di Clara Brignoli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Al giorno d’oggi la tecnologia è di fondamentale importanza: permette di mantenerci in contatto con le persone, la necessitiamo per svolgere il nostro lavoro, aiuta a distrarci. Questo però ci ha anche portati a sviluppare una dipendenza e oggi è un argomento molto dibattuto, tanto che le persone cercano anche di prestare attenzione all’utilizzo che ne si fa.
È possibile che in un mondo sempre più connesso, la tecnologia possa anche essere utilizzata per recuperare il benessere?
Questo articolo si propone di affrontare il paradosso che esiste tra tecnologia e benessere mentale. Affronteremo come la tecnologia può aiutarci a riacquistare un equilibrio psicologico e come la realtà virtuale, attraverso scenari naturali, faccia da veicolo tra il digitale e il benessere.


Cos’è il Digital Wellbeing?
Il Digital Wellbeing, o Benessere Digitale, è uno stato di buona salute psicofisica che si raggiunge quando si ha un rapporto equilibrato e consapevole con le tecnologie digitali.
Avere un rapporto equilibrato con la tecnologia è importante perché un uso eccessivo o non regolato può influire negativamente sul benessere: disturbi del sonno, calo dell’energia, difficoltà di concentrazione, peggioramento nel rendimento scolastico o lavorativo, ritiro sociale e altri sintomi sono spesso correlati a un’esposizione prolungata o disfunzionale ai dispositivi digitali.
Adottare comportamenti digitali sani può fare la differenza. Alcuni esempi includono: limitare il tempo trascorso davanti allo schermo prima di andare a letto, fare pause regolari dai dispositivi digitali, svolgere attività al di fuori del mondo digitale, utilizzare la tecnologia per migliorare il benessere mentale.
Anche alcune grandi aziende tecnologiche si sono mosse in questa direzione. Google e Apple, ad esempio, hanno integrato nei loro sistemi operativi strumenti di benessere digitale come “Screentime” e “Digitale Wellbeing”. Questo consente ai consumatori di monitorare l’utilizzo quotidiano e permette di impostare limiti per app che possono distrarre.
La psicologia del benessere: cosa ci fa stare bene?
La psicologia del benessere è un settore della psicologia che si propone di migliorare la qualità della vita delle persone. A differenza della psicologia clinica si occupa di promuovere il benessere e la salute, piuttosto che curare le patologie.
Per questa disciplina, il benessere non è la sola assenza di disagio, ma presenza di emozioni positive, senso, relazioni, realizzazione.
Per il benessere psicologico sono fondamentali due aspetti:
- La capacità di regolare le proprie emozioni
- La connessione profonda con se stessi e con l’ambiente circostante
La regolazione emotiva è il processo attraverso cui le persone riconoscono, comprendono e modulano le proprie emozioni in modo adattivo. Questa competenza ci aiuta a gestire lo stress, migliorare le relazioni, affrontare le sfide quotidiane e a prendere decisioni più consapevoli.
La connessione con se stessi, intesa come la consapevolezza dei propri pensieri, emozioni, bisogni, è alla base della salute mentale. Quando prestiamo attenzione a ciò che proviamo, possiamo regolare meglio le nostre reazioni e prenderci cura di ciò che proviamo.
Per quanto riguarda invece la connessione con l’ambiente, soprattutto se naturale, ha effetti benefici documentati: la natura riduce i livelli di cortisolo (ormone dello stress), migliora l’umore, aumenta la concentrazione e favorisce stati di calma e apertura.
La natura come risposta: non solo reale, anche virtuale
La natura è in grado di influenzare positivamente la salute mentale, migliorando le funzioni cognitive e fisiologiche, e contribuendo alla riduzione dello stress. La semplice esposizione ad ambienti naturali è stata associata a benefici come il potenziamento dell’attenzione e della memoria, una migliore qualità del sonno e una diminuzione dello stress, con effetti positivi sul benessere emotivo.
Grazie alla realtà virtuale (VR), oggi è possibile trarre questi benefici anche in contesti in cui l’ambiente naturale non è facilmente disponibile. Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione a scenari naturali virtuali può ridurre i livelli di stress e di ansia, migliorare l’umore e aumentare il rilassamento, e favorire una sensazione di presenza che permette di amplificare gli effetti positivi dell’esperienza. Infine, è stato anche evidenziato che l’utilizzo di ambienti naturali può essere efficace nella regolazione emotiva.


Quando la tecnologia diventa alleata
Come abbiamo accennato inizialmente, la tecnologia può allontanarci dal benessere, eppure, se usata bene, può essere uno strumento di Digital Wellbeing: non solo svago o evasione, ma regolazione emotiva, mindfulness e benessere.
In psicoterapia ha preso sempre più piede l’utilizzo di tecnologie come la realtà virtuale (VR). Questo strumento permette la sperimentazione di scenari creati appositamente per la gestione d’ansia, il miglioramento del sonno, affrontare momenti di stress, come anche la coltivazione del proprio equilibrio interiore. Questo tipo di tecnologie permettono di creare uno spazio sicuro e coinvolgente, in cui il paziente può riconnettersi con il proprio corpo e le proprie emozioni, ma anche sviluppare una maggiore consapevolezza di sé.
A differenza dei classici metodi, come video ed esercizi guidati, la VR aumenta l’efficacia delle pratiche di rilassamento e di attenzione focalizzata attraverso il senso di presenza.
In conclusione, possiamo sostenere che benessere e tecnologia non devono per forza essere nemici, anzi, possono anche diventare strumenti preziosi per prendersi cura di noi stessi. Un’altra risorsa da non dare per scontata è la natura, che sia digitale o reale, può avere dei benefici rilevanti sul nostro benessere mentale.
La tecnologia non deve essere un ostacolo verso il benessere, ma il trampolino di lancio che ci permette di raggiungerla.
(10 Giugno 2025)