Noradrenalina: cos’è e a cosa serve

Prodotta dal corpo in risposta a situazioni stressanti, la noradrenalina aiuta ad aumentare la prontezza mentale, la pressione arteriosa e la disponibilità di energia. In medicina è usata come farmaco d’urgenza per salvare vite in casi gravi. Scopri come funziona e in cosa si differenzia dall’adrenalina.

Noradrenalina: cos’è e a cosa serve

Dietro la prontezza del cuore e della mente c’è spesso la noradrenalina. Ormone e neurotrasmettitore allo stesso tempo, questa sostanza svolge un ruolo cruciale nella risposta allo stress, nella regolazione dell’umore e nel funzionamento del sistema cardiovascolare.

In questo articolo, insieme al dottor Alberto Lerario, neurologo al Santagostino, scopriamo come agisce, a cosa serve e quando viene utilizzata in ambito medico.

Cos’è la noradrenalina?

La noradrenalina (nome scientifico norepinefrina), è una sostanza chimica fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo. 

Si tratta di una molecola che svolge un doppio ruolo: da un lato è un ormone, prodotto soprattutto dalle ghiandole surrenali in situazioni di forte stress fisico o emotivo, e dall’altro è un neurotrasmettitore, cioè una sostanza che permette la comunicazione tra le cellule nervose. Questo doppio ruolo la rende un elemento chiave nella regolazione di numerosi processi fisiologici.

Dal punto di vista biologico, la noradrenalina appartiene alla famiglia delle catecolamine, sostanze che derivano da un amminoacido essenziale chiamato tirosina. La sua sintesi avviene a partire dalla dopamina, altro noto neurotrasmettitore, e può proseguire fino alla formazione di adrenalina (o epinefrina), con cui condivide buona parte della struttura chimica. Tuttavia, nonostante le somiglianze, noradrenalina e adrenalina non sono la stessa cosa: agiscono in modo diverso e vengono rilasciate in risposta a stimoli differenti.

Nel corpo umano, la noradrenalina è prodotta in diversi distretti: nelle cellule della midollare del surrene, ma soprattutto nelle terminazioni nervose del sistema nervoso simpatico e nel sistema nervoso centrale. Proprio queste ultime rappresentano la principale fonte della noradrenalina in circolo. 

A livello cerebrale, è coinvolta in funzioni complesse come l’attenzione, la vigilanza e l’umore. Quando agisce come ormone, invece, entra in gioco durante situazioni critiche, per preparare il corpo ad agire rapidamente.

A cosa serve la noradrenalina?

La funzione principale della noradrenalina è quella di preparare l’organismo a reagire in condizioni di pericolo o forte attivazione, attraverso la cosiddetta risposta “attacco o fuga”. Questa reazione, profondamente radicata nella nostra biologia evolutiva, si attiva in presenza di stimoli stressanti come una minaccia, un trauma, un dolore improvviso o persino un’emozione intensa. Quando viene rilasciata nel corpo, la noradrenalina provoca una serie di adattamenti fisiologici mirati a garantire una risposta veloce ed efficace.

Tra i principali effetti della noradrenalina, troviamo:

  • l’aumento della frequenza cardiaca
  • la vasocostrizione e il conseguente innalzamento della pressione arteriosa
  • il rilascio di glucosio dalle riserve energetiche, utile per fornire ai muscoli il “carburante” necessario per affrontare uno sforzo improvviso
  • la riduzione della produzione di insulina
  • la secrezione di glucagone, un ormone che aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.

Come agisce la noradrenalina sul corpo?

La noradrenalina agisce legandosi a particolari recettori presenti sulle cellule, detti recettori adrenergici.
Questo legame scatena una serie di effetti nel corpo: 

  • accelera il battito cardiaco e alza la pressione (quando si lega ai recettori alfa-1 e beta-1)
  • favorisce una lieve broncodilatazione e migliora la respirazione (quando si lega ai recettori beta-2)
  • aumenta la disponibilità di energia, stimolando il rilascio di zuccheri e grassi
  • influisce anche sull’umore, sull’attenzione e sulla reattività.

Una volta esaurita la sua funzione, viene eliminata da specifici enzimi. In alcune persone, però, questa eliminazione può essere rallentata, con possibili effetti collaterali, soprattutto in caso di somministrazione farmacologica.

Le funzioni della noradrenalina come farmaco

Sebbene la noradrenalina sia una sostanza che il nostro corpo è perfettamente in grado di produrre in autonomia, esistono situazioni in cui è necessario ricorrere alla sua somministrazione farmacologica

In ambito medico, la noradrenalina è considerata un farmaco d’emergenza e viene utilizzata principalmente per contrastare situazioni critiche come lo shock settico, una grave risposta infiammatoria sistemica a un’infezione, lo shock cardiogeno, condizione in cui il cuore perde la capacità di pompare efficacemente il sangue, o casi gravi di ipotensione arteriosa.

La sua somministrazione avviene quasi sempre per via endovenosa, spesso in ambiente ospedaliero o in terapia intensiva. Il suo effetto è rapido e potente: come indicato, stimola la contrazione dei vasi sanguigni periferici (vasocostrizione), innalza la pressione arteriosa e migliora la perfusione degli organi vitali, specialmente quando questi sono a rischio per via di un calo drastico del flusso ematico.

Inoltre, la noradrenalina gioca un ruolo importante anche nella regolazione dell’umore. Alcuni farmaci antidepressivi, ad esempio, agiscono aumentando la disponibilità di noradrenalina e serotonina nelle sinapsi, migliorando la comunicazione tra le cellule nervose. Questa strategia è utile nel trattamento di disturbi come la depressione maggiore, dove si osserva spesso un’alterazione dei livelli di questi neurotrasmettitori.

Va ricordato che in ambito farmacologico, la noradrenalina non viene utilizzata in forma pura, ma sotto forma di noradrenalina tartrato, un derivato più stabile e controllabile dal punto di vista farmacocinetico.

Differenza tra adrenalina e noradrenalina

Noradrenalina e adrenalina sono spesso nominate insieme, e non a caso: entrambe appartengono alla famiglia delle catecolamine, vengono prodotte a partire dalla dopamina e sono coinvolte nella risposta allo stress. Tuttavia, nonostante le somiglianze chimiche e funzionali, le due molecole presentano differenze sostanziali sia per quanto riguarda la loro origine che i loro effetti sull’organismo.

La principale differenza risiede nelle situazioni in cui vengono rilasciate. L’adrenalina (o epinefrina) viene secreta soprattutto in risposta a stimoli improvvisi o moderati, come un’emozione intensa, un esame, una gara sportiva. 

La noradrenalina, invece, è rilasciata in quantità maggiori in presenza di stress severo, come un trauma, una ferita importante, un’emorragia, o un’infezione sistemica. 

Anche gli effetti fisiologici sono leggermente diversi.
La noradrenalina agisce più potentemente come vasocostrittore, mentre l’adrenalina ha un effetto più marcato su cuore e bronchi, stimolando il battito cardiaco e provocando una significativa broncodilatazione. Inoltre, l’adrenalina ha una maggiore capacità di stimolare il metabolismo e favorire la produzione rapida di energia.

Infine, sul piano terapeutico, l’adrenalina è spesso usata in casi di reazioni allergiche gravi (come l’anafilassi), mentre la noradrenalina è preferita in condizioni di ipoperfusione sistemica, come negli stati di shock.

Effetti collaterali della noradrenalina

Come ogni farmaco ad azione potente, anche la noradrenalina presenta una serie di effetti collaterali potenzialmente significativi, soprattutto quando viene somministrata in modo continuativo o a dosaggi elevati. 

Tra gli effetti indesiderati più comuni, si segnalano: 

Nei casi più gravi, un eccesso di noradrenalina può portare a ischemia in alcuni organi, con conseguente rischio di danno tissutale, infarto miocardico o aritmie cardiache.

Esistono poi alcune categorie di pazienti particolarmente a rischio. Ad esempio, le persone affette da malattie cardiovascolari devono essere attentamente valutate prima della somministrazione del farmaco. Lo stesso vale per i pazienti diabetici, poiché la noradrenalina può aumentare rapidamente la glicemia.

Particolare cautela è richiesta anche durante gravidanza e allattamento: in questi casi, l’uso della noradrenalina è generalmente sconsigliato, salvo in condizioni di emergenza assoluta, perché può mettere a rischio il feto. 

Lo stesso vale per l’uso combinato con altri farmaci, come anestetici o antiepilettici, che possono potenziare o alterare l’effetto della noradrenalina.

Per tutte queste ragioni, la somministrazione di noradrenalina deve essere sempre gestita da personale medico specializzato, in un contesto controllato e con un attento monitoraggio dei parametri vitali.