Cosa fare se mio figlio soffre lo stress scolastico?

Lo stress che l'ambiente scolastico - fatto di sfide, confronto, performance - pone sui ragazzi può incidere sul loro benessere. Riconoscerne i segnali, come chiusura, frustrazione, rabbia o irritabilità, può aiutare a capire se è necessario rivolgersi ad uno psicologo.

Cosa fare se mio figlio soffre lo stress scolastico?

Lo stress scolastico è una condizione che i ragazzi si ritrovano a vivere nei luoghi dell’apprendimento.

È spesso un segnale che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. La scuola può e deve essere un luogo di crescita, ma per esserlo davvero deve mettere al centro non solo il cervello, ma anche il cuore degli studenti.

In questo articolo la dottoressa Alessia Pedone, psicologa psicoterapeuta a indirizzo analitico transazionale del Santagostino, risponde alla domanda che più frequentemente negli ultimi tempi i genitori le pongono: “Dottoressa ma figlio è stressato, la causa è la scuola?”

Quali sono allora i sintomi, le cause principali e come affrontare lo stress scolastico? E quando chiedere aiuto?

Partiamo da una definizione più generica: che cosa è lo stress?

Lo stress è una risposta psicofisiologica dell’organismo a richieste percepite come eccessive o minacciose, provenienti dall’ambiente o dall’interno dell’individuo stesso.

Questa risposta coinvolge componenti cognitive, emotive, comportamentali e fisiologiche ed è attivata quando una persona percepisce che le risorse a sua disposizione non sono sufficienti per fronteggiare una determinata situazione.

Partendo quindi da questo assunto generale, associamo queste risposte fisiologiche fornite dall’organismo alle situazioni minacciose o che possono essere percepite come pericolose all’interno del contesto scolastico.

In media, i ragazzi passano a scuola circa 1000 ore all’anno, quindi la maggior parte del loro tempo è vissuto in un’aula. All’interno della scuola, ci sono diversi fattori che contribuiscono alla quotidianità come ad esempio i compagni di classe, gli altri ragazzi della scuola (studenti più grandi o di altre classi) i docenti e i collaboratori scolastici. Tra tutte queste figure, si attivano diverse dinamiche che non sempre sono facile da gestire o anche semplicemente da osservare.

Come definire lo stress scolastico?

Lo stress scolastico è una risposta psicofisica a pressioni e richieste percepite come sproporzionate. Richieste che sono legate al rendimento scolastico, ai rapporti sociali o all’ambiente educativo stesso. Esistono quindi diversi fattori che influiscono sullo stress nello specifico possiamo individuare.

Innanzitutto i fattori personali. molti ragazzi vivono un senso di inadeguatezza o la costante paura di non essere all’altezza. L’ansia da prestazione, la bassa autostima e la presenza di difficoltà di apprendimento non sempre riconosciute – come DSA o ADHD – possono generare una tensione continua. A questo si aggiungono spesso situazioni familiari complesse o emotivamente instabili, che incidono sul benessere dello studente.

Anche il contesto scolastico può essere fonte di stress: carichi eccessivi di studio, verifiche troppo ravvicinate, metodi didattici poco coinvolgenti e relazioni conflittuali con gli insegnanti contribuiscono ad alimentare il malessere. In alcune scuole, la forte competizione e la continua valutazione numerica aumentano la pressione e riducono la motivazione.

Il peso delle dinamiche sociali è particolarmente forte in adolescenza. Il bisogno di sentirsi accettati, le difficoltà nei rapporti con i coetanei o episodi di bullismo possono diventare fonti significative di ansia. Inoltre, il confronto costante con gli altri, amplificato dall’uso dei social media, può compromettere l’equilibrio emotivo degli studenti.

Viviamo inoltre in un’epoca di iperconnessione. Molti ragazzi faticano a concentrarsi a causa del sovraccarico informativo e dell’uso eccessivo degli smartphone. La mancanza di sonno, una scarsa organizzazione del tempo e l’assenza di spazi adeguati a studiare aggravano la situazione.

Come si manifesta il disagio scolastico?

Tra i primi campanelli d’allarme ci sono le difficoltà nello studio: calo del rendimento, perdita di interesse, difficoltà di concentrazione o nello svolgimento dei compiti. Possono comparire cambiamenti emotivi come ansia, tristezza o irritabilità; alcuni ragazzi diventano più nervosi, altri si isolano, temono il giudizio o si sentono inadeguati.

Il malessere può esprimersi anche attraverso comportamenti insoliti: aumento delle assenze, rifiuto di andare a scuola, atteggiamenti provocatori o al contrario apatia e disinteresse totale. In molti casi, il corpo diventa il canale attraverso cui si esprime la sofferenza, con disturbi fisici senza cause mediche come mal di testa, mal di pancia, nausea o stanchezza nei giorni scolastici, che spariscono nei fine settimana.

Ogni ragazzo reagisce diversamente, ed è per questo che bisogna ascoltare, osservare e dialogare. Il coinvolgimento di genitori, insegnanti e figure di supporto psicologico può essere decisivo per accompagnare lo studente verso un maggiore benessere.

Perché la scuola è così stressante?

Come abbiamo visto, i primi fattori riguardano principalmente la scuola ma come mai questo ambiente, risulta così stressante?

Lo stress scolastico non è solo legato al “quanto” si studia, ma al “come” e al contesto in cui avviene l’apprendimento.

I fattori che maggiormente incidono soprattutto nei giovani studenti, riguardano il carico eccessivo di lavoro e le continue valutazioni. Molti studenti anche della scuola secondaria di primo grado, lamentano di essere sottoposti a verifiche costantemente e che questo genera in loro uno stato continuo di allerta per la media scolastica.

Oggi le famiglie sono aggiornate in tempo reale, grazie ai registri elettronici, sull’andamento dei loro figli e questo nei ragazzi genera molta tensione e preoccupazione rispetto ai propri genitori ma anche al confronto con i coetanei.

La competizione a scuola può essere sana e motivare i ragazzi a fare meglio oppure maggiormente dannosa e minare l’autostima dei ragazzi. In questo caso, un ruolo importante, è giocato dal corpo docenti che ha il compito di monitorare le relazioni tra i pari e osservare le dinamiche della classe. Anche gli insegnanti possono rappresentare per gli studenti una fonte di stress, molti degli studenti infatti riferiscono di non potersi pienamente fidare dei docenti o che quest’ultimi sia molto organizzati e concentrati sulla didattica e meno sulle relazioni personali.

In alcuni studenti, questo atteggiamento potrebbe causare condotte di isolamento e portare ad una grande chiusura e difficoltà nel poter esprimere il proprio vissuto.

Cosa fare del proprio tempo e con il proprio futuro

Un ulteriore elemento di stress riguarda la difficoltà nel gestire il tempo e le scelte per il futuro. Molti studenti faticano a conciliare gli impegni scolastici con altre attività come lo sport, gli hobby o la vita familiare. Inoltre, già in giovane età si trovano a dover fare scelte importanti, come quella della scuola superiore o dell’università, spesso senza sentirsi davvero pronti.

Va detto che la scuola non sempre offre spazi adeguati per affrontare questi disagi. L’aspetto emotivo e psicologico viene trascurato, mentre sarebbe fondamentale che gli studenti potessero parlare delle proprie difficoltà e ricevere un supporto.

Cosa fare se la scuola stressa?

L’elemento positivo è che lo stress scolastico si può affrontare. Ma è importante che tutti – studenti, genitori, insegnanti – facciano la loro parte:

  • gli studenti, come primo passo, possono imparare a gestire meglio il tempo, ritagliandosi spazi per il riposo e le attività che amano. Tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, lo sport, o semplicemente una passeggiata all’aria aperta possono aiutare a scaricare la tensione. Parlare con qualcuno di fiducia – un amico, un genitore, uno psicologo scolastico – può essere fondamentale per alleggerire il peso emotivo
  • i genitori hanno un ruolo chiave: devono sostenere i figli senza trasformarsi in giudici. L’ascolto empatico, l’assenza di pressioni e paragoni, la disponibilità al dialogo sono elementi fondamentali per far sentire i ragazzi accolti, anche quando i risultati non sono perfetti
  • gli insegnanti possono fare molto: creare un clima di classe sereno, valorizzare i progressi più che i voti, offrire spazi di ascolto e, dove possibile, introdurre momenti di educazione emotiva. Una scuola più umana, meno centrata solo sul rendimento, può davvero fare la differenza.

Quando è necessario chiedere aiuto?

In certi casi, lo stress scolastico può diventare troppo difficile da gestire per il ragazzo o per la famiglia. Se uno studente mostra segnali evidenti di sofferenza – rifiuta di andare a scuola, si isola, manifesta ansia o tristezza costanti – è importante non ignorare il problema. Rivolgersi a uno psicologo, sia in ambito scolastico che privatamente, è un atto di cura, non di debolezza.