Lo psicologo per gli attacchi di panico

Il termine "psicologo" riferito al trattamento degli attacchi di panico può risultare impreciso. È più corretto fare riferimento a uno psicoterapeuta qualificato, abilitato a gestire in modo specifico questo tipo di disturbi.

Lo psicologo per gli attacchi di panico

La denominazione psicologo per gli attacchi di panico, specifichiamo subito, è impropria. Più opportuno è parlare quindi di psicoterapeuta abilitato al trattamento degli attacchi di panico.

Bisogna mettere da parte l’autodiagnosi e affidarsi ad un professionista in grado di condividere, con il paziente, un piano di cura personalizzato. Ne parla il dottor Giuliano Porcellini, psicoterapeuta del Santagostino specializzato in psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Chi è lo psicologo per gli attacchi di panico?

Va quindi ribadito che la figura professionale cui rivolgersi deve essere uno psicoterapeuta che ha conseguito il titolo con una apposita scuola di specializzazione, svolta dopo l’iscrizione all’albo, della durata di 4 anni.

Per trattare in modo specifico gli attacchi di panico, lo psicologo può specializzarsi in psicoterapia attraverso una scuola quadriennale riconosciuta. Tra gli approcci terapeutici più comuni si può indicare la terapia cognitivo-comportamentale, considerata particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi d’ansia e di panico.

Compito dello psicoterapeuta è aiutare il paziente a riconoscere i sintomi, individuare i pensieri disfunzionali e apprendere tecniche per gestire l’ansia. Così da prevenire le crisi future.

Cos’è un attacco di panico

L’attacco di panico è caratterizzato da un’improvvisa ondata di intensa paura o intenso disagio che solitamente raggiunge il picco in pochi minuti. Chiunque abbia vissuto uno o più attacchi di panico nella vita li descrive come un’esperienza terribile e difficile da dimenticare.

Ma non è detto che se avete avuto un attacco di panico abbiate un disturbo di panico. Potreste non soffrire di alcun disturbo psichico specifico, oppure potreste soffrire di un altro disturbo psichico o di un problema di tipo medico.

Attenzione quindi alle autodiagnosi e alle terapie “pronti-via!” in cui ci si autodiagnostica da soli un disturbo, dopo aver navigato in internet e si cerca rapidamente un professionista disponibile ad intervenire sul disturbo che si è convinti di avere (e talvolta lo si trova!). In sintesi: un attacco di panico non fa un disturbo di panico. Anche se l’attacco di panico spesso rappresenta un segnale di allarme legato a qualcosa che sta cambiando nella vostra vita. Qualcosa che vi sta mettendo alla prova da un punto di vista psicologico, in positivo o in negativo, e che potrebbe anch’esso richiedere il supporto di uno psicoterapeuta.

L’importanza di rivolgersi ad uno psicologo per gli attacchi di panico

Per questi motivi, se avete avuto un attacco di panico è essenziale rivolgersi ad un esperto, uno psicoterapeuta o uno psichiatra, che dopo un’esperienza così dolorosa e destabilizzante possa aiutarvi a capire:

  • se soffrite di un disturbo psichico e se sì di quale disturbo
  • il tipo di percorso di cura di cui avete bisogno. A seconda della diagnosi infatti possono essere necessari approcci psicoterapeutici e tecniche di intervento molto diverse.

Come primo punto quindi cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per quanto riguarda la differenza tra un attacco di panico e un disturbo di panico.

Da un attacco di panico al disturbo di panico

In un attacco di panico sono presenti contemporaneamente almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • palpitazioni
  •  tachicardia
  • sudorazione
  • tremori
  • sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento
  • dolore o fastidio al petto
  • nausea
  • disturbi addominali
  • sensazione di vertigini
  • instabilità
  • stordimento o svenimento
  • brividi o sensazioni di calore
  • parestesie, ovvero sensazioni di intorpidimento o formicolio
  • derealizzazione, ovvero sensazioni di irrealtà
  • depersonalizzazione, sensazione di essere distaccati da sé stessi
  • paura di perdere il controllo o di “impazzire”
  • paura di morire.

Ma come dicevamo sopra, non basta: a questi attacchi deve seguire almeno un mese o più caratterizzati da:

  • preoccupazione persistente per ulteriori attacchi di panico o le loro conseguenze
  • cambiamento disadattivo significativo nel comportamento legato agli attacchi di panico.

In altre parole: dopo il primo o i primi attacchi deve cambiare qualcosa nella vostra vita.

Se dopo avere avuto un attacco di panico per un periodo di tempo siete costantemente preoccupati di avere un ulteriore attacco, con pensieri del tipo: “potrei avere un altro attacco, perdere il controllo e impazzire”, “la prossima volta potrei avere un infarto e morire”, questo costituisce un criterio importante per definire se il vostro attacco di panico sta prendendo la forma di un vero e proprio disturbo.

Spesso, inoltre, questa preoccupazione, che chiamiamo “paura della paura”, può innescare un circolo vizioso di ansia che favorisce che avvengano altri attacchi di panico.

Dal panico all’evitamento

L’altro criterio fondamentale riguarda la messa in atto di comportamenti per evitare altri attacchi di panico. Questi comportamenti finiscono per limitare le attività di vita di una persona creando un forte disagio.

Ad esempio: la persona non prende più i mezzi pubblici o non si reca più in un determinato luogo in cui ha già avuto un attacco di panico temendo che in quel luogo o quella situazione si possa innescare un nuovo episodio, in cui si troverebbe in difficoltà, senza l’aiuto di nessuno ed esposta a situazioni imbarazzanti.

Quando, dopo un attacco di panico, la vostra vita è gravata da queste preoccupazioni, o da questi comportamenti, allora è possibile che soffriate di un disturbo di panico. Ma aspettate comunque ad autodiagnosticarvi perché potrebbero esserci altre spiegazioni.

Gli attacchi di panico come sintomo di disagio psichico

Veniamo ora al secondo caso, quello in cui gli attacchi di panico sono sintomo di un disagio psichico ma di diverso tipo. Gli attacchi di panico possono infatti verificarsi nell’ambito di altri disagi psicologici come ad esempio i disturbi depressivi, il disturbo da stress post-traumatico, le fobie, e altri ancora. In questi casi siamo di fronte a quadri psicopatologici ben diversi dal disturbo di panico e che richiedono percorsi terapeutici differenti.

Ma esiste anche una terza possibilità, che l’attacco di panico sia segno di un problema di tipo medico o all’uso di sostanze. In alcune condizioni mediche, come ad esempio nell’ ipertiroidismo o nei disturbi cardiopolmonari infatti si possono manifestare sintomi come quelli sopra riportati. In altri casi ancora l’attacco di panico è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza. Ad esempio, all’abuso di una droga di abuso o di un farmaco.

L’importanza di una diagnosi professionale

Quanto abbiamo detto in questo articolo ci riporta all’importanza della diagnosi corretta e completa, svolta da un professionista. Per questa ragione, il modello di accoglienza dei pazienti presso Santagostino Psiche prevede un colloquio iniziale con uno psicoterapeuta o uno psichiatra.

Il colloquio iniziale ha una finalità diagnostica, così da fornire al paziente una restituzione chiara del problema, finalizzata ad un piano di cura personalizzato che possa affrontare la specificità di ogni situazione.