- Cos’è la vitamina K?
- Funzioni principali della vitamina K
- Come e quanta vitamina K assumere?
- In quali alimenti si trova?
- Carenza di vitamina K, sintomi e segni
- Chi non deve prenderla?
- Cosa succede in caso di eccesso di vitamina K?
La vitamina K è una vitamina liposolubile, che riveste un ruolo fondamentale in diverse funzioni biologiche dell’organismo. In particolare, garantisce la corretta funzionalità di alcune specifiche proteine, implicate soprattutto nella coagulazione del sangue e nei processi di mineralizzazione delle ossa.
La dottoressa Savarè, ematologa del Santagostino, offre una breve guida alla conoscenza di questa vitamina, chiarendo i meccanismi d’azione, a cosa serve, e in quali alimenti si trova.
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Cos’è la vitamina K?
↑ topLa vitamina K è un composto liposolubile, che può essere introdotto in piccole quantità attraverso la dieta. Ha un ruolo di fondamentale importanza soprattutto nel processo della coagulazione del sangue, in quanto è un cofattore per l’attività di alcune proteine.
La vitamina k viene suddivisa in tre tipi:
- Vitamina K1 (fillochinone), presente negli alimenti, interviene nei processi di coagulazione del sangue
- Vitamina K2 (menachinone), prodotta dalla microbiota intestinale, è essenziale per la salute delle ossa.
- Vitamina K3 (menadione idrosolubile), di origine sintetica, contenuta in alcuni farmaci che servono per regolare i processi di coagulazione sanguigna.
Funzioni principali della vitamina K
↑ topLe funzioni della vitamina K sono di diverso tipo. Nello specifico è necessaria per:
- L’attività di enzimi che permettono l’attivazione dei fattori della coagulazione del sangue, fungendo da protezione contro le emorragie, e della protrombina
- L’attività degli anticoagulanti naturali (proteina C ed S)
- È un cofattore di alcune proteine coinvolte nella mineralizzazione ossea, il che ha rilevanza nella prevenzione dell’osteoporosi
Come e quanta vitamina K assumere?
↑ topLa vitamina K, essendo una vitamina liposolubile, viene immagazzinata nel fegato, che la rilascia a piccole dosi quando è necessario. Di conseguenza, non deve essere assunta di continuo attraverso gli alimenti, e come detto in precedenza, il nostro intestino è in grado di produrla.
In aggiunta, il fabbisogno giornaliero di vitamina k è basso, e consiste in:
- 90 mg nella donna
- 120 mg nell’uomo.
Una dieta normale ne fornisce una quantità adeguata. Non è pertanto di solito necessaria l’integrazione.
In quali alimenti si trova?
↑ topLa vitamina K si trova prevalentemente negli alimenti di origine vegetale e nel fegato. Volendo fare una distinzione più precisa, la vitamina K1 si trova in:
- Alcune verdure (a foglia verde soprattutto), come spinaci, cime di rapa, broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles, asparagi, etc
- Alcuni oli vegetali, come olio di oliva, di colza, di soia.
La vitamina K2 si trova in basse concentrazioni in:
- Formaggi
- Uova
- Carni (soprattutto nel fegato).
Carenza di vitamina K, sintomi e segni
↑ topIl deficit di vitamina K è raro nell’adulto, dal momento che, come detto sopra, il fabbisogno è basso. Vi possono essere, però, delle cause predisponenti alla carenza, come patologie o condizioni che provocano malassorbimento dei grassi, come:
- Disordini bilio-pancreatici
- Resezione intestinale
- Colangiti
- Fibrosi cistica
- Celiachia
- Malattie infiammatorie intestinali.
Inoltre, un deficit può verificarsi in caso di terapia antibiotica prolungata, tale da modificare la flora batterica intestinale.
È possibile, invece, una carenza nel neonato, poiché il fegato è ancora immaturo e il contenuto di vitamina nel latte materno è scarso. Per questo, viene fatta una profilassi con somministrazione di 0,5-1 mg di vitamina K alla nascita.
Il sintomo principale della carenza è la diatesi emorragica, che si manifesta con lividi e sanguinamento più o meno grave delle mucose, dovuti al deficit dei fattori della coagulazione.
L’integrazione andrebbe fatta su prescrizione e sotto supervisione medica, per quanto i rischi di un sovradosaggio siano rari.
Chi non deve prenderla?
↑ topLa vitamina K deve essere somministrata con precauzione in pazienti che sono in terapia con farmaci anticoagulanti antagonisti della vitamina, come i dicumarolici (ad esempio, warfarin e coumadin). Può essere peraltro indicata in presenza di sanguinamento maggiore da alterazione importante della coagulazione.
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Cosa succede in caso di eccesso di vitamina K?
↑ topL’eccesso di vitamina K è un’eventualità molto rara, soprattutto negli adulti. Nei neonati, può essere riscontrata, nel caso in cui siano state somministrate dosi troppo alte di integratori, e i sintomi che si presentano sono quelli tipici dell’itterizia.
In generale, un eccesso di vitamina K può provocare: