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Pubblicato inPrincipi attivi e farmaci

Carvedilolo: cos’è, a cosa serve e come si usa

Il carvedilolo è un farmaco betabloccante ad azione non selettiva, utile nel trattamento dell’ipertensione, dello scompenso cardiaco e dell’angina pectoris.

carvedilolo

Il carvedilolo è un principio attivo appartenente alla classe dei betabloccanti, utilizzato nella gestione di diverse condizioni cardiovascolari. La sua azione vasodilatatrice e protettiva sul cuore lo rende una scelta terapeutica efficace e consolidata in numerosi protocolli clinici.

Cos’è il carvedilolo

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Il carvedilolo è un betabloccante non selettivo che agisce bloccando sia i recettori beta-adrenergici (β1 e β2) sia i recettori alfa1. Questo duplice meccanismo permette di ridurre la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la richiesta di ossigeno da parte del cuore.

Meccanismo d’azione

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Il carvedilolo agisce inibendo l’effetto dell’adrenalina e della noradrenalina sui recettori adrenergici. Il blocco dei recettori β1 riduce la contrattilità e la frequenza cardiaca, mentre il blocco dei recettori α1 provoca vasodilatazione periferica, riducendo la resistenza vascolare sistemica. Questo si traduce in un abbassamento della pressione arteriosa e in una riduzione del lavoro del cuore.

Caratteristiche farmacocinetiche

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Il farmaco viene somministrato per via orale e ha una biodisponibilità limitata a causa del metabolismo epatico di primo passaggio. Il carvedilolo presenta un’emivita di circa 7-10 ore e viene metabolizzato principalmente dal fegato.

A cosa serve il carvedilolo

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Il carvedilolo è utilizzato per trattare diverse patologie cardiovascolari.

Indicazioni terapeutiche principali

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L’efficacia del carvedilolo è stata dimostrata in diversi studi clinici, specialmente nei pazienti con scompenso cardiaco.

Come si assume il carvedilolo

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Il dosaggio del carvedilolo varia a seconda dell’indicazione e della tollerabilità del paziente.

Modalità di somministrazione

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Il farmaco va assunto per via orale, preferibilmente durante i pasti per ridurre il rischio di ipotensione. Sono disponibili compresse da 6,25 mg, 12,5 mg e 25 mg.

Schema posologico

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  • Ipertensione: dose iniziale di 12,5 mg al giorno, aumentabile fino a 25-50 mg al giorno in una o due somministrazioni

  • Scompenso cardiaco: si inizia con dosi molto basse (3,125 mg due volte al giorno), incrementando gradualmente fino alla dose di mantenimento (25-50 mg/die) in base alla tolleranza

  • Angina: il dosaggio è simile a quello per l’ipertensione, ma adattato in base alla risposta clinica.

L’inizio del trattamento deve sempre avvenire sotto controllo medico, soprattutto nei pazienti con insufficienza cardiaca.

Effetti collaterali del carvedilolo

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Il carvedilolo è generalmente ben tollerato, ma può causare effetti indesiderati, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento.

Effetti avversi comuni

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Effetti più rari

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In caso di effetti collaterali gravi o persistenti, è importante rivolgersi al medico per una rivalutazione della terapia.

Controindicazioni e precauzioni

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Non tutti possono assumere il carvedilolo: alcune condizioni mediche rappresentano delle controindicazioni assolute o relative.

Controindicazioni

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  • Ipersensibilità al principio attivo

  • Asma bronchiale grave o BPCO con componente broncospastica

  • Blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado non trattato

  • Bradicardia severa (<50 bpm)

  • Scompenso cardiaco scompensato non stabilizzato

  • Shock cardiogeno.

Precauzioni d’uso

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  • Diabete: può mascherare i sintomi di ipoglicemia (soprattutto tachicardia)

  • Insufficienza epatica: è necessario monitorare la funzione del fegato

  • Anziani: aumentato rischio di ipotensione ortostatica

  • Terapie concomitanti: attenzione all’uso con calcio-antagonisti, digossina o altri antipertensivi.

Il dosaggio va sempre adattato alla situazione clinica del paziente.

Vantaggi del carvedilolo rispetto ad altri betabloccanti

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Il carvedilolo si distingue per alcune caratteristiche peculiari.

Caratteristiche distintive

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  • Azione vasodilatatrice grazie al blocco dei recettori α1

  • Minor rischio di aumento dei lipidi plasmatici

  • Migliore efficacia nel migliorare la frazione di eiezione nei pazienti con insufficienza cardiaca.

Per questi motivi, è spesso06 preferito in pazienti con comorbilità multiple, come diabete, ipertensione e disfunzione ventricolare sinistra.