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Nicturia, come contrastare questa disfunzione urinaria?

A cura di
Giulia
Castagna

La nicturia è una disfunzione che causa la necessità di urinare più volte durante il corso della notte. A cosa è dovuta? In che modo è possibile intervenire?

Definizione di nicturia

Si parla di nicturia quando un soggetto avverte la necessità di alzarsi più volte durante la notte per urinare: più nel dettaglio, l’International Continence Society definisce la nicturia come il bisogno di alzarsi, al fine di urinare, con frequenza maggiore o uguale ad una volta per notte, tenuto conto che possono trascorrere dalle 6 alle 8 ore di sonno senza che ci sia necessità di risveglio.

Questo stimolo frequente alla minzione determina diversi risvegli che, a lungo termine, possono intaccare la qualità del sonno. Questo disturbo è presente con maggiore intensità in età avanzata, e può interessare sia gli uomini che le donne. La nicturia è strettamente correlata alla relazione tra quantità di urine prodotte durante il sonno e la capacità massima di contenimento delle stesse da parte della vescica.

Questa disfunzione può essere a volte associata a poliuria, che consiste in una produzione giornaliera di oltre 2 litri di urina e che, a sua volta, può essere caratterizzata da concomitante poliuria notturna, ossia una produzione importante di urina durante la notte. Altre condizioni associate possono essere la ridotta capacità della vescica nel trattenere l’urina, sia diurna che notturna, o infine i disturbi del sonno.

Perché viene la nicturia?

Le possibili cause di nicturia sono molteplici e diverse tra loro. Le principali sono:

  • ipertrofia prostatica benigna. Tipica degli uomini over 60 e fisiologica man mano che si ha l’avanzamento dell’età, consiste in un aumento delle dimensioni di questa ghiandola, che assume quindi un atteggiamento ostruttivo allo svuotamento vescicale. Questo comporta uno svuotamento vescicale incompleto e stimolo minzionale aumentato con necessità di minzioni frequenti, anche notturne
  • diabete e diabete insipido. Il diabete insipido è una rara patologia metabolica causata da una secrezione, insufficiente o assente, della vasopressina, l’ormone antidiuretico. Può anche essere determinato da iposensibilità renale all’azione dell’ormone. Il diabete è la incapacità dell’organismo a gestire correttamente i livelli di zucchero nel sangue e, tra le varie conseguenze se non ben gestito, vi sono la scorretta capacità di svuotamento vescicale e diversi disturbi minzionali, tra cui anche la nicturia
  • ipertensione, patologia che comporta un aumento della pressione sanguigna in regioni, o cavità, del nostro organismo nelle quali sono contenuti gas o liquidi, modificandone quindi a volte gli accumuli e le loro eliminazioni
  • cancro della vescica, patologia che interessa le pareti vescicali in modo superficiale o profondo a seconda della gravità e che può dare, tra i vari segni e sintomi di allarme, urgenza e aumento dello stimolo minzionale sia diurno che notturno.

Ulteriori cause di nicturia

Tra le ulteriori cause vanno menzionate:

  • iperparatiroidismo ovvero presenza eccessiva, nel flusso ematico, dell’ormone paratiroideo, con plurime conseguenze sistemiche tra cui, a volte, ridistribuzione ed eliminazione anomala dei liquidi
  • nefrite, quadro infiammatorio a carico dei reni
  • infezioni delle vie urinarie quali cistiti, pielonefriti. Infezioni, la gran parte delle volte batteriche, a carico degli organi dell’apparato urinario.
  • patologie neurologiche come Morbo di Parkinson, sclerosi multipla, lesioni a carico del midollo spinale.

Per integrare ancor di più gli esempi, si possono indicare tra le possibili cause di questo disturbo anche le apnee notturne, lo scompenso cardiaco o l’assunzione di alcuni farmaci quali antipertensivi o diuretici.

Si parla inoltre di nicturia transitoria o da abitudini scorrette, nei casi in cui la problematica è data da una assunzione di liquidi eccessiva e tardiva prima di coricarsi, o da una scorretta idratazione e minzione durante il giorno o da eccessivo utilizzo di bevande stimolanti quali ad esempio alcolici o caffè, soprattutto la sera.

Gli esempi indicati non sono sicuramente del tutto esaustivi: per questa ragione è sempre doveroso rivolgersi al proprio medico di base e, in caso di persistenza dei sintomi, all’urologo, per effettuare gli accertamenti e le eventuali cure del caso.

Come si può curare la nicturia?

I rimedi che permettono di risolvere questa disfunzione sono strettamente correlati alla causa, di pertinenza quindi di diversi specialisti: urologo, cardiologo, diabetologo, endocrinologo. Pertinenza che varia con la motivazione scatenante diagnosticata.

Nel caso di nicturia transitoria e abitudinale, è buona norma:

  • ridurre l’assunzione di liquidi dalla cena in poi
  • evitare quindi tisane o in generale idratazione, se non proprio per marcata sete, post cena
  • evitare eccessiva assunzione di alcolici o bevande con caffeina soprattutto durante la cena o nel post.

Si consiglia inoltre di effettuare una corretta idratazione durante la giornata, concentrata al mattino e al pomeriggio, e di mingere correttamente massimo ogni 2, 3 ore, durante la giornata.

Nei casi di ipertrofia prostatica, vi sono terapie del caso che verranno eventualmente indicate dallo specialista urologo. Come ad esempio l’utilizzo di serenoa repens, alfalitici. Fino ad altre terapie mediche ancor più importanti o alla chirurgia disostruttiva.

Stesso discorso per l’eventuale presenza di vescica iperattiva o di ridotta capacità vescicale. Si passa da utilizzo di terapie farmacologiche, come da esempio gli antimuscarinici, fino a terapie chirurgiche specifiche del caso, piuttosto che patologia infettiva o tumorale a carico delle vie urinarie ove ovviamente vi sono percorsi diagnostici e terapeutici ad hoc da effettuare.

Altri approcci terapeutici

In caso di esclusione di tutte le altre cause e di diagnosi accertata finale di poliuria notturna causante nicturia, la terapia farmacologica, per pazienti con età inferiore ai 65 anni, potrebbe essere la desmopressina, farmaco eventualmente prescritto dall’urologo dopo attento percorso diagnostico, che necessita di stretto monitoraggio clinico e laboratoristico nel quotidiano da parte del medico di base per rischio di iponatremia.

In caso di nicturia riconducibile a patologie non urologiche il paziente dovrà essere indirizzato allo specialista di pertinenza. In caso di nicturia riconducibile ad apnee notturne, bisogna interpellare uno pneumologo o uno specialista del sonno.