Si parla di eiaculazione retrograda quando il liquido seminale, a seguito dell’orgasmo, anziché essere eiaculato all’esterno attraverso l’uretra, si dirige in direzione opposta, verso la vescica.
In condizioni normali, al raggiungimento dell’orgasmo maschile, il collo vescicale si chiude, in modo da impedire che il liquido seminale venga espulso verso la vescica, ma esca invece dall’uretra esternamente.
Questa chiusura del collo vescicale è operata da fibre muscolari. Nei pazienti con eiaculazione retrograda la chiusura non avviene, e lo sperma, trovando strada libera in entrambe le direzioni, viene espulso in parte dall’uretra, in parte all’interno della vescica. La quota diretta in vescica verrà eliminata con la successiva minzione.
Questa condizione può essere permanente o temporanea, a seconda delle cause che la generano.
Non comporta particolari problemi di salute per l’uomo, che rimane perfettamente in grado sia di avere erezioni, sia di raggiungere orgasmi, a meno che non si presentino alcune complicazioni legate alla causa scatenante l’anomalia funzionale dei muscoli del collo vescicale.
Tuttavia, può risultare in un problema di infertilità, in quanto l’eiaculato (la parte di liquido seminale effettivamente espulsa tramite uretra) potrebbe non essere sufficiente per il concepimento.
Quali sono le cause dell’eiaculazione retrograda?
↑ topLa causa prima è un malfunzionamento della muscolatura che regola la chiusura del collo vescicale. Il collo vescicale può smettere di funzionare nel modo corretto e non riuscire a chiudersi durante l’eiaculazione in relazione a diverse cause, fra cui le principali contemplano:
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neuropatia diabetica, che colpisce alcuni pazienti affetti da diabete e che provoca un malfunzionamento dei nervi responsabili della contrazione muscolare
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operazioni chirurgiche per ipertrofia prostatica benigna
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interventi a carico dell’uretra e operazioni sul collo vescicale stesso
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malattie neurologiche che compromettono il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale o periferico (sclerosi multipla, sindrome di Guillain-Barré)
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iperplasia della prostata
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neoplasia della prostata
L’eiaculazione retrograda può essere anche di origine iatrogena, cioè dovuta ad alcuni farmaci, tra cui antidepressivi e antipsicotici, ma soprattutto gli alfalitici, farmaci comunemente utilizzati per il trattamento dell’iperplasia prostatica.
Sintomi e segni accessori
↑ topLa condizione è di per sé asintomatica, se si esclude la ridotta quantità di sperma che esce al momento dell’eiaculazione. Le condizioni che la causano invece possono avere altri sintomi abbastanza evidenti, tra cui:
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anomalie della minzione, come pollachiuria, urgenza, debolezza del getto urinario, dovute solitamente all’iperplasia prostatica
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problemi di carattere neurologico localizzati in altre parti del corpo, che possono andare da semplice ipoestesia o parestesia, a problemi più seri di controllo motorio, spasmi, dolori muscolari, problemi di equilibrio etc.
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dolore a livello dell’uretra in caso di uretrite e dolori sovrapubici, perineali, scrotali o penieni in caso di prostatite
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poliuria, polidipsia, lentezza nella guarigione delle ferite, appetito anormale, stanchezza anomale, nel caso di diabete
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malessere generale con mal di testa, nausea, possibile vomito, che possono essere legati a varie cause tra quelle sopra descritte.
Vale la pena ribadire, che al di là della causa che può essere più o meno grave, non ci sono complicazioni legate all’eiaculazione retrograda, se non la possibile infertilità.
Diagnosi e terapia
↑ topLa diagnosi parte solitamente con una visita medica in cui lo specialista urologo o andrologo esegue prima la raccolta dei dati anamnestici, in cui annota i sintomi lamentati dal paziente, eventuali familiarità e verifica lo storico delle malattie pregresse e le terapie farmacologiche assunte.
Successivamente viene eseguito l’esame obiettivo, che nel caso di sospetta eiaculazione retrograda, consiste prevalentemente in una palpazione prostatica, dato che l’ingrossamento della prostata è una delle possibili cause, come abbiamo visto.
Per avere un quadro esatto e procedere con la terapia adeguata, servono però esami specifici, tra cui l’ecografia prostatica trans rettale, che si esegue inserendo una sonda nel retto, l’esame delle urine e l’urinocoltura.
La condizione non necessita comunque di alcun trattamento, e in alcuni casi, si risolve in modo spontaneo.
I pazienti che desiderino concepire un figlio possono sempre ricorrere al prelievo di un campione di sperma dai testicoli e procedere all’inseminazione artificiale se la condizione dovesse essere permanente.