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L'ipossia cerebrale: sintomi e conseguenze

A cura di
Alberto
Lerario

Con il termine ipossia cerebrale si indica la condizione in cui al cervello giunge una quantità di ossigeno inferiore al normale. Vediamo quali sono le cause e come si manifesta.

Ipossia cerebrale: cos'è?

L’ipossia cerebrale è una condizione caratterizzata da un'ossigenazione ridotta delle cellule cerebrali. 

In generale, l'ipossia è una riduzione dell'apporto di ossigeno ai tessuti del corpo. Si differenzia dall'anossia, che è la mancanza totale di ossigeno. Entrambe le condizioni possono manifestarsi in diverse parti del corpo e necessitano di attenzione medica.

L'ipossia cerebrale può essere causata da diversi fattori e presenta una sintomatologia varia. La gravità dei sintomi dipende dalle aree del cervello colpite e può portare a conseguenze irreversibili.

Ipossia neonatale

Intorno alla nascita di un bambino si può verificare ipossia. Si parla nello specifico di:

  • ipossia perinatale, durante il parto
  • ipossia neonatale appena dopo la nascita.

Le cause possono essere molteplici, come ad esempio:

  • complicazioni durante il parto
  • anomalie del cordone ombelicale
  • problemi respiratori del neonato.

In simili circostanze, benché il neonato disponga di un sovrappiù di ossigeno, è necessario intervenire nel miro tempo possibile. Sia per evitare danni, anche permanenti, sia per evitare asfissia.

Cosa provoca l’ipossia? Cause e fattori di rischio

Le cause dell’ipossia possono essere:

  • ambientali
  • dovute a patologie
  • traumatiche. 

Tra le cause ambientali ci sono:

  • l’alta quota, il cosiddetto male di montagna
  • la risalita troppo rapida dopo un’immersione.

Le cause patologiche invece possono essere: 

  • malattie cardiovascolari a causa delle quali l’apporto ematico al cervello sia ridotto
  • ostruzioni vascolari o rotture dei vasi sanguigni
  • malattie o condizioni dell’apparato respiratorio che ne compromettano la funzionalità

In particolare sono associate all’ipossia:

Anche alcuni traumi possono causare ipossia, come per esempio l’ostruzione meccanica delle vie respiratorie, tipo lo strangolamento, che riduce l’apporto di sangue e quindi ossigeno al cervello. Anche le ustioni possono causare ipossia.

 

Tipo di cause Condizioni e patologie
Ambientali
  • Alta quota (male di montagna)
  • Risalita troppo rapida dopo un’immersione
Patologiche
  • Anemia
  • Infarto del miocardio o alterazioni della frequenza cardiaca
  • Apnee notturne
  • Ictus
  • Tumori ai polmoni
  • Insufficienza cardiaca
Traumatiche
  • Ostruzione meccanica delle vie respiratorie (es. strangolamento)
  • Ustioni

Ipossia cerebrale: sintomi e segni

La sintomatologia di uno stato di ipossia cambia a seconda della gravità della condizione e dalla causa che l’ha provocata. Può interessare una parte o tutto il cervello. Alcuni sintomi infatti necessitano di tempo per essere evidenti, mentre altri possono insorgere immediatamente. 

In generale tra i sintomi dell’ipossia di grado moderato che interessa globalmente il cervello, in seguito a una riduzione della quantità di ossigeno generalizzata nel sangue (es. mal di montagna), troviamo:

Un’ipossia grave può portare a conseguenze anche piuttosto serie. Le cellule cerebrali sono molto sensibili alla mancanza di ossigeno. Questo significa che un’ipossia generalizzata può danneggiare i tessuti coinvolti, ma ancora di più il cervello. Le conseguenze dipendono dal prolungarsi della condizione e dall’area del cervello maggiormente colpita

Cosa succede quando il cervello rimane senza ossigeno? Conseguenze

L’ipossia cerebrale è causa di diversi tipi di danni, in base alla gravità e alla durata della carenza di ossigeno. Tra i potenziali danni si possono indicare alterazioni delle funzioni cognitive come:

Come conseguenza, il paziente può ritrovarsi ad avere disturbi del comportamento e della personalità.

Nei casi più gravi, l’ipossia può causare danni permanenti alle cellule cerebrali, che determinano disabilità motorie e sensoriali, come:

Possono verificarsi, inoltre, convulsioni o, nei casi estremi, il paziente può andare in coma. Tutte queste eventualità possono determinare effetti a lungo termine sulla salute complessiva e sulla funzionalità cerebrale.

 

Conseguenze Descrizione
Alterazioni cognitive
  • Difficoltà di concentrazione
  • Problemi di memoria
  • Riduzione delle capacità decisionali
  • Disturbi del comportamento e della personalità.
Danni permanenti

Disabilità motorie e sensoriali, come:

  • Paralisi
  • Perdita della vista

Possono verificarsi convulsioni o, nei casi estremi, coma.

Effetti a lungo termine Tutti i danni sopra indicati possono avere effetti duraturi sulla salute complessiva e sulla funzionalità cerebrale.

Diagnosi di ipossia

In caso di ipossia è essenziale intervenire in tempi rapidi. Più il cervello rimane con apporto ridotto di ossigeno, più le conseguenze tendono a essere irreversibili. La sintomatologia è, come si è visto, non particolarmente specifica e sovrapponibile con altre patologie. 

In caso si presentassero dei sintomi simili a quelli descritti, sono consigliati controlli regolari e frequenti dal proprio medico di famiglia. In caso di aggravamento della sintomatologia, il paziente deve essere immediatamente trasportato in pronto soccorso perché possano essere effettuati tutti gli interventi necessari a risolvere la situazione il prima possibile. 

Terapia e recupero dopo un episodio di ipossia

Il trattamento di un episodio di ipossia ha come principale obiettivo il ripristino di adeguati livelli di ossigeno nel corpo del paziente. Lo scopo è prevenire ulteriori danni ai tessuti, in particolare al tessuto cerebrale, particolarmente sensibile alla carenza di ossigeno.

È prevista quindi l’ossigenoterapia, con quantità di litri di ossigeno al minuto che vanno dai 3 fino ai 12 litri, in base alla gravità dell’episodio. Nei casi di ipercapnia, con eccesso di anidride carbonica nel sangue, si può ricorrere alla ventilazione meccanica.

Il tipo di recupero che un paziente deve affrontare, dopo avere subito un episodio di ipossia, dipende dalla gravità e dalla durata della carenza stessa di ossigeno, oltre che dalla presenza di eventuali danni cerebrali o ad altri organi. È possibile infatti che si abbia una completa guarigione senza effetti a lungo termine. Oppure che emergano condizioni croniche che richiedono terapie di mantenimento e riabilitazione.

La riabilitazione ha l'obiettivo di aiutare il paziente a recuperare le funzionalità perdute e a gestire eventuali disabilità permanenti. Può includere: