Cerca nel sito
Chiudi

Sbiancamento dei denti, cos’è e quando effettuarlo

A cura di
Giorgia
Mariani
Alessandra
Lissoni

Lo sbiancamento estetico dei denti è un trattamento che ha come obiettivo il recupero del bianco naturale. Quando è opportuno farlo e con quali metodiche? E quali sono i costi?

Cos’è lo sbiancamento dentale?

Lo sbiancamento denti è un trattamento odontoiatrico. Ha un obiettivo estetico, dal momento che viene richiesto dai pazienti per riottenere il colore naturale della propria dentatura. I denti infatti possono macchiarsi o ingiallire a causa dell’azione di diversi fattori, quali il fumo di sigaretta, il tè oppure il caffè, o per via di una scarsa o non sufficiente igiene orale. Questa alterazione del colore naturale si chiama discromia dentale.

Lo sbiancamento denti agisce proprio per l’eliminazione dei pigmenti, grazie principalmente all’azione dell’ossigeno che viene sprigionata nell’ambito di un trattamento svolto per mezzo del perossido di idrogeno.

L’ablazione del tartaro, o pulizia dei denti professionale, non corrisponde allo sbiancamento dei denti; questo perché è un processo che agisce esclusivamente per la rimozione del tartaro, ed è inoltre propedeutico rispetto allo sbiancamento professionale, che in ogni caso non sostituisce.

Inoltre, va detto che le soluzioni cosiddette fai da te presenti in commercio, non rappresentano una buona scelta per lo sbiancamento dei denti. Prodotti quali, ad esempio, kit per lo sbiancamento, penne sbiancanti, dentifrici dall’azione abrasiva. Il più delle volte la loro azione è di tipo esclusivamente temporaneo è interessa la superficie dentale esterna; i pigmenti che determinano l’alterazione del colore naturale dei denti non sono rimossi. Né va dimenticato come un loro uso improprio possa determinare dei danni anche permanenti alla dentatura.

Quando si ricorre allo sbiancamento denti?

Il paziente decide di ricorrere allo sbiancamento denti professionale nel momento in cui il colore naturale, e anche brillante, dei propri denti risulta essere compromesso da una serie di fattori. Questa decisione è quindi legata ad una componente estetica: avere dei denti che siano naturalmente bianchi e luminosi può anche corrispondere all’avere una buona salute fisica.

La perdita della luminosità e l’ingiallimento o lo scurimento dei denti sono, in definitiva, le tre cause principali che portano il paziente a sbiancare professionalmente i propri denti.

Perché i denti si macchiano?

Le macchie che appaiono sulla superficie del dente possono definirsi macchie estrinseche oppure macchie intrinseche. Le prime riguardano esclusivamente la superficie esterna del dente interessato. Le macchie intrinseche emergono, per così dire, fino alla superficie dentale, ma interessano anche la parte più interna.

In linea generale le cause che determinano la presenza di macchie sono riconducibili a:

  • scarsa igiene orale
  • assunzione di cibi acidi o ad alto contenuto di zucchero, che tendono a favorire i processi di assottigliamento dello smalto dentale, fino a determinare anche una sensibilizzazione dei denti
  • bevande come tè e caffè contribuiscono alla perdita del colore naturale
  • i diversi tipi di amalgama utilizzato nei decenni scorsi per le otturazioni.

Tipi di macchie dentali

Le macchie che interessano lo smalto, e che emergono dalla dentina, possono avere più colori:

  • macchie nere, segnale che un processo di carie è in stato già molto avanzato
  • macchie grigie o azzurre la cui origine è da ricercarsi dall’assunzione di specifici antibiotici (tetracicline) nella prima infanzia, in età neonatale o, per via materna, durante la vita fetale
  • macchie marroni dovute all’uso di collutorio a base di clorexidina, usati nei casi di gengiviti croniche
  • macchie verdi o azzurre, che compaiono sui denti di chi lavora a contatto ravvicinato con metalli
  • macchie gialle o marroni determinate prevalentemente dal tabacco, sia sotto forma di sigarette che da masticare. Anche la liquirizia, il tè e il caffè consumati in forti quantità possono rendere i denti gialli
  • macchie dall’aspetto frastagliato, che possono dipendere dalla cosiddetta fluorosi, ovvero dall’eccesso di fluoro. Anche il bruxismo è una causa da tenere in considerazione.

Cosa fare prima di uno sbiancamento?

È molto importante sapere che lo sbiancamento denti viene svolto solo su pazienti maggiorenni, e può essere effettuato quando il paziente non presenti:

  • carie
  • sensibilità dentale al caldo o al freddo
  • ogni altra possibile patologia a carico del cavo orale, come una infiammazione, un ascesso o una gengivite

Inoltre, è necessario da parte del dentista svolgere una diagnosi in merito a possibili problematiche relative alla decolorazione oppure alle macchie dentali. Se un dente, ad esempio, ha una calcificazione lo sbiancamento potrebbe sottolinearla.

Di base quindi lo sbiancamento viene svolto su una bocca sana, questo anche perché il trattamento non produce alcun effetto su denti che abbiano tartaro o placca, né produce alcun effetto su otturazioni o protesi. La seduta di igiene orale e l’ablazione del tartaro devono essere sempre svolte, prima del trattamento sbiancante.

Come avviene lo sbiancamento?

I trattamenti sbiancanti possono essere effettuati attraverso l’uso di agenti sbiancanti a base di carbammide o di perossido di idrogeno. La reazione chimica è la seguente: gli agenti rilasciano i radicali liberi dell’ossigeno sulla superficie del dente. Questi radicali quindi distruggono i legami delle molecole che compongono le macchie.

Prima di effettuare lo sbiancamento è innanzitutto necessaria una visita odontoiatrica, per una valutazione clinica e radiografica volte a comprendere lo stato di salute del cavo orale e le condizioni delle gengive, oltre che dei tessuti molli.

In un secondo momento, quando è stata appurata l’assenza di problematiche della salute del cavo orale, che hanno comunque sempre priorità rispetto alle questioni di ordine estetico, il dentista controlla l’eventuale presenza di ricostruzioni estese o di faccette. Questo perché lo sbiancamento non produce effetto sui materiali adottati e l’effetto complessivo sarebbe disomogeneo.

Lo sbiancamento dentale professionale

In caso di sbiancamento professionale, quindi svolto in uno studio dentistico, si parla di sbiancamento alla poltrona. Per ottenere l’effetto desiderato, nel caso d’uso del perossido di carbammide, viene posto del gel sbiancante. Si tratta di un’applicazione a concentrazione elevata, con una applicazione che dura al massimo 30 minuti.

Se viene utilizzato del gel a base di perossido di idrogeno, l’applicazione avviene in modo diretto sulla superficie dentale. L’applicazione viene effettuata da un minimo di 2 fino a 4 sedute, con una durata di 15 minuti in media ad applicazione.

Viene utilizzato, inoltre, un apribocca, una barriera per le gengive e una protezione a favore della lingua. Questi dispositivi hanno come obiettivo l’evitare che i prodotti sbiancanti possano toccare i tessuti molli, per essere poi inavvertitamente ingeriti.

Il professionista può effettuare lo sbiancamento anche grazie all’adozione di luce LED, che amplifica l’effetto del gel a base di perossido di idrogeno.

Lo sbiancamento dei denti domiciliare

Lo sbiancamento può essere effettuato anche a casa e prende il nome di sbiancamento domiciliare. Vengono, innanzitutto, rilevate le impronte delle due arcate, così da ottenerne due mascherine. Il paziente avrà così modo di indossarle prima di andare a dormire, avendo premura di inserire, del tutto autonomamente, il gel sbiancante.

Le due mascherine vengono indossate in un arco di tempo compreso tra le 7, 8 notti fino ad un massimo di 15 notti, in base all’effetto sbiancante desiderato. Il gel ha una concentrazione più bassa di principio attivo e, alla fine del trattamento, il paziente avrà meno possibilità di sviluppare una temporanea sensibilità ai denti.

I risultati ottenuti con questo trattamento domiciliare sono più evidenti, durano di più nel tempo, ma non sono comunque permanenti in termini assoluti. Accanto ai consigli di igiene orale e di alimentazione, che il professionista fornisce in questi casi, è possibile prevedere delle sedute di richiamo.

In commercio sono anche presenti kit composti da penne sbiancanti, i cui vantaggi risiedono nella semplicità d’utilizzo e nei costi relativamente ridotti. Ma hanno svantaggi da non sottovalutare affatto, come la sensibilità dentale e l’irritazione gengivale, conseguenze che possono svilupparsi per via di un uso prolungato del perossido di idrogeno.

Qual è il metodo migliore per sbiancare i denti?

Il metodo migliore per lo sbiancamento dei denti risulta essere il trattamento con il laser, oppure il LED. Una volta applicato sui denti del paziente il gel con perossido di idrogeno, viene applicato il laser sulla superficie dei denti.

L’ossigeno liberato dal gel attraverso il laser agirà per la rimozione dei pigmenti depositati sulla superficie dentale.

Come diventano i denti dopo lo sbiancamento?

I risultati dello sbiancamento possono variare da paziente a paziente, ma solitamente dopo il trattamento, i denti possono apparire leggermente sensibili e più bianchi del normale. Nel corso dei giorni successivi, la colorazione tende ad adattarsi ad un tono più naturale.

Va ricordato come uno sbiancamento professionale non rende i denti più bianchi in termini assoluti. Piuttosto, li restituisce alla loro tonalità naturale più chiara. Per quanto riguarda l’esito del trattamento, sono tre gli elementi che il professionista ha necessità di valutare: l’età del paziente, la tipologia delle macchie dentali e il colore iniziale dei denti.

Lo sbiancamento dei denti non vitali

Quando si effettua lo sbiancamento dei denti non vitali, il tipo di intervento è radicalmente diverso. Il perossido d’idrogeno, al 35%, è direttamente inserito all’interno del dente che deve essere sbiancato.

Si procede quindi all’otturazione provvisoria. Dopo due, al massimo tre giorni il paziente torna dal professionista per la valutazione dell’avvenuto sbiancamento. Viene quindi valutata la possibilità di svolgere o meno una seconda applicazione.

Quanto dura l’effetto dello sbiancamento?

La durata dell’effetto dello sbiancamento è di esclusiva responsabilità del paziente e delle sue abitudini di igiene orale. Chi assume tabacco e bevande colorate, come vino, va necessariamente incontro ad un’alterazione del colore dentale più repentina.

Gli effetti dello sbiancamento non sono comunque permanenti e la durata media, con una buona cura della propria igiene orale, è di circa un anno. Per il mantenimento dello sbiancamento è anche possibile programmare delle sedute, che possono avvenire a domicilio oppure presso lo studio dentistico.

Cosa non fare dopo lo sbiancamento dei denti?

Appena effettuato il trattamento, nelle 72 ore seguenti è necessario che il paziente tenga conto di diversi accorgimenti:

  • l’igiene orale domestica deve essere svolta con estrema attenzione e costanza
  • dopo avere mangiato bisogna aspettare circa 30 minuti prima di lavarsi i denti
  • vanno evitati sia alimenti che bevande colorate, come ad esempio il curry, il sugo al pomodoro, tè e caffè
  • il fumo deve essere assolutamente evitato.

Quante volte si può fare sbiancamento?

I denti sbiancati possono essere ritrattati in un secondo momento, al netto delle eventuali sedute di mantenimento. È possibile che il ritrattamento accada in un arco di tempo compreso tra l’uno e i tre anni. Fino ad un massimo di circa 10 anni rispetto allo sbiancamento iniziale.

Costo dello sbiancamento professionale e possibile prevenzione

Presso il Santagostino è possibile effettuare uno sbiancamento dentale ad un prezzo compreso tra 200 e 450 euro. Questa prestazione prevede la visita per sbiancamento.

In conclusione, si consiglia sempre un’accurata e costante igiene orale per prevenire non solo le antiestetiche macchie ai denti, ma per evitare l’insorgenza di affezioni ben più gravi ai danni del cavo orale.