banale maniglia o delle monete possono costituire i mezzi per il veicolo di pericolosi patogeni.

Quali malattie può causare l’infezione da picornavirus?

I picornavirus sono responsabili di una vasta gamma di malattie che possono colpire diversi organi e apparati, con manifestazioni cliniche che vanno da forme lievi ad altre potenzialmente gravi.

Tra le infezioni più conosciute c’è la poliomielite, che può provocare paralisi muscolare irreversibile, specie in assenza di vaccinazione. Gli enterovirus, inoltre, sono spesso associati a meningite asettica e encefalite, condizioni che coinvolgono il sistema nervoso centrale e richiedono cure tempestive.

Altri enterovirus possono causare malattie come la sindrome mani-piedi-bocca, che si manifesta soprattutto nei bambini, e la miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco che può compromettere la funzione cardiaca.

Il rhinovirus, invece, è il principale agente eziologico del raffreddore comune, una patologia generalmente lieve ma estremamente contagiosa. Nonostante la sua apparente banalità, il raffreddore comune può complicarsi in soggetti fragili, come anziani o persone immunocompromesse.

Un altro virus della famiglia Picornaviridae è il virus dell’epatite A, che provoca un’infiammazione del fegato.

Quali sono i sintomi principali dell’infezione?

I sintomi di un’infezione da picornavirus variano significativamente in base al tipo di virus coinvolto e all’organo colpito.

Le infezioni da rhinovirus, ad esempio, si manifestano con sintomi respiratori quali congestione nasale, mal di gola, tosse, mal di testa e in alcuni casi febbre leggera. In individui più vulnerabili, un’infezione respiratoria da rhinovirus può aggravarsi, portando a bronchiti o sinusiti.

Le infezioni lievi da enterovirus possono includere febbre, mal di gola e diarrea. In casi più seri, questi virus possono causare meningiti virali con sintomi come cefalea intensa, rigidità del collo e sensibilità alla luce.

La poliomielite è spesso asintomatica nelle sue forme iniziali. Tuttavia, nei casi più gravi, può portare a sintomi neurologici e perdita del controllo motorio. La sindrome mani-piedi-bocca si manifesta con febbre, vescicole dolorose in bocca e rash cutanei su mani e piedi.

Infine, l’epatite A si presenta con sintomi generali quali affaticamento, nausea, dolori addominali, e, nei casi più avanzati, ittero.

Come si cura un’infezione da picornavirus?

La cura per un’infezione da picornavirus dipende dalla malattia specifica e dalla gravità dei sintomi, poiché non esistono terapie antivirali mirate per molti di questi virus. 

Le infezioni da rhinovirus vengono trattate sintomaticamente con antipiretici, decongestionanti nasali e sedativi della tosse, accompagnati da riposo e idratazione. 

Per gli enterovirus, le cure possono variare: nelle forme lievi si usano rimedi sintomatici come la reidratazione, mentre in presenza di complicanze gravi, come meningiti o encefaliti, può essere necessario il ricovero ospedaliero e il ricorso a terapie di supporto, tra cui l’uso di immunoglobuline. 

In casi di paralisi, la poliomielite può necessitare ventilazione meccanica e fisioterapia per limitare i danni respiratori e muscolari. Per l'epatite A non esistono cure specifiche, ma si adottano accorgimenti per non sovraccaricare il fegato; nei casi più gravi, tuttavia, può essere necessario il ricovero o, in estremi, un trapianto di fegato.

La prevenzione, oltre alle terapie, è fondamentale nella lotta contro le malattie infettive. Vaccini come quelli per la poliomielite e l'epatite A rappresentano strumenti indispensabili per contenere la diffusione di questi virus e prevenire gravi complicazioni.