Il disturbo bipolare: cos’è e quali sono i sintomi

Il disturbo bipolare è una patologia psichiatrica contraddistinta da gravi alterazioni dell'umore. Vediamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi e come deve essere trattato.

Il disturbo bipolare: cos’è e quali sono i sintomi

Il disturbo bipolare, anche conosciuto come bipolarismo o sindrome maniaco-depressiva, è una condizione caratterizzata dall’alternarsi di episodi depressivi e fasi di euforia e eccitazione.

Rientra tra i disturbi dell’umore e colpisce circa l’1% della popolazione in Italia.

Per chi ne soffre, il rischio di suicidio lifetime è 15 volte superiore rispetto a quello della popolazione generale. Risulta quindi fondamentale ricorrere a un’adeguata terapia farmacologica e alla psicoterapia.

Ma quali sono i sintomi di un disturbo bipolare? E come è possibile curarlo?

Cos’è il disturbo bipolare (o bipolarismo)?

Il disturbo bipolare è una condizione psichiatrica che causa una marcata instabilità dell’umore, influenzando emozioni, pensieri, comportamenti e la capacità di affrontare la vita quotidiana, con un impatto significativo sulla qualità della vita stessa.

Quali sono i sintomi del bipolarismo?

Chi è affetto da disturbo bipolare alterna episodi di depressione, durante i quali si sente triste e apatico, a episodi maniacali o ipomaniacali, durante i quali si sente attivo, euforico o molto irritabile e impulsivo. Alcuni episodi dell’umore si caratterizzano invece per la coesistenza di sintomi contropolari (“fasi miste”).

Tra le fasi di mania e depressione, la persona può anche avere periodi di relativa stabilità.

Fase depressiva

La fase depressiva del disturbo bipolare presenta i sintomi fisici e psicologici classici della depressione (o episodio depressivo maggiore). Si caratterizza per la presenza di:

  • tono dell’umore molto basso
  • pensieri negativi su di sé, sul futuro e sugli altri
  • alterazione dei ritmi del sonno, con insonnia o eccesso di sonno 
  • cambiamenti nell’alimentazione, con perdita o aumento di peso. 
  • rallentamento psicomotorio: movimenti lenti, eloquio rallentato, espressione facciale spenta
  • dolori fisici aspecifici: mal di testa, dolori muscolari, problemi digestivi, palpitazioni o dolori al petto

Dal punto di vista emotivo, possono comparire altri sintomi depressivi come sentimenti di disperazione, di colpa, di impotenza o di angoscia. Si perde l’interesse per attività un tempo considerate piacevoli..

Gli aspetti cognitivi comprendono la fatica a concentrarsi, a mantenere l’attenzione e a prendere decisioni. Gli episodi depressivi solitamente durano di più di quelli maniacali e si presentano con più frequenza. Possono avere risvolti talmente gravi da condurre al suicidio o all’autolesionismo.

Fase maniacale

La fase maniacale si manifesta con umore elevato in maniera persistente ed eccessiva: si è su di giri, ottimisti o estremamente irritabili. Tra i sintomi maniacali rientrano:

  • sensazione di euforia
  • autostima molto alta, che può aggravarsi fino al delirio di onnipotenza o alla megalomania
  • scarsa capacità di perseguire i propri obiettivi 
  • ridotta capacità di giudizio e di pianificazione
  • impulsività e agitazione
  • sensazione di avere energie illimitate: non si sente il bisogno di mangiare o di dormire
  • difficoltà di concentrazione
  • pensieri caotici, che corrono rapidi e fuori controllo
  • aumento dell’interesse verso le attività sessuali 
  • condotte a rischio, come uso di sostanze e guida spericolata.

Raramente e nei casi più severi, la fase maniacale può presentare sintomi psicotici come allucinazioni e deliri

Gli episodi ipomaniacali sono simili a quelli maniacali, ma meno intensi e gravi. Provocano euforia e aumento della produttività, senza compromettere la capacità di gestire la quotidianità o il contatto con la realtà. Durano almeno 4 giorni (contro i 7 dell’episodio maniacale) e, a differenza di quest’ultimo, non richiedono ricovero ospedaliero.

Fase mista

La fase mista è un periodo, in cui possono coesistere sintomi contropolari, ovvero sintomi depressivi e sintomi maniacali, spesso in concomitanza od accompagnati da un’ansia pervasiva e sentimenti di irritabilità o aggressività.

Negli episodi misti, l’euforia e la depressione si avvicendano rapidamente, anche nell’arco della stessa giornata. Chi li sperimenta può provare, per esempio, un’intensa eccitazione, ma rimanere depresso. O al contrario, può manifestare forme di mania con sensazione di gioia e umore alto, ma il suo pensiero rimane immobile, e la persona inattiva.

La fase mista si distingue per la grande variabilità delle manifestazioni cliniche e per una minore risposta ai trattamenti farmacologici tradizionali.

La classificazione e le tipologie di disturbo bipolare

Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM5), i disturbi bipolari si possono distinguere in:

  • Disturbo bipolare di tipo 1
  • Disturbo bipolare di tipo 2
  • Disturbo ciclotimico (o ciclotimia)
  • Disturbo bipolare indotto da sostanze o farmaci 
  • Disturbo bipolare e correlati dovuti ad un’altra condizione medica
  • Disturbo bipolare non altrimenti specificati

Disturbo bipolare di tipo 1

Prevede l’alternarsi di fasi depressive a fasi maniacali o miste, della durata di almeno 7 giorni. Affinché sia diagnosticato, deve verificarsi almeno un episodio maniacale, a prescindere dall’insorgenza o meno di fasi depressive o ipomaniacali.

Disturbo bipolare di tipo 2

Caratterizzato da fasi depressive e ipomaniacali. Un episodio ipomaniacale deve durare almeno 4 giorni. In questo secondo tipo prevalgono gli aspetti di impulsività e irritabilità che non diventano vera e propria mania. Affinché sia diagnosticato, devono verificarsi almeno un episodio ipomaniacale e un episodio depressivo maggiore.

Disturbo ciclotimico (o ciclotimia)

Il disturbo ciclotimico, o ciclotimia, si caratterizza per periodi ipomaniacali e depressivi della durata di pochi giorni, con decorso tipicamente fluttuante e meno grave rispetto ai disturbi bipolari. L’alternanza rapida tra sintomi contropolari può essere, tuttavia, causa di instabilità e sofferenza in chi ne è affetto.

È necessario che i sintomi della ciclotimia si verifichino per più della metà dei giorni, e per un periodo di tempo di almeno 2 anni. Le fasi di stabilità sono generalmente ridotte e relative.

Qual è il disturbo bipolare più grave?

Non è univocamente possibile stabilire quale tra il disturbo bipolare di tipo 1 e quello di tipo 2 sia più grave, trattandosi di disturbi ampiamente eterogenei. La differenza tra i due sta piuttosto nella diversa modulazione dei sintomi:

  • la presenza di effettivi episodi maniacali nel disturbo bipolare 1
  • la prevalenza dei sintomi depressivi, con periodici episodi ipomaniacali, nel disturbo bipolare 2.

Quali sono le cause del disturbo bipolare?

Le cause del disturbo bipolare sono ad oggi sconosciute. Il disturbo sembra avere origine da una trasmissione su base genetica ed ereditaria e il suo esordio si colloca intorno alla tarda adolescenza o alla prima età adulta, sebbene esordi in differenti fasce d’età siano possibili. Tuttavia la base genetica non sembra essere l’unica causa. Alcuni fattori ambientali possono aumentare il rischio di insorgenza, per esempio:

Il ruolo del trauma

Le ricerche più recenti indicano che l’insorgenza del disturbo bipolare, così come di altri disturbi dell’umore o disturbi della personalità, può essere preceduta da traumi. Circa la metà dei pazienti riferisce esperienze traumatiche durante l’infanzia, come maltrattamenti, abusi sessuali o psicologici, e forme di abbandono fisico o emotivo.

Nei soggetti con disturbo bipolare, il trauma infantile è associato a un maggior rischio suicidario, sintomi depressivi più gravi e un funzionamento psichico più compromesso, suggerendo un esito clinico generalmente più severo.

Come inizia il disturbo bipolare?

Solitamente si verifica in modo brusco, spesso come conseguenza di eventi di vita stressanti, ma può avere a volte un sviluppo progressivo e silente, accompagnato da sintomi quali irritabilità, deficit dell’attenzione e scarso controllo dei comportamenti.

Il primo episodio può essere maniacale o depressivo.

La diagnosi del disturbo bipolare

Nel campo della salute mentale, formulare una diagnosi non è sempre semplice. Questa si basa su un’anamnesi accurata e su valutazioni cliniche approfondite. Il disturbo bipolare, in particolare, ha un decorso spesso subdolo, e l’esordio può non essere riconosciuto dal paziente. Alcuni episodi, come quelli ipomaniacali, possono passare inosservati per la loro lieve intensità, mentre quelli depressivi tendono a essere più facilmente identificati.

Nell’ambito dei disturbi mentali, il grado di accordo diagnostico fra valutatori diversi non supera, secondo la ricerca scientifica, il 60-65%. Inoltre, una stessa persona può presentare disturbi diversi in comorbilità, cioè è possibile porre più di una diagnosi. 

Le conoscenze sui disagi psichici presentano ancora molte lacune. Non è un caso, infatti, che il disturbo bipolare abbia un alto tasso di diagnosi errate o imprecise, e venga confuso con altri disturbi. 

Diagnosi differenziale con il disturbo borderline di personalità

Un’altra importante diagnosi differenziale da eseguire è quella con il disturbo borderline di personalità, il quale può comunque presentarsi in comorbidità con il disturbo bipolare, contribuendo alla severità del quadro clinico.

Nel disturbo bipolare, i sintomi psicotici tendono a essere più intensi e prolungati rispetto all’ideazione paranoide transitoria tipica del disturbo borderline in situazioni di stress. Sebbene l’instabilità dell’umore sia comune a entrambi, nel borderline le oscillazioni emotive sono spesso più rapide e reattive. 

Anche l’impulsività può manifestarsi in modo diverso nei due disturbi. Sul piano terapeutico, il disturbo bipolare richiede principalmente un trattamento farmacologico, mentre per il borderline è centrale la psicoterapia, eventualmente affiancata da una terapia farmacologica di supporto.

Dal disturbo bipolare si guarisce? 

Gli approcci terapeutici sono prevalentemente due: il trattamento farmacologico e la psicoterapia.

La riuscita del trattamento dipende da diversi fattori, primo fra tutti la disponibilità del paziente ad accettare le cure, cosa non sempre scontata: chi soffre di disturbo bipolare può infatti non rendersi conto della propria condizione. In questi casi, il ruolo dell’ambiente circostante diventa fondamentale, soprattutto per quanto riguarda il supporto offerto da familiari o figure significative.

Trattamento farmacologico

Il trattamento farmacologico per il disturbo bipolare si avvale soprattutto degli stabilizzatori dell’umore. Questa classe di psicofarmaci si è rivelata utile per trattare entrambe le fasi del disturbo, quella depressiva e maniacale, e nel prevenire le ricadute. Nello specifico, i farmaci prevalentemente impiegati sono il litio ed alcuni farmaci antiepilettici, quali l’acido valproico, la carbamazepina e la lamotrigina.

Gli antidepressivi, come triciclici e SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), possono trovare indicazione nelle fasi depressive. Mentre i farmaci antipsicotici (o neurolettici) possono essere impiegati in fase acuta per il trattamento dei sintomi psicotici o di stati di agitazione.

È importante ricordare che il trattamento farmacologico del disturbo bipolare è un processo molto delicato. La somministrazione dei farmaci deve essere operata con un attento dosaggio e con molta ponderazione, e i tempi di trattamento possono essere lunghi.

Psicoterapia

Per ottenere benefici duraturi e un miglioramento clinico più ampio, il trattamento farmacologico dovrebbe sempre essere affiancato dalla psicoterapia, che consente una migliore stabilizzazione dell’umore. 

L’approccio che si è dimostrato più utile in caso di disturbo bipolare è la terapia cognitivo comportamentale, soprattutto quando il bipolarismo è associato a un disturbo di personalità. La psicoterapia mira a intervenire su determinati comportamenti, e serve in particolare a fare in modo che il paziente:

  • non interrompa la cura farmacologica
  • riconosca i sintomi iniziali o prodromici delle diverse fasi e di conseguenza sappia come comportarsi
  • impari a mettere in discussione i propri modelli di pensiero disfunzionali
  • impari ad affrontare con strategie mirate le difficoltà quotidiane
  • gestisca la rabbia e l’aggressività
  • migliori le proprie abilità comunicative.

Tutto quello che c'è da sapere sul disturbo bipolare: le domande frequenti e gli articoli correlati

Che cos'è la mania?

La mania è uno stato d’umore estremamente elevato e intenso, caratterizzato da euforia, iperattività, pensieri accelerati e comportamento impulsivo o incontrollato.

La mania compromette il funzionamento quotidiano e, nei casi gravi, può sfociare in psicosi.

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Che cos'è l'ipomania?

L’ipomania è uno stato d’umore elevato, caratterizzato da un aumento di energia, euforia o irritabilità, ma meno grave rispetto alla mania.

Durante un episodio ipomaniacale, la persona può essere molto attiva, parlare velocemente, sentirsi più creativa e sicura di sé, ma senza perdere il contatto con la realtà. 

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Che cos'è la depressione?

La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da una profonda e persistente tristezza, perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane e una sensazione generale di vuoto o disperazione.

I sintomi possono includere affaticamento, difficoltà di concentrazione, cambiamenti nell’appetito o nel sonno, e pensieri ricorrenti di inutilità o suicidio. La depressione può interferire con la capacità di funzionare nel lavoro, nelle relazioni e nella vita sociale.

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Che cos'è la ciclotimia?

La ciclotimia è un disturbo dell’umore caratterizzato da oscillazioni croniche e leggere tra periodi di ipomania (umore elevato e maggiore energia) ed umore depresso.

Questi cambiamenti d’umore non sono gravi come quelli presenti nel disturbo bipolare, ma possono comunque interferire con la vita quotidiana e il benessere della persona. Spesso i sintomi sono rapidi e di intensità tale da non essere facilmente riconosciuti, ma il disturbo può evolvere in forme più severe di disturbi dell’umore se non trattato.

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Cosa deve evitare un bipolare?

Alcuni accorgimenti comportamentali possono aiutare a ridurre frequenza e intensità degli episodi nel disturbo bipolare, contribuendo al benessere psicologico e a una migliore qualità della vita. Alcuni consigli utili includono: 

Come si aiuta una persona bipolare?

Aiutare un familiare o una persona vicina affetta da disturbo bipolare non è sempre facile. Per prima cosa, è fondamentale acquisire un’adeguata conoscenza della malattia e informarsi su sintomi, trattamenti e cure disponibili. Questo può fornire una base solida per offrire supporto al familiare che ne soffre. 

Altro passo essenziale è quello di distinguere la persona dal disturbo e riconoscere che i cambiamenti d’umore sono il risultato di un alterato funzionamento del sistema nervoso e non il riflesso del vero carattere del familiare. Accettare questa distinzione aiuta a sviluppare una maggiore comprensione e a trattare le situazioni critiche con pazienza ed attenzione.

Anche la consulenza e il supporto di un professionista possono aiutare il paziente e i familiari nella gestione della malattia. Mantenere sempre una comunicazione aperta con lo specialista, accertandosi che le cure siano seguite regolarmente, è cruciale per affrontare al meglio il percorso terapeutico.

Un altro fattore che può aiutare a stabilizzare l’umore del paziente e a prevenire ricadute è quello di favorire uno stile di vita regolare. Programmare attività e impegni in modo da ridurre lo stress può contribuire al mantenimento di un ambiente calmo e rassicurante per il paziente.

Il disturbo bipolare è caratterizzato da fasi depressive e maniacali, quindi è importante essere preparati a gestire da un punto di vista emotivo sia pratico questi momenti difficili. Infine, mai sottovalutare il rischio di suicidio durante le fasi depressive. Se si notano segnali di pericolo, è fondamentale rivolgersi immediatamente a un professionista qualificato o chiamare i numeri di soccorso.