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La cataratta


La cataratta è una malattia dell'occhio che provoca la opacizzazione graduale del cristallino e che si manifesta con vista annebbiata e alterazione della visione dei colori

Che cos’è la cataratta?

La cataratta è una patologia dell'occhio che comporta il progressivo offuscamento del cristallino, una naturale lente intraoculare situata dietro l’iride e preposta alla lettura delle immagini sulla retina. Il cristallino è composto da acqua e fibrille proteiche disposte in modo ordinato così da fornirgli le caratteristiche di potere diottrico e trasparenza.

La cataratta comporta quindi una disorganizzazione di questa architettura fibrillare: le proteine presenti nel cristallino si accumulano formando un velo opaco, procurando così una opacizzazione della lente e una perdita della sua funzionalità. In tal modo solo una parte della luce raggiunge la retina, andando a compromettere la qualità visiva.

La cataratta può interessare uno o entrambi gli occhi e qualora non curata porta alla cecità.

A seconda della tipologia la cataratta è definita:

  • Nucleare, caratterizzata dall'offuscamento della parte centrale del cristallino e responsabile di una miopia che, con il tempo, arriva a sdoppiare le immagini e le chiazza di giallo
  • Corticale, localizzata ai bordi del cristallino, che appaiono biancastri o presentano colorazioni anomale, e con il tempo tendono ad avvicinarsi al nucleo del cristallino, interferendo con la luce che lo attraversa e causando abbagliamento
  • Sottocapsulare posteriore, che interessa la parte posteriore del cristallino, diffusa soprattutto tra pazienti giovani che lamentano abbagliamento, regressione della vista da vicino, difficoltà a leggere e nella visione notturna
  • Pseudoesfoliativa o PEX, caratterizzata dalla tendenza a esfoliarsi e a perdere quindi parte della capsula esterna con il passare del tempo. Spesso si associa al rischio di sviluppare glaucomi e altre complicazioni durante l’intervento di cataratta

Cosa può provocare la cataratta?

Nella maggior parte dei casi la cataratta è un disturbo connesso all'avanzare dell’età e quindi all'invecchiamento (cataratta senile). Ne soffre circa il 30% dei pazienti che hanno superato i 65 anni di età e oltre il 70% dei pazienti dagli 85 anni in su.

A seconda delle cause, tuttavia, può avere una comparsa più precoce. Tra le cause di insorgenza più comuni troviamo: 

Come vede una persona con la cataratta?

Il primo sintomo riconducibile alla cataratta dell’occhio è la riduzione della qualità e della quantità della visione. Una persona affetta da questa patologia ha la sensazione di avere la vista annebbiata: le immagini si fanno fosche e confuse, e possono essere oscurate da piccole macchie.

I sintomi della cataratta

Più precisamente, la sintomatologia legata alla cataratta include:

  • Visione offuscata
  • Difficoltà a vedere in luoghi molto luminosi o in penombra
  • Sensazione di abbagliamento
  • Alterazione della visione dei colori, che appaiono giallastri e meno intensi
  • Presenza di aloni attorno alle fonti di luce (come fari delle automobili e lampioni stradali)
  • Fatica nella lettura
  • Cambiamento nella colorazione della pupilla, che dal nero può virare al grigiastro, giallo o bianco

È possibile prevenire la cataratta?

Proteggere gli occhi dalla luce solare è certamente il primo accorgimento da osservare per prevenire l’invecchiamento oculare. È dunque fondamentale indossare occhiali da vista o occhiali da sole con lenti filtrate per gli ultravioletti (UV).

È importante poi intervenire sui diversi fattori di rischio, limitando per esempio il consumo di alcool e di fumo e controllando il diabete.

È inoltre indicato osservare una dieta ricca di vitamina C, vitamina A e carotenoidi, oltre che sottoporsi a regolari controlli dal medico oculista.

Come avviene la diagnosi?

La cataratta viene di norma diagnosticata durante una visita oculistica: lo specialista esegue un esame oculare con lampada a fessura, che gli consente di analizzare le strutture collocate nella parte anteriore dell’occhio.

A questa procedura si aggiunge di norma il test dell’acutezza visiva e della refrazione. In vista dell'intervento, inoltre, vengono spesso effettuati i seguenti accertamenti clinici:

  • Ecobiometria, utile a valutare le caratteristiche della lente sostitutiva da inserire
  • Biomicroscopia dell’endotelio corneale, per appurare lo stato della cornea ed eventuali fattori che possano aumentare i rischi legati all'operazione
  • Ecografia bulbare, che permette di analizzare la morfologia della retina e della cavità interna dell’occhio nei casi in cui lo stadio della cataratta non permetta l’osservazione delle strutture con altri esami
  • Eventuali esami retinici, come la fluorangiografia e la tomografia OCT
  • Topografia e tomografia corneale, volta a individuare la forma e lo spessore della cornea
  • Campimetria computerizzata e pachimetria corneale
  • Esame della motilità con visita ortottica

Qual è il trattamento per la cataratta?

Il solo trattamento totalmente risolutivo è quello chirurgico, che consiste nella rimozione (facoemulsificazione) del cristallino e nella sua sostituzione con una lente artificiale in polimero di silicone (IOL : intraocular lens), posizionata all'interno del sacco capsulare.

L’operazione, piuttosto semplice, prevede prima l’estrazione del cristallino tramite una sonda a ultrasuoni che ne causa la rottura, poi l’aspirazione dei frammenti tramite una minima incisione nell’occhio, e infine l’inserimento della lente sostitutiva. 

Nella maggioranza dei casi, l’intervento è indolore, poiché effettuato in anestesia locale, e ha una durata di 30-45 minuti. Qualora la cataratta sia estesa a entrambi gli occhi, vengono effettuate due distinte operazioni chirurgiche a distanza di circa due settimane l’una dall’altra, al fine di consentire il recupero del primo occhio operato.

Generalmente la ripresa della vista avviene rapidamente, dopo un breve periodo di riposo in cui è consigliato di non toccare l’occhio operato e di preservarlo dal contatto con acqua e sapone. Spesso viene prescritto l'utilizzo di uno o più colliri ad azione antinfiammatoria e antibiotica. In alcuni casi può essere inoltre richiesto l’utilizzo di occhiali da vista calibrati sulla nuova capacità visiva.

Oltre a ripristinare la trasparenza dell'asse visivo, l'intervento chirurgico può porsi l'obiettivo di correggere i difetti di refrazione preesistenti (miopia, ipermetropia, astigmatismo), tramite la modulazione del potere della lente intraoculare. Oggi grazie alle nuove tecnologie è possibile agire inoltre sul problema della presbiopia utilizzando lenti intraoculari toriche (correttive dell'astigmatismo) o lenti intraoculari multifocali che permettono anche una buona visione da vicino.

Complicazioni: la cataratta secondaria

Talvolta a distanza di mesi o anni dalla chirurgia della cataratta può svilupparsi la cosiddetta cataratta secondaria o fibrosi capsulare, un disturbo che provoca l'offuscamento della capsula nella quale è stato collocato il cristallino sostitutivo, con una nuova alterazione della vista.

Questa problematica, contrariamente al primo intervento di cataratta, non necessita di una risoluzione chirurgica. Viene trattata con una procedura laser rapida e indolore chiamata capsulotomia laser yag, che permette di incidere la fibrosi liberando l'asse visivo e ripristinando la nitidezza della visione.