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Pubblicato inSantagostinopedia

L’enterite

L’enterite è un’infiammazione dell’intestino tenue, generalmente di origine infettiva. Nonostante la sintomatologia limitante tende a regredire in modo spontaneo

Che cos’è un’enterite?

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Si definisce enterite l’infiammazione dell’intestino tenue, il primo tratto dell’intestino. A seconda della localizzazione del disturbo, l’enterite può estendersi anche alle regioni confinanti, lo stomaco, situato al di sopra dell’intestino tenue, o l’intestino crasso, collocato al di sotto.

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Che differenza c’è tra enterite e gastroenterite?

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Si parla di gastroenterite quando l’enterite coinvolge anche lo stomaco.

Cos’è un’enterite acuta?

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Viene definita enterite acuta un’infiammazione che insorge in modo improvviso e spesso violento.

Un’enterite cronica si sviluppa invece come esito di un’enterite acuta non curata oppure come sintomo secondario di altre patologie e, a differenza della forma acuta, si manifesta con una sintomatologia più attenuata.

Come si prende l’enterite?

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L’enterite acuta di solito insorge come conseguenza di un’infezione virale, batterica o parassitaria.

L’enterite virale – cui spesso ci si riferisce con il termine “influenza intestinale” – è dovuta perlopiù a Norovirus e Rotavirus. In alternativa può essere provocate da Adenovirus, che colpisce in particolar modo i bambini al di sotto dei due anni, o Astrovirus, anch’esso più comune tra i neonati e bambini piccoli.

Le infezioni batteriche sono causate principalmente da Salmonella, Escherichia Coli, Shigella, Campylobacter jejuni, Yersinia enterocolitica e Staphylococcus aureus. Questi batteri sono responsabili di un’intossicazione alimentare che deriva dall’ingerimento di cibi contaminati poiché lavorati o conservati in modo inadeguato oppure trattati senza rispettare le norme igieniche.

L’enterite, sia di origine virale sia di origine batterica, è contagiosa: una persona infetta può trasmettere l’infiammazione ad altri soggetti se entra in contatto con loro.

Tra gli alimenti più suscettibili alla contaminazione vi sono:

  • Latte non pastorizzato
  • Carni crude
  • Crostacei crudi
  • Prodotti freschi crudi
  • Uova crude

Le infezioni parassitarie, nei Paesi sviluppati, sono legate in genere a Giardia e Cryptosporidium, trasmissibili da un soggetto all’altro o per mezzo di acqua contaminata.

Altre cause dell’enterite includono:

  • Utilizzo scorretto di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
  • Alcune malattie infiammatorie intestinali di origine autoimmune come il Morbo di Crohn (in passato noto anche come enterite regionale)
  • Assunzione di droghe come la cocaina che riducono l’afflusso di sangue all’intestino e nei casi più severi possono provocare la cancrena e perforazione della porzione di intestino interessata
  • Radioterapia antitumorale: si parla in questi casi di enterite da radiazioni, provocata dalle radiazioni ionizzanti utilizzate per distruggere le cellule cancerogene, ma che talvolta finiscono per colpire anche quelle sane

Quali sono i sintomi dell’enterite?

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L’enterite si manifesta solitamente con sintomi quali:

Come capire se la gastroenterite è virale o batterica?

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Nelle gastroenteriti di origine virale raramente si riscontra muco o sangue nelle feci, che si manifestano invece più spesso in quelle di origine batterica.

Le gastroenteriti scatenate da Adenovirus possono manifestarsi con una diarrea che si protrae per una o due settimane, cui segue vomito, febbre in circa la metà dei casi, e talvolta disturbi a livello respiratorio. La sintomatologia può durare più a lungo rispetto alle altre forme di gastroenterite virale, sebbene sia spesso attenuata.

Quanto dura una enterite virale?

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L’enterite virale perdura solitamente per pochi giorni, al termine dei quali si risolve in modo spontaneo.

Come si diagnostica?

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Il processo diagnostico in caso di enterite si fonda generalmente su un esame obiettivo da parte del medico e, talvolta, qualora i sintomi siano severi e non sembrino migliorare, su esami più approfonditi, come le analisi del sangue e l’esame delle feci.

Enterite: cura

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Le enteriti virali di solito si risolvono in modo autonomo e vengono trattate reidratando l’organismo. L’assunzione di liquidi può prevedere in alcuni casi anche il consumo di soluzioni elettrolitiche. Nelle circostanze più gravi, in cui il vomito e la diarrea impediscono il corretto assorbimento dei fluidi introdotti per via orale, può essere indicato somministrarli per via endovenosa.

Per limitare il bisogno di andare in bagno frequentemente, è possibile inoltre assumere farmaci antidiarroici.  

Nelle enteriti di cui si sospetta l’origine batterica, specialmente in seguito a viaggi all’estero o al consumo di cibo avariato, si ricorre alla somministrazione di antibiotici per via sistemica.

Nel caso in cui l’infiammazione derivi invece da fattori e patologie di altro genere, la terapia andrà a intervenire direttamente sulle cause scatenanti. Laddove l’origine del disturbo risieda in malattie autoimmuni, sarà necessario assumere farmaci immunosopressori; laddove sia legata all’assunzione di sostanze stupefacenti o farmaci radioterapici, bisognerà interromperne l’uso.

Cosa mangiare dopo una enterite?

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Per tenere a bada i sintomi da enterite è possibile adottare alcuni accorgimenti utili:

  • Limitare il consumo di latte e latticini, poiché possono peggiorare le scariche di diarrea, soprattutto nei pazienti sensibili al lattosio
  • Evitare bibite contenenti caffeina e alcolici, poiché la caffeina può aggravare la diarrea, mentre gli alcolici possono risultare diuretici e peggiorare i sintomi gastrici
  • Evitare cibi pesanti da digerire, come pietanze ad alto contenuto di grassi, molto salati, conditi o speziati
  • Consumare carboidrati complessi come riso, pasta, patate e pane, carni bianche e pesce, evitando al contrario alimenti integrali
  • Ridurre il consumo di frutta e verdure, specie se crude, fin quando persiste la diarrea. L’elevato apporto di fibre e acqua in esse contenuto potrebbe incentivare infatti i movimenti intestinali

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Prevenzione

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Per ridurre i fattori di rischio che possono predisporre al contagio è possibile adottare alcune semplici misure preventive:

  • Lavare le mani più volte al giorno con acqua e sapone, sempre dopo la defecazione e prima di cucinare o consumare un pasto
  • Evitare di bere da fonti d’acqua non conosciute, potenzialmente contaminate
  • Pulire con cura le superfici e gli utensili della cucina
  • Cuocere a temperature adeguate gli alimenti
  • Tenere a distanza il pollo da altri cibi crudi
  • Controllare le date di scadenza di ciascun alimento
  • Non consumare cibi che appaiono avariati
  • Conservare in frigo il cibo avanzato
  • Tenere lontano da fonti di calore gli alimenti