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Pubblicato inSantagostinopedia

Gli antinfiammatori. Quali sono e quando assumerli?

L’infiammazione è un meccanismo di difesa del nostro organismo. Spesso però la risposta del nostro corpo è abnorme o si protrae a lungo, e diviene una vera e propria patologia

Quanti tipi di antinfiammatori esistono?

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Gli antinfiammatori, farmaci adottati per la riduzione di una infiammazione, processo attraverso cui l’organismo reagisce per prevenire possibili infezioni, si dividono in due macro gruppi:

  • farmaci antinfiammatori steroidei, cortisonici o corticosteroidi
  • farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS.

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I cortisonici o corticosteroidi

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Interferiscono con l’attività del sistema immunitario e contrastano l’instaurarsi del processo infiammatorio e l’attività dei globuli bianchi nell’eliminazione di virus e batteri. In clinica vengono utilizzati per la loro potenza antinfiammatoria in patologie muscolari o ossee, ma trovano largo impiego anche:

Sono farmaci ad assoluta gestione medico specialistica e non devono mai essere assunti in autonomia da parte dei pazienti.

In che modo vengono assunti?

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Le modalità di assunzione sono differenti, si va dalle compresse alle soluzioni iniettabili:

  • nel sangue
  • nelle articolazioni
  • nei muscoli.

È altrettanto possibile l’assunzione attraverso lozioni o gel, creme, spray orali oppure spray nasali.

Quali sono gli effetti collaterali e le controindicazioni dei cortisonici?

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Le terapie cortisoniche, tuttavia non sono esenti da possibili effetti collaterali e da controindicazioni. Possono infatti esporre ad aumentato rischio di infezioni. Questo aumentato rischio dipende sostanzialmente da tre variabili, ovvero il tipo di corticosteroide, il dosaggio e la durata del trattamento.

I trattamenti di lunga durata, a loro volta, posso avere diversi effetti collaterali. Come primo aspetto possono influenzare l’appetito e condizionare un aumento di peso. In secondo luogo possono determinare l’insorgenza di lesioni cutanee, lo sviluppo di debolezza muscolare oltre a cambiamenti di umore. Qualora somministrati a bambini, potrebbero determinare un ritardo nella crescita.

Ci sono poi alcune patologie che richiedono estrema accortezza, nella somministrazione, da parte del professionista. Si tratta di patologie quali:

Un’altra variabile da tenere in assoluta considerazione risiede nella interazione con altri farmaci, e con la possibilità che si produca una interferenza con la loro azione. È questo il caso dei farmaci anticoagulanti, antidiabetici, anticonvulsivanti, antiretrovirali, FANS, vaccini vivi e broncodilatatori.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

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I FANS sono farmaci di larghissimo impiego clinico e, in alcune formulazioni, sono venduti anche come prodotti da banco con autoprescrizione da parte dei pazienti. Svolgono tre principali azioni:

  • contrastano i processi infiammatori
  • hanno un’azione antipiretica
  • svolgono un controllo del dolore.

Alcuni di loro svolgono anche un’azione antiaggregante sulle piastrine, riducendo il rischio di trombosi. Il loro capostipite è l’acido acetilsalicilico (Aspirina – Felix Hoffmann 1897). Da allora sono stati scoperti numerosissimi principi attivi con attività similari.

Quando e perché è opportuno combattere l’infiammazione?

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L’infiammazione è un meccanismo di difesa dell’organismo e viene attivato quando c’è un danno a carico di un tessuto o di un apparato. Il processo infiammatorio serve a contrastare il danno e favorire la riparazione tissutale.

Spesso, però, l’infiammazione perdura a lungo e diventa essa stessa parte del processo patologico. In questo caso è utile ricorrere a questa classe di farmaci per ridurre l’intensità del fenomeno e recuperare la funzionalità del tessuto. 

Come funzionano i FANS?

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I FANS inibiscono l’attività del sistema COX-prostaglandine, sostanze prodotte dall’organismo, che sono le vere responsabili dell’attivazione dell’infiammazione, dell’aumento della temperatura corporea e della percezione del dolore.

Queste sostanze, allo stesso tempo, esercitano anche un’importante funzione protettiva sulla mucosa gastro-intestinale. Come conseguenza della loro ridotta attività si ha la possibilità che stomaco e intestino subiscano danni. E questa è proprio la ragione per la quale l’assunzione di FANS può determinare dolore gastrico, oltre che lesioni.

Negli anni si è cercato di limitare questi effetti indesiderati dei FANS, ma a tutt’oggi nessuna nuova molecola si è dimostrata in grado di assolvere adeguatamente all’azione antinfiammatoria, senza interferire con la produzione di prostaglandine e provocare danno gastrico.

Quali sono le molecole FANS di uso più comune?

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Di seguito, un elenco delle molecole FANS di uso più comune e, accanto ad esse, i nomi commerciali dei farmaci da banco che le contengono come principio attivo:

  • acido acetilsalicilico, Aspirina
  • naprossene, Synflex, Momendol
  • ibuprofene, Brufen, Nurofen
  • diclofenac, Voltaren 
  • nimesulide, Aulin
  • ketoprofene, Orudis, Artrosilene, Oki
  • indometacina, Indoxen, Difmetre
  • ketorolac, Toradol, Lixidol
  • piroxicam, Feldene
  • meloxicam, Mobic
  • dexketoprofene, Enantyum
  • celecoxib, Celebrex
  • etoricoxib, Arcoxia 
  • firocoxib, Fibrodyl
  • mavacoxib, Trocoxil
  • robenacoxib, Onsior.

Quale è il FANS più potente?

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La risposta clinica ai FANS è del tutto individuale. Per questa ragione non è possibile stilare una categoria di potenza farmacologica.

La scelta della specifica molecole viene svolta, dal professionista, sulla base della propria esperienza e sulla storia clinica del paziente.

In quali circostanze non vanno assunti i FANS?

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Ci sono alcune condizioni, o patologie, che impediscono l’assunzione di FANS, ed è bene che il paziente le indichi già in sede di anamnesi al medico. Così da aiutarlo a trovare strategie terapeutiche più consone.

Tra le condizioni o patologie che non permettono l’assunzione di FANS si possono indicare:

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Il paracetamolo (Tachipirina) è un FANS?

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Il paracetamolo, principio attivo presente nella Tachipirina, non è ricompreso in questa categoria di farmaci. La sua azione infatti non interviene a livello del sistema COX-prostaglandine e nei processi infiammatori, ma agisce direttamente sul sistema nervoso centrale ed ha un’azione antipiretica e di antalgico puro.

Non presenta effetti gastro-lesivi e non influenza l’aggregabilità piastrinica.