- Cos’è la tendinite?
- Tendinite, sintomi e segni
- Cause della tendinite
- Diagnosi
- Trattamenti e cure
- Quanto tempo ci vuole per guarire?
- Complicazioni del mancato trattamento
- Prevenzione
Cos’è la tendinite?
↑ topLa tendinite è un processo infiammatorio a carico dei tendini, che sono formati da tessuto connettivo, composto a sua volta da due tipi di proteine: il collagene e l’elastina. Queste strutture sono essenziali per il movimento delle articolazioni, dal momento che permettono di trasformare la forza generata dalla contrazione muscolare in spostamento.
Essi con il passare del tempo possono subire usura e danneggiamento, dando esito a tendinite. Quando l’infiammazione coinvolge anche la membrana sinoviale, ovvero il rivestimento che ricopre i tendini, si parla di tenosinovite.
Tendinite, sintomi e segni
↑ topIl principale sintomo della tendinite è il dolore localizzato nella zona del tendine infiammato, che aumenta durante il movimento e alla palpazione. Altri sintomi possono comprendere:
- gonfiore
- tumefazione
- diminuzione della forza dei muscoli collegati
- limitazione nei movimenti.
A volte, la patologia può essere associata alla formazione di noduli e cisti a livello dell’articolazione di riferimento. Alcuni tendini, infine, sono particolarmente suscettibili alla patologia, per esempio, quelli che si trovano nel:
- ginocchio, in particolare è frequenta l’infiammazione del tendine rotuleo, del quadricipite e del popliteo
- gomito
- spalla, in particolare la cuffia dei rotatori
- gamba
- anca
- piede, tallone e caviglia
- mano, polso e braccio.
Cause della tendinite
↑ topLa condizione è di solito causata da eccessive e continue sollecitazione dei tendini a causa di movimenti ripetitivi, che, con il passare del tempo, danno origine a lesioni o danni alle fibre che li compongono, provocando l’infiammazione. Le cause della patologia possono essere di diverso tipo e comprendono:
- traumi o microtraumi ripetuti
- contusioni o distorsioni
- invecchiamento
- sforzi eccessivi
- posture errate
- sovrappeso e obesità
- vita sedentaria
- piede piatto e ginocchio valgo
- esercizio fisico che sovraccarica alcune articolazioni
- riscaldamento insufficiente prima dell’attività fisica.
Alcuni sport o attività, in particolare, dal momento che richiedono movimenti ripetuti e intensi, possono provocare molto spesso l’infiammazione.
Un classico esempio è quello del gomito del tennista, ovvero l’infiammazione del tendine che collega i muscoli dell’avambraccio al gomito. Mentre, nelle persone che praticano corsa, il disturbo colpisce solitamente il tendine d’Achille. La sintomatologia dolorosa è di solito aggravata dalla sollecitazione e dal movimento dell’articolazione colpita.
Fattori di rischio
↑ topDeterminati fattori aumentano il rischio di sviluppare la patologia.
- Alcune malattie: ipercolesterolemia, gotta, diabete e artrite reumatoide
- Assunzione di antibiotici a base di chinoloni
- Frequenti infiltrazioni di corticosteroidi
- Stress.
Tendinite e stress
↑ topAlcuni studi hanno suggerito una possibile relazione tra infiammazione tendinea e stress. In particolare, anche se i meccanismi precisi non sono ancora completamente compresi, sembra che lo stress psicologico possa influire sulla risposta infiammatoria dell’organismo e aumentare il rischio di sviluppare la condizione.
Lo stress può anche portare a tensione muscolare e postura scorretta, che possono aumentare il rischio. Pertanto, in presenza di tendinite, può essere utile adottare strategie di gestione dello stress, come la meditazione, lo yoga o la terapia cognitivo-comportamentale, per prevenire l’insorgenza della tendinite o favorire la guarigione.
Diagnosi
↑ topLa diagnosi della tendinite si avvale in prima istanza della visita medica, della raccolta delle informazioni anamnestiche e dell’esame clinico, cui seguono di solito gli esami strumentali. Durante l’esame fisico, il medico può palpare l’area interessata per verificare la presenza di gonfiore o di noduli, e può eseguire alcuni test per valutare la forza e la flessibilità del tendine e dell’articolazione associata.
Gli esami strumentali, in aggiunta, consentono una precisa valutazione del danno a carico del tendine e sono:
L’ecografia permette di escludere eventuali malattie dei tessuti molli e a confermare la presenza di tendini e valutare la gravità della lesione. La risonanza magnetica, invece, consente una maggiore precisione sia nell’individuare l’entità del disturbo che la sua estensione.
Trattamenti e cure
↑ topIl trattamento della tendinite dipende dai tendini interessati dalla patologia, dai sintomi e da eventuali problematiche associate. A prescindere dai diversi trattamenti che possono essere farmacologici o chirurgici nei casi più gravi, in caso di tendinite i primi rimedi da adottare sono:
- il riposo, per evitare di sovraccaricare il tendine, aggravare il dolore e favorire eventuali complicanze, come la rottura del tendine e il peggioramento della flogosi
- l’applicazione di impacchi di ghiaccio sulla zona colpita, per alleviare l’infiammazione.
Trattamento farmacologico
↑ topIl trattamento farmacologico si avvale solitamente di:
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), per sedare il processo infiammatorio
- analgesici, per contrastare la sintomatologia dolorosa
- corticosteroidi, se la sintomatologia è estremamente grave.
Trattamento chirurgico
↑ topIl trattamento chirurgico è utile quando le lesioni del tendine sono di grave entità, o quando la terapia farmacologica si è rivelata insufficiente o non ha sortito gli effetti sperati. In particolare, si ricorre all’operazione in caso di rotture o di forme di tendinite cronica e persistente.
In caso di rottura, l’intervento chirurgico provvede a rinsaldare i due capi del tendine. Quando invece la lesione è grave e non risponde ad alcun trattamento, l’operazione consente di rimuovere il tessuto degenerato e di stimolare la rigenerazione spontanea del tessuto.
Riabilitazione
↑ topGli esercizi di riabilitazione, che devono seguire le terapie e il periodo di immobilizzazione, mirano al rafforzamento delle fibre rigenerate. Inoltre, consentono una più veloce ripresa, e favoriscono la riacquisizione della resistenza e dell’elasticità del tendine, prevenendo il rischio di recidive. La riabilitazione solitamente prevede:
- massaggi nell’area interessata, per rafforzare e allungare tendini e muscoli
- esercizi di stretching
- fisioterapia: che può avvalersi di ionoforesi, ultrasuoni, laser, TENS (stimolazione elettrica nervosa transcutanea e TECAR (trasferimento energetico capacitivo e resistivo).
Il programma riabilitativo deve essere effettuato esclusivamente sotto la supervisione di specialisti, e può essere integrato, in aggiunta, da altri rimedi, come:
- impiego di tutori, fasce elastiche e plantari correttivi
- agopuntura
Quanto tempo ci vuole per guarire?
↑ topI tempi di guarigione sono variabili e dipendono non solo dall’area interessata, ma soprattutto dall’entità del problema. Generalmente, una tendinite acuta può richiedere dalle 2 alle 3 settimane per guarire. Mentre la guarigione delle forme croniche o più complesse possono impiegare dai 3 ai 4 mesi.
Complicazioni del mancato trattamento
↑ topSe trascurata, la tendinite può provocare una riduzione della forza muscolare e la limitazione dei movimenti dell’articolazione coinvolta. Le complicanze più comuni comprendono:
- rottura del tendine, che si manifesta con dolore acuto e repentino e impossibilità di muovere la parte colpita
- capsulite adesiva: un processo infiammatorio che porta alla formazione di tessuto fibroso, coinvolgendo anche i tessuti molli che circondano l’articolazione della spalla
- estensione dell’infiammazione alle strutture circostanti: legamenti, tessuti molli, borse etc.
Prevenzione
↑ topPer prevenire l’infiammazione del tendine possono rivelarsi utili alcuni accorgimenti, soprattutto per coloro che svolgono l’attività sportiva, per esempio:
- allenarsi in modo sicuro
- riscaldarsi prima di sottoporre i muscoli a uno sforzo
- fare stretching, che consente di allungare la muscolatura prevenendo infiammazioni o rotture.
- utilizzare un equipaggiamento idoneo al tipo di attività svolta
- riprendere l’allenamento gradualmente, dopo lunghe pause dall’esercizio fisico
- prestare attenzione quando l’attività provoca dolore, dal momento che questo può essere il segnale di problemi anche seri, ed eventualmente interrompere l’esercizio
- seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti che favoriscono la salute dei tessuti connettivi, come il collagene.