- Che cos’è l’iperosmia
- Cause dell’iperosmia
- Iperosmia in gravidanza
- Sintomi correlati
- Diagnosi
- Iperosmia e disturbi neurologici
- Trattamento dell’iperosmia
- Quando preoccuparsi
L’iperosmia è un’alterazione della percezione olfattiva in cui la persona sperimenta una sensibilità accentuata agli odori, percependoli in modo più intenso o fastidioso rispetto al normale. Non si tratta semplicemente di avere un buon fiuto, ma di una condizione che può diventare invalidante, soprattutto quando legata a patologie di base o disturbi neurologici. Chi ne soffre può essere disturbato da odori comuni, talvolta fino a sviluppare nausea, cefalea o ansia.
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Che cos’è l’iperosmia
↑ topCon il termine iperosmia si indica una aumentata sensibilità agli odori. È l’opposto dell’iposmia, cioè la riduzione dell’olfatto. In alcuni casi, l’iperosmia è una condizione fisiologica temporanea, ad esempio durante la gravidanza, ma può anche rappresentare un sintomo di disturbi neurologici, endocrini o psichiatrici.
Non sempre l’iperosmia comporta una percezione soggettivamente positiva: spesso, infatti, chi ne soffre vive la condizione come fastidiosa o invalidante, soprattutto se è associata ad altri sintomi.
Cause dell’iperosmia
↑ topLe cause dell’iperosmia possono essere molteplici e variano in base alla durata e al contesto in cui si manifesta. Tra le più comuni si trovano:
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gravidanza, per via dei cambiamenti ormonali
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emicrania, soprattutto nelle fasi prodromiche
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disturbi psichiatrici, come ansia e depressione
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morbo di Parkinson o Alzheimer, dove può comparire in fase precoce
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epilessia del lobo temporale, in cui l’iperosmia può precedere una crisi
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uso o sospensione di sostanze, come anfetamine o cocaina
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ipertiroidismo, per aumento della sensibilità sensoriale
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malattie autoimmuni o infiammatorie rare.
In alcuni casi, non si riesce a individuare una causa precisa, e si parla allora di iperosmia idiopatica.
Iperosmia in gravidanza
↑ topDurante la gravidanza, l’iperosmia è un fenomeno molto comune, soprattutto nei primi mesi. L’aumento degli estrogeni e la maggiore irrorazione delle mucose nasali rendono l’olfatto più acuto. Questo può spiegare perché molte donne incinte sviluppino una forte avversione per certi odori, anche abituali.
Sebbene non sia patologica, questa sensibilità può contribuire a nausea mattutina, vomito e alterazioni dell’appetito, influenzando la qualità della vita quotidiana.
Sintomi correlati
↑ topOltre alla percezione aumentata degli odori, l’iperosmia può associarsi ad altri sintomi, soprattutto nei casi in cui è segno di un disturbo più ampio:
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nausea e senso di disgusto in presenza di odori forti
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cefalea o peggioramento dell’emicrania
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irritabilità, ansia o malessere generale
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difficoltà a frequentare ambienti pubblici o affollati
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ipersensibilità sensoriale generalizzata (alla luce, ai suoni, ecc.)
Quando questi sintomi si presentano insieme, è utile approfondire con un medico per individuare eventuali condizioni sottostanti.
Diagnosi
↑ topLa diagnosi di iperosmia è in gran parte clinica, basata sulla descrizione soggettiva del paziente. Tuttavia, esistono alcuni test olfattivi che possono aiutare a valutare in modo più oggettivo la sensibilità agli odori, come:
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test olfattivi a concentrazione graduale
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valutazioni psicofisiche (intensità, soglia, identificazione degli odori)
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esami neurologici o neuropsicologici se si sospettano condizioni cerebrali
In caso di sintomi persistenti o inspiegabili, può essere indicato eseguire una risonanza magnetica cerebrale o esami endocrini e tossicologici.
Iperosmia e disturbi neurologici
↑ topAlcuni disturbi neurologici, come il morbo di Parkinson o l’epilessia temporale, possono includere l’iperosmia tra i primi sintomi. In questi casi, l’alterazione olfattiva non è isolata, ma si accompagna ad altri segnali, come tremori, disturbi del movimento o alterazioni del comportamento.
Anche in alcune forme di autismo ad alto funzionamento o di sindrome di Tourette, si osserva una sensibilità olfattiva aumentata, che può interferire con la vita quotidiana e le relazioni sociali.
Trattamento dell’iperosmia
↑ topDi seguito vediamo i possibili approcci per il trattamento di questa condizione clinica.
Approccio farmacologico
↑ topIl trattamento dell’iperosmia dipende dalla causa scatenante. Non esistono farmaci specifici per l’iperosmia idiopatica, ma si possono usare alcuni trattamenti per ridurre i sintomi:
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antidepressivi SSRI, se il sintomo è legato a un disturbo d’ansia o depressivo
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antiepilettici, se associata a crisi epilettiche
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farmaci per l’emicrania, soprattutto nei soggetti che sperimentano l’iperosmia come aura o prodromo
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antistaminici o corticosteroidi, se la causa è infiammatoria o allergica.
È importante evitare l’automedicazione e rivolgersi sempre a uno specialista.
Strategie non farmacologiche
↑ topOltre ai farmaci, ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutare a gestire l’iperosmia:
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evitare ambienti con odori intensi (trasporti pubblici, ristoranti, profumerie)
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preferire ambienti ben ventilati
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usare filtri olfattivi o mascherine con carbone attivo
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adottare tecniche di rilassamento in caso di ipersensibilità legata ad ansia
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consultare uno psicoterapeuta, se il disturbo incide sulla vita sociale.
Nei casi più gravi, può essere utile un percorso multidisciplinare con otorinolaringoiatra, neurologo e psicologo.
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Quando preoccuparsi
↑ topNon sempre l’iperosmia è segnale di una malattia, ma è bene approfondire nei seguenti casi:
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l’ipersensibilità è improvvisa e persistente
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si accompagna a sintomi neurologici (vertigini, tremori, convulsioni)
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è presente in concomitanza con disturbi psichici gravi
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peggiora la qualità della vita o causa isolamento sociale.
Una valutazione specialistica aiuta a inquadrare correttamente la condizione e, se necessario, avviare un trattamento mirato.