Realtà virtuale e profonda meraviglia

La profonda meraviglia, o stupore o sublime, anche conosciuta in psicologia come “awe”, è un’emozione complessa che può essere elicitata quando ci si trova di fronte a stimoli percepiti come immensamente vasti, trascendenti e molto più potenti e grandi di noi, e che superano i normali schemi cognitivi della mente umana.

Realtà virtuale e profonda meraviglia

di Valentina Bossoni, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Cosa è la profonda meraviglia?

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La profonda meraviglia, o stupore o sublime, anche conosciuta in psicologia come “awe”, è un’emozione complessa che può essere elicitata quando ci si trova di fronte a stimoli
percepiti come immensamente vasti, trascendenti e molto più potenti e grandi di noi, e che
superano i normali schemi cognitivi della mente umana.
Tale esperienza, infatti, può manifestarsi quando un individuo osserva fenomeni e scenari
naturali straordinari come quelli astronomici (ad esempio, un cielo stellato o un’eclissi
lunare). Si può manifestare anche in presenza di esperienze culturali o intellettuali (ad
esempio, opere d’arte, teorie matematiche e scoperte scientifiche) o in presenza di
persone carismatiche particolarmente dotate in qualche disciplina.
Diversi studi hanno dimostrato inoltre che la profonda meraviglia è una risposta emotiva
intensa, in grado di apportare significativi benefici e miglioramenti al benessere fisico e
psicologico di chi ne fa esperienza.

Come funziona la profonda meraviglia?

L’esposizione degli esseri umani a fenomeni straordinari ha, quindi, una ricaduta sui loro
processi cognitivi e comportamentali e, in particolare, è considerata un potente mezzo per
elicitare l’emozione della profonda meraviglia.
Dal punto di vista psicologico, la profonda meraviglia implica una rottura temporanea degli
schemi cognitivi abituali di un individuo.
In particolare, il confronto con questi stimoli potrebbe generare nell’individuo una serie di
risposte fenomenologiche e psicologiche.
L’individuo, di fronte alla vastità di ciò che sta osservando, può sperimentare un senso di
profonda meraviglia e può percepire una sensazione di piccolezza del sé. Esso è quindi
indotto a percepire se stesso come minuscolo rispetto all’oggetto dell’esperienza e a
mettere persino in discussione la sua comprensione del mondo, attuando una
ristrutturazione dei propri schemi mentali.
In altre parole, di fronte ad uno stimolo straordinario, il nostro cervello è portato a
modificare i propri schemi cognitivi e comportamentali in risposta a questa nuova
esperienza in modo tale da poterla comprendere meglio ed integrarla con la realtà che già
conosce.
L’awe, inoltre, può indurre una modificazione del senso del tempo, espandendone
temporaneamente la percezione e portando chi vive tale esperienza a percepire un
rallentamento soggettivo del tempo stesso. Il tempo sembra infatti fermarsi, ci si sente
come sospesi e sembra, di conseguenza, di avere più tempo a disposizione.
La profonda meraviglia consente quindi di focalizzarsi sul momento presente, nel ‘’qui ed
ora’’, permettendo all’individuo che la sta sperimentando di abbandonare
momentaneamente la fretta e la frenesia della quotidianità.
L’individuo che vive profonda meraviglia focalizza perciò la sua attenzione su tutto ciò che
lo circonda e ciò gli consente di percepire un senso più profondo di connessione con tutti
gli altri esseri umani e con l’ambiente naturale intorno a sè.

Quali sono i sintomi fisiologici della profonda meraviglia?

Durante alcune esperienze legate alla profonda meraviglia si possono verificare in un
individuo risposte corporee e cambiamenti che possono essere osservabili e misurabili a
livello psicofisiologico e a livello comportamentale.
In particolare, possono manifestarsi alcuni tipici fenomeni fisici universali, che sembrano
essere condivisi a livello interculturale, e che riflettono l’intensità dell’esperienza emotiva.
Si osservano segnali di attivazione autonomica, quali pelle d’oca, sensazione di brividi e
dilatazione pupillare. Possono essere presenti anche cambiamenti respiratori.
Possono inoltre verificarsi modificazioni nell’espressione facciale, come occhi spalancati e
bocca aperta.

Come la realtà virtuale impatta sulla profonda meraviglia?

Negli ultimi due decenni, l’emozione della profonda meraviglia ha suscitato interesse in
diversi settori, come la psicologia, la filosofia e le neuroscienze, attirando l’attenzione di un
numero crescente di ricercatori.
Un campo particolarmente promettente è quello della realtà virtuale, che è stata
identificata come una delle tecniche più efficaci per indurre emozioni complesse come
l’emozione della profonda meraviglia.
In particolare, la realtà virtuale, grazie alla sua capacità immersiva e multisensoriale,
consentirebbe di superare la fruizione passiva dei tradizionali contenuti visivi.
Permetterebbe, cioè, di andare oltre la semplice visualizzazione di video sullo schermo di
un computer e permetterebbe di progettare esperienze e di creare appositamente ambienti
interattivi e controllati col fine di evocare l’emozione della profonda meraviglia.
In tal modo utilizzare la tecnica di realtà virtuale consentirebbe ai ricercatori di passare da
una forma di stupore di bassa intensità a una versione più profonda che potrebbe quindi
portare a sperimentare un tipo di esperienza più auto-trascendente.
Con tale approccio l’usufruitore di tale tecnologia si troverebbe maggiormente coinvolto in
prima persona ed è proprio questo coinvolgimento attivo che, di conseguenza, favorirebbe
un senso di presenza e di connessione. Ciò consentirebbe all’individuo di aumentare
l’intensità emotiva dell’esperienza vissuta, aspetto fondamentale per la generazione del
senso di profonda meraviglia.