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Pubblicato inPrincipi attivi e farmaci

L’ivermectina: a cosa serve, dosaggi ed effetti collaterali

A cosa serve, qual è il meccanismo d’azione e quali i dosaggi= Guida completa sull’antiparassitario per scabbia e parassiti intestinali.

ivermectina

L’ivermectina è un farmaco antiparassitario appartenente alla classe delle avermectine, utilizzato per il trattamento di diverse infezioni parassitarie sia negli esseri umani che negli animali.

Questo principio attivo, scoperto negli anni ’70, ha rivoluzionato il trattamento di molte malattie parassitarie tropicali e rappresenta uno strumento fondamentale nella medicina tropicale moderna.

Caratteristiche farmacologiche dell’ivermectina

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L’ivermectina è un derivato semisintetico dell’avermectina B1, un composto naturale prodotto dal batterio Streptomyces avermitilis. La sua struttura chimica appartiene alla famiglia dei lattoni macrociclici, caratterizzati da un ampio anello di atomi di carbonio.

Il farmaco presenta un’elevata lipofilicità che gli permette di attraversare facilmente le membrane cellulari e di accumularsi nei tessuti adiposi. Questa caratteristica contribuisce alla sua lunga emivita di eliminazione, che può variare da 12 a 36 ore nell’uomo.

L’ivermectina viene metabolizzata principalmente dal fegato attraverso il sistema del citocromo P450, in particolare gli enzimi CYP3A4. I metaboliti vengono eliminati prevalentemente attraverso le feci, con solo una piccola frazione escreta per via renale.

Meccanismo d’azione antiparassitario

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Il meccanismo d’azione dell’ivermectina si basa sul legame selettivo ai canali del cloro controllati dal glutammato presenti nel sistema nervoso e muscolare dei parassiti. Questi canali sono specifici degli invertebrati e non sono presenti nei mammiferi, conferendo al farmaco la sua selettività.

Il legame dell’ivermectina a questi canali causa un aumento della permeabilità al cloro delle membrane cellulari del parassita, portando a iperpolarizzazione e paralisi. Questo effetto risulta letale per molti parassiti, inclusi nematodi, artropodi e alcuni ectoparassiti.

Il farmaco interferisce anche con altri canali ionici dei parassiti, inclusi quelli controllati dal GABA, amplificando gli effetti paralitici e garantendo un’efficacia ad ampio spettro contro diverse specie parassitarie.

Indicazioni terapeutiche approvate

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L’ivermectina è approvata per il trattamento di diverse infezioni parassitarie. La strongiloidiasi, causata dal nematode Strongyloides stercoralis, rappresenta una delle principali indicazioni, specialmente nei pazienti immunocompromessi dove l’infezione può diventare disseminata e potenzialmente fatale.

L’oncocercosi, nota come cecità fluviale e causata da Onchocerca volvulus, è un’altra importante indicazione. L’ivermectina è il farmaco di prima scelta per questa condizione endemica in alcune regioni dell’Africa e dell’America Latina.

La scabbia, causata dall’acaro Sarcoptes scabiei, può essere trattata efficacemente con ivermectina orale, specialmente nei casi di scabbia norvegese o quando il trattamento topico non è praticabile.

Dosaggi per diverse condizioni

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Il dosaggio dell’ivermectina varia significativamente in base alla condizione trattata e al peso corporeo del paziente. Per la strongiloidiasi, la dose standard è di 200 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo, somministrata in dose singola a stomaco vuoto.

Nel trattamento dell’oncocercosi, la dose è simile (150-200 mcg/kg) ma può richiedere somministrazioni ripetute ogni 6-12 mesi per controllare efficacemente l’infezione e prevenire la progressione verso la cecità.

Per la scabbia, il dosaggio tipico è di 200 mcg/kg in dose singola, che può essere ripetuta dopo 1-2 settimane se necessario. Nei casi di scabbia norvegese, possono essere necessarie dosi multiple e più elevate.

Efficacia nel trattamento dei parassiti

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L’efficacia dell’ivermectina contro i parassiti sensibili è generalmente elevata, con tassi di cura che superano spesso il 90% nelle infezioni da Strongyloides. Il farmaco è particolarmente efficace contro le forme adulte e larvali di molti nematodi.

Nell’oncocercosi, l’ivermectina non uccide i vermi adulti ma blocca la produzione di microfilarie per diversi mesi, riducendo significativamente il carico parassitario e prevenendo la trasmissione. Questo effetto microfilaricida è cruciale per il controllo dell’infezione.

Per la scabbia, l’ivermectina è efficace contro tutti gli stadi del ciclo vitale dell’acaro, incluse uova, larve e adulti, rendendola una scelta terapeutica molto efficace per questa condizione.

Effetti collaterali comuni

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Gli effetti collaterali dell’ivermectina sono generalmente lievi e transitori. I più comuni includono nausea, vomito, dolore addominale e diarrea, che si verificano in una percentuale variabile di pazienti a seconda della dose utilizzata.

Le reazioni cutanee possono includere prurito, rash e orticaria. Questi effetti sono spesso correlati alla morte dei parassiti e al rilascio di antigeni parassitari piuttosto che a una tossicità diretta del farmaco.

Vertigini, cefalea e affaticamento sono altri effetti collaterali relativamente comuni ma generalmente autolimitanti. La maggior parte degli effetti avversi si risolve spontaneamente entro 24-48 ore dalla somministrazione.

Reazioni gravi e precauzioni

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Sebbene rare, possono verificarsi reazioni avverse gravi, particolarmente nei pazienti con elevati carichi parassitari. La reazione di Mazzotti può verificarsi nel trattamento dell’oncocercosi ed è caratterizzata da febbre, ipotensione, adenopatia e intenso prurito.

L’encefalopatia è una complicanza rara ma grave che può verificarsi in pazienti con difetti della barriera emato-encefalica o in quelli con mutazioni genetiche che compromettono l’efflux del farmaco dal sistema nervoso centrale.

Le reazioni oculari, incluse congiuntivite, cheratite e corioretinite, possono verificarsi nel trattamento dell’oncocercosi a causa della morte delle microfilarie presenti negli occhi.

Controindicazioni principali

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Le principali controindicazioni all’ivermectina includono l’ipersensibilità nota al farmaco e la presenza di infezioni del sistema nervoso centrale che potrebbero compromettere la barriera emato-encefalica.

I bambini di peso inferiore a 15 kg rappresentano una controindicazione relativa, poiché la sicurezza e l’efficacia in questa popolazione non sono state completamente stabilite.

La gravidanza, specialmente nel primo trimestre, richiede attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio, poiché non esistono dati sufficienti sulla sicurezza del farmaco durante la gestazione.

Interazioni farmacologiche

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L’ivermectina può interagire con farmaci che inibiscono il citocromo P450, in particolare il CYP3A4. Farmaci come alcuni antifungini azolici, macrolidi e inibitori della proteasi possono aumentare i livelli plasmatici di ivermectina.

L’uso concomitante di farmaci che aumentano la permeabilità della barriera emato-encefalica può aumentare il rischio di tossicità neurologica. Questo include alcuni farmaci utilizzati in chemioterapia oncologica.

L’alcol può potenziare gli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale dell’ivermectina e dovrebbe essere evitato durante il trattamento.

Considerazioni speciali per popolazioni

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I pazienti anziani possono essere più suscettibili agli effetti collaterali dell’ivermectina e potrebbero richiedere monitoraggio più attento durante il trattamento. La funzione renale ed epatica ridotta può influenzare l’eliminazione del farmaco.

I pazienti immunocompromessi, inclusi quelli con HIV/AIDS, possono richiedere cicli di trattamento ripetuti per eradicare completamente le infezioni parassitarie, specialmente la strongiloidiasi.

Le popolazioni endemiche per la loiasi (infezione da Loa loa) richiedono particolare cautela, poiché l’ivermectina può causare gravi reazioni avverse in presenza di elevati carichi di microfilarie di Loa loa.

Monitoraggio durante il trattamento

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Il monitoraggio durante il trattamento con ivermectina dovrebbe includere la valutazione dei sintomi clinici e, quando appropriato, esami di laboratorio per confermare l’eradicazione parassitaria.

Nei pazienti con oncocercosi, l’esame oftalmologico prima e dopo il trattamento può essere importante per monitorare la progressione della malattia oculare e valutare l’efficacia del trattamento.

Il monitoraggio ematologico può essere utile nei pazienti con elevati carichi parassitari per identificare precocemente segni di reazioni sistemiche alla morte massiva dei parassiti.

Resistenza e strategie alternative

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La resistenza all’ivermectina è stata riportata in alcune popolazioni di parassiti, particolarmente negli animali dove il farmaco è utilizzato estensivamente. Tuttavia, la resistenza clinicamente significativa negli esseri umani rimane rara.

Le strategie per prevenire lo sviluppo di resistenza includono l’uso appropriato del farmaco secondo le dosi raccomandate e la rotazione con altri antiparassitari quando possibile.

In caso di fallimento terapeutico, possono essere considerate terapie alternative o combinazioni di farmaci, sempre sotto supervisione medica specialistica.