L’ansia anticipatoria è una particolare forma di disagio emotivo che rende prigionieri del “forse”.
È una forma d’ansia che si manifesta ancora prima che qualcosa, una situazione o un evento, si verifichino.
Coinvolge in particolar modo i giovani adulti, un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, poiché attraversano un periodo particolare della loro vita: si trovano ad affrontare delle scelte fondamentali come la scelta di una professione o la creazione di una famiglia. Ma vediamo nello specifico che cos’è l’ansia anticipatoria, come può manifestarsi e quali rimedi sono possibili.
Ne parla la dottoressa Alessia Pedone, psicologa psicoterapeuta a indirizzo analitico transazionale del Santagostino.


Cos’è l’ansia anticipatoria?
L’ansia anticipatoria è una forma di ansia legata all’aspettativa di qualcosa che deve ancora accadere. Le persone che ne soffrono provano preoccupazione, paura o disagio molto prima dell’evento stesso, spesso immaginando scenari negativi o catastrofici.
Può presentarsi ad esempio, prima di un colloquio di lavoro, un esame, una performance pubblica o una visita medica.
In che modo si manifesta?
I sintomi dell’ansia anticipatoria possono essere sia fisici che psicologici. Tra i più comuni troviamo:
- tachicardia
- sudorazione eccessiva
- tensione muscolare
- nausea o disturbi gastrointestinali
- difficoltà a dormire
- pensieri ossessivi sul futuro evento
- sensazione di panico o paura immotivata.
Spesso, il corpo e la mente reagiscono come se il pericolo fosse imminente, anche se si tratta solo di un’ipotesi futura. Quest’attivazione così realistica spesso causa un grande disagio e impedisce di svolgere quotidianamente la vita. La manifestazione di questo disagio può essere di due tipi:
- una fase di blocco in cui la persona non riesce a svolgere alcune azioni come uscire o frequentare amici
- una fase di isolamento in cui il soggetto sceglie consapevolmente di evitare alcune situazioni che potrebbero attivare i sintomi precedentemente elencati.
Chi soffre di ansia anticipatoria può anche vivere una costante tensione emotiva, con pensieri negativi ricorrenti e la sensazione di non avere il controllo sulle proprie emozioni.
Questi sintomi possono manifestarsi anche in assenza di un evento specifico imminente, rendendo difficile per la persona rilassarsi o concentrarsi su attività quotidiane. In alcuni casi, l’ansia anticipatoria può evolvere in un vero e proprio disturbo d’ansia, con episodi di panico o fobia sociale.
A cosa è dovuta?
Le cause dell’ansia anticipatoria possono essere molteplici e spesso si intrecciano tra loro:
- esperienze passate negative, che rendono l’individuo più predisposto a temere il ripetersi di situazioni simili
- disturbi d’ansia preesistenti, come il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di panico o la fobia sociale che hanno proprio la caratteristica di temere che l’evento spiacevole o la sensazione sgradevole possa nuovamente ripresentarsi.
- alto perfezionismo o una forte pressione personale e sociale al successo
- stress cronico e mancanza di strategie efficaci per affrontarlo
- predisposizione biologica e genetica a una maggiore sensibilità emotiva.
In più, il pensiero negativo e la tendenza a prevedere scenari catastrofici possono alimentare l’ansia anticipatoria. Quando una persona si trova a dover affrontare eventi futuri percepiti come minacciosi, può sviluppare una risposta ansiosa sproporzionata rispetto alla reale pericolosità della situazione.
Chiaramente l’ansia può anche essere una risposta adattativa difronte a qualcosa di nuovo ma nel caso dell’ansia anticipatoria, questa non permette l’adattamento o il superamento di una situazione nuova ma un vero e proprio ostacolo che impedisce la possibilità di trovare alternative valide alla soluzione di un problema.
L’ansia anticipatoria può essere collegata a un disturbo post-traumatico da stress, in cui il ricordo di eventi traumatici passati influisce sulla percezione di situazioni future.
Come si svolge la diagnosi?
La diagnosi dell’ansia anticipatoria viene solitamente fatta da uno psicologo, psicoterapeuta o psichiatra attraverso:
- colloqui clinici per comprendere i sintomi, la loro durata e l’impatto sulla vita quotidiana
- questionari e test psicologici specifici per valutare i livelli di ansia e la presenza di eventuali disturbi correlati
- esclusione di cause mediche, nel caso in cui i sintomi fisici siano significativi.
L’individuazione di una corretta diagnosi, permette l’inquadramento più efficace del trattamento che porterà in una fase iniziale, all’abbassamento della sintomatologia.


In che modo risolverla?
Affrontare l’ansia anticipatoria richiede un intervento mirato, spesso multidisciplinare. Le principali strategie includono:
- psicoterapia: aiuta a riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali legati alla paura del futuro e a comprendere la causa dell’attivazione
- tecniche di rilassamento e mindfulness: come la respirazione diaframmatica, il training autogeno o la meditazione per ridurre la tensione fisica e mentale
- esposizione graduale: affrontare progressivamente le situazioni temute per ridurre la sensibilità all’ansia
- stile di vita sano: esercizio fisico regolare, alimentazione equilibrata e buon riposo notturno possono aiutare a regolare l’umore e l’ansia.
Se la sintomatologia persiste, sarà poi lo specialista a consigliare eventualmente un trattamento farmacologico basato da ansiolitici o antidepressivi (solo se prescritti da uno psichiatra), ma solo nei casi più gravi o cronici.
L’ansia anticipatoria è un problema comune, ma spesso sottovalutato. Se affrontata in modo tempestivo con gli strumenti giusti, è possibile imparare a gestirla e ritrovare un senso di serenità anche di fronte agli imprevisti. Riconoscerla è il primo passo per non lasciare che il timore del futuro condizioni il presente.
(3 Giugno 2025)