- Cosa significa afagia?
- Quali sono le cause dell’afagia?
- Quali sono i sintomi di un paziente affetto da afagia?
- Come si diagnostica?
- Come si può risolvere il problema dell’afagia?
Cosa significa afagia?
↑ topL’afagia è l‘incapacità totale di deglutire cibi, liquidi o persino la propria saliva. Il termine deriva dal greco antico e significa letteralmente “assenza di deglutizione”. Questo disturbo può essere legato a cause fisiche, come un’ostruzione meccanica dell’esofago. Oppure a disfunzioni neurologiche che compromettono i meccanismi della deglutizione.
A differenza della disfagia, che indica una difficoltà nella deglutizione, l’afagia rappresenta un problema più grave che impedisce del tutto il passaggio di cibi e liquidi attraverso l’esofago. La condizione può manifestarsi improvvisamente o svilupparsi gradualmente, a seconda della causa sottostante.
L’afagia richiede in ogni caso un’attenta valutazione medica, dal momento che può rappresentare il sintomo di patologie gravi.
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Quali sono le cause dell’afagia?
↑ topL’afagia può essere dovuta a diverse condizioni e patologie. È possibile distinguere le cause in:
- meccaniche
- neurologiche
- muscolari
- psicologiche.
Cause meccaniche
↑ topLe cause meccaniche sono legate a ostacoli fisici che impediscono il passaggio di cibo o liquidi attraverso l’esofago. Tra le più comuni troviamo:
- tumori esofagei o del cavo orale, che possono restringere o bloccare il lume dell’esofago
- stenosi esofagee: restringimenti dell’esofago, spesso causati da reflusso gastroesofageo cronico o da interventi chirurgici pregressi
- presenza di corpi estranei: ingestione accidentale di oggetti che si incastrano nell’esofago
- diverticoli esofagei: estroflessioni della parete esofagea che possono trattenere il cibo e impedire la deglutizione.
Cause neurologiche
↑ topL’afagia può essere dovuta anche a condizioni neurologiche. Queste, più precisamente, possono interferire con il complesso meccanismo neuromuscolare della deglutizione e includono:
- ictus cerebrale: spesso compromette il controllo muscolare necessario per deglutire
- sclerosi laterale amiotrofica (sla): una malattia neurodegenerativa che colpisce i muscoli volontari
- morbo di Parkinson: può causare rigidità muscolare e coordinazione alterata della deglutizione
- lesioni cerebrali traumatiche: danni al sistema nervoso centrale possono influire sulla funzionalità deglutitoria
- sclerosi multipla: può interrompere i segnali nervosi necessari per una deglutizione efficace.
Cause muscolari e psicologiche
↑ topL’afagia può essere anche la conseguenza di malattie che colpiscono direttamente i muscoli coinvolti nella deglutizione. Alcuni di queste possono essere:
- miastenia gravis: una malattia autoimmune che causa debolezza muscolare
- distrofie muscolari: possono rendere difficile il controllo dei muscoli, anche di quelli necessari alla deglutizione.
In casi rari, infine, la condizione può derivare da disturbi psicologici o psichiatrici, come:
- disturbo d’ansia: un’ansia estrema può causare spasmi muscolari che impediscono la deglutizione
- disturbi alimentari: condizioni come l’anoressia possono indurre una paura patologica di deglutire.
Tipo di cause | Condizione e Patologie |
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Cause meccaniche |
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Cause neurologiche |
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Cause muscolari |
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Cause psicologiche |
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Quali sono i sintomi di un paziente affetto da afagia?
↑ topL’afagia può essere associata a una serie di sintomi che possono variare in intensità a seconda della causa sottostante. La manifestazione principale, come detto, è l’incapacità totale di deglutire, sia cibi solidi che liquidi, talvolta inclusa la saliva. Questa può accompagnarsi ad altri sintomi, tra cui, i più comuni:
- sensazione di ostruzione o blocco nella gola o nel torace durante i tentativi di ingestione.
- soffocamento o tosse persistente mentre si tenta di mangiare o bere
- dolore mentre si tenta di deglutire, noto come odinofagia
- perdita di peso improvvisa, causata dall’impossibilità di nutrirsi adeguatamente
- disidratazione e malnutrizione, dovute alla difficoltà nel consumare liquidi e alimenti.
- rigurgito o reflusso di cibo non digerito, che può peggiorare il disagio e aumentare il rischio di complicanze.
Specialmente negli anziani, l’afagia può essere preceduta da sintomi meno evidenti, come debolezza generale o alterazioni nella qualità della voce dopo i pasti, che spesso indicano problemi di deglutizione.
Come si diagnostica?
↑ topLa diagnosi di afagia inizia con un’anamnesi accurata, durante la quale il medico raccoglie informazioni su:
- sintomi
- loro durata
- eventuali condizioni pregresse, come il reflusso gastroesofageo o disturbi neurologici.
Successivamente, si ricorre all’esame fisico per osservare la cavità orale e la gola al fine di identificare eventuali anomalie. Un passo fondamentale è la valutazione della deglutizione, in cui il paziente ingerisce cibi e liquidi di diverse consistenze per individuare blocchi o difficoltà.
Inoltre, in caso di afagia sono indicati alcuni esami come:
Esame diagnostico | In cosa consiste |
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Videofluoroscopia | Esame radiologico che utilizza il bario come mezzo di contrasto per visualizzare il percorso del cibo nell’esofago e individuare:
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Endoscopia digestiva | Attraverso l’uso di un endoscopio, il medico esamina direttamente l’interno dell’esofago e della gola per rilevare:
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Manometria esofagea | Questo esame misura la pressione all’interno dell’esofago durante la deglutizione. È utile per diagnosticare disfunzioni muscolari o motorie. |
Risonanza magnetica (RM) o TAC | Tecniche di imaging avanzate utilizzate per escludere lesioni cerebrali o tumori che potrebbero influenzare i nervi o i muscoli coinvolti nella deglutizione. |
Valutazioni neurologiche | In caso di sospette cause neurologiche, si eseguono test specifici per verificare il coinvolgimento del sistema nervoso centrale o periferico. |
Come si può risolvere il problema dell’afagia?
↑ topIl trattamento dell’afagia dipende dalla causa sottostante e richiede generalmente un approccio multidisciplinare. Se la condizione è causata da ostruzioni meccaniche, il trattamento può includere:
- interventi chirurgici per rimuovere l’ostruzione
- dilatazioni endoscopiche per ampliare il lume dell’esofago.
In particolare, nei casi di stenosi, spesso si ricorre a procedure minimamente invasive, come la dilatazione pneumatica o l’uso di stent esofagei. Quando l’origine è neurologica, ad esempio in pazienti colpiti da ictus o da malattie neurodegenerative, si adottano terapie riabilitative mirate. La logopedia è fondamentale per insegnare tecniche di deglutizione compensative. Mentre la fisioterapia può migliorare il controllo muscolare. Nei casi più complessi, si possono somministrare farmaci per rilassare i muscoli dell’esofago o stimolare la funzionalità neuromuscolare. Le infezioni o infiammazioni dell’esofago vengono trattate con terapie farmacologiche, che includono:
- antibiotici
- antimicotici
- inibitori di pompa protonica per ridurre l’acidità gastrica e favorire la guarigione.
Per i pazienti in condizioni critiche, in cui la nutrizione orale è impossibile, si ricorre all’alimentazione enterale tramite sondino nasogastrico o gastrostomia per garantire un apporto nutrizionale adeguato. Questo approccio è spesso temporaneo, fino al miglioramento della funzione deglutitoria. Un monitoraggio regolare e un piano di trattamento personalizzato sono fondamentali per migliorare la qualità della vita del paziente e prevenire complicanze come la malnutrizione o le infezioni respiratorie da aspirazione.
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↑ topCause | Tipo di trattamento |
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Cause meccaniche |
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Cause neurologiche |
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Cause infettive o infiammatorie |
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