Che cos’è una malocclusione dentale?
La malocclusione dentale è un disallineamento delle arcate dentali superiori e inferiori che, in condizioni normali, dovrebbero invece avere un rapporto equilibrato e armonico. Questo equilibrio dovrebbe, infatti, rispondere all’esigenza di garantire una corretta masticazione e una regolare espressione fonetica.
La malocclusione dentale è, nella maggior parte dei casi, dovuta a fattori ereditari. Ma in alcune circostanze può essere la conseguenze di varie condizioni cliniche quali, ad esempio, la tendenza a serrare i denti, nota come bruxismo, danni di varia natura ai denti, tumori alla bocca, fratture mandibolari, interventi chirurgici non riusciti o, ancora, anche se più raramente, artrite reumatoide.
Tra le cause della malocclusione ci possono essere anche:
- uso prolungato del biberon
- uso del ciuccio oltre il terzo anno di età
- succhiarsi il pollice
Non tutte le malocclusioni dentali sono uguali, ma si distinguono in base alla severità della condizione che determinano in:
- malocclusione di prima classe, quando mascella e mandibola sono correttamente posizionate a livello sagittale e il disallineamento è minimo (sono pochissimi i soggetti che hanno un allineamento perfetto dei denti)
- malocclusione di seconda classe, i denti dell’arcata superiore sovrastano in modo evidente i denti dell’arcata mascellare
- malocclusione di terza classe (i casi più gravi), i denti dell’arcata superiore sono significativamente più avanzati di quelli dell’arcata inferiore
Che problemi porta la malocclusione?
La disarmonia tra arcata dentale superiore e inferiore dovuta alla malocclusione può comportare conseguenze negative che non si limitano al coinvolgimento della bocca e delle relative funzionalità.
Tra le condizioni che possono essere determinate da una malocclusione ci sono, infatti, anche:
Le malocclusioni dentali, inoltre, possono comportare un rischio aumentato di carie e patologie gengivali come piorrea o infiammazioni parodontali; condizioni respiratorie patologiche quali asma, bronchite, tosse cronica, sinusite e rinite o, ancora, la tendenza a respirare con la bocca aperta.
Sono, invece, meno frequenti problemi come il reflusso gastro-esofageo o disturbi a carico del linguaggio.
Come capire se si ha una malocclusione dentale: i sintomi
Tra le manifestazioni più comuni delle alterazioni nella chiusura dei denti ci sono differenze nelle dimensioni tra l’arcata mandibolare e quella mascellare. Le mascelle possono, altresì, risultare o troppo strette per la forma dei denti o eccessivamente elevate. Altri segnali di una malocclusione sono anche il sovraffollamento dentale e il morso inverso, ossia l’arcata dentale inferiore si spinge più avanti rispetto a quella superiore.
Come avviene la diagnosi
La diagnosi di malocclusione dentale avviene innanzitutto previo esame obiettivo del medico. La complessità nell’identificazione di tale condizione dipende dalla forma di malocclusione da cui il paziente è affetto. In ogni caso, si procede con un esame mandibolare che consiste nella manipolazione della mandibola e nel controllo del suo morso. Al paziente viene chiesto di serrare i denti allo scopo di verificare il modo in cui avvengono le occlusioni dentali.
Possono essere richiesti anche esami strumentali per valutare in modo approfondito la gravità della malocclusione (radiografie di cranio e arcate dentarie). Quasi sempre, viene preso un calco dei denti per avere una riproduzione in gesso delle arcate.
Come si cura la malocclusione dentale: i rimedi
In molti casi, in particolare quelli meno severi, le malocclusioni dentali non richiedono alcun tipo di intervento. Si tratta nelle circostanze nelle quali la condizione è praticamente asintomatica o, comunque, priva di manifestazioni di tipo patologico.
Nei casi in cui, invece, la malocclusione sia moderata o grave, si rende necessario un intervento di tipo ortodontico.
Utilizzo di bite o apparecchi ortodontici
Per trattare, ad esempio, una delle manifestazioni tipiche delle malocclusioni come il sovraffollamento dentale, possono essere applicati apparecchi ortodontici mobili o fissi (come il bite ai denti).
Se, invece, ci sono uno o più denti del giudizio o molari che creano problemi perché spingono gli altri, si può procedere con l’estrazione del dente responsabile di questa condizione.
Correzione di comportamenti scorretti
Come abbiamo visto, in alcuni casi, le malocclusioni possono essere dovute a cattive abitudini. Ecco perché si può intervenire andando a correggere i comportamenti scorretti. Ad esempio, come anticipato, l’odontoiatra può prescrivere l’utilizzo di un bite o apparecchi ortodontici che facilitino e guidino la masticazione.
In età infantile, in particolare nei bambini più predisposti alle malocclusioni, è necessario evitare che si succhino il pollice e limitare l’utilizzo del biberon. Anche nel caso in cui il bambino sia già affetto da malocclusione, questi accorgimenti, evidentemente, evitano che la condizioni patologica peggiori.
Intervento chirurgico
Se le arcate dentarie sono disallineate per ragioni congenite, infine, è necessario intervenire chirurgicamente con trattamenti invasivi. Questa soluzione, che consiste in operazioni di accorciamento o allungamento della mandibola, deve essere presa in considerazione solo nel caso in cui si sia affetti da una forma severa di malocclusione dentale.